Deserto particular
La recensione di Deserto particular, di Aly Muritiba, a cura di Mariella Cruciani.
Deserto particular, opera terza del regista brasiliano Aly Muritiba, è la storia di due personaggi soli e ai margini che si incontrano, si riconoscono e, insieme, trovano il coraggio di accettarsi e reinventarsi. Si tratta di Daniel (Antonio Sabaia), poliziotto sospeso dal lavoro per aver picchiato pesantemente una recluta e della misteriosa Sara (Pedro Fasanaro), da lui conosciuta in chat.
Nella prima mezz’ora del film, Muritiba ci fa entrare nell’universo claustrofobico in cui vive il protagonista: ogni giornata è uguale all’altra ed è dedicata, soprattutto, alla cura dell’anziano padre, affetto da demenza. Unico conforto, in questo “deserto privato”, sono i messaggi e le foto della ragazza su WhatsApp. Quando Sara, improvvisamente, cesserà di rispondere, Daniel lascerà tutto (il genitore malato, il lavoro provvisorio, la sorella) per mettersi sulle tracce dell’oggetto del desiderio di cui non sa quasi nulla.
A questo punto, il regista inserisce volutamente tardi i titoli di testa e, in effetti, qui inizia un altro capitolo: se finora abbiamo assistito ad un dramma familiare, ora partiamo per un viaggio on the road alla scoperta dell’amata Sara. Quest’ultima, proprio come Daniel, vive con la nonna, ha alle spalle non pochi traumi e nasconde un segreto che rivoluzionerà la vita di entrambi.
Il momento più bello del film si ha verso il finale quando i due sono uno accanto all’altro in tutta la loro verità, liberi da maschere o stereotipi: Daniel si sbarazza dell’ingessatura, reale e metaforica, che lo ha accompagnato per tutto il percorso e Sara non ha più bisogno di trucchi o abiti fatali e si svela androgino magazziniere. Le sequenze conclusive in cui Daniel e Sara ci appaiono, prima ancora che uomo o donna, semplicemente come esseri umani fragili, bisognosi di riconoscimento e tenerezza, valgono da sole l’intero film e lo riscattano da qualche momento un po’ più scontato o forzatamente ideologico. Complessivamente, Muritiba convince e coinvolge, veicolando il messaggio, valido per tutti, senza distinzioni, che un’altra vita è possibile
di Mariella Cruciani