Cuore selvaggio
La recensione di Cuore selvaggio, di David Lynch, a cura di Mariella Cruciani.

Visto per la prima volta, a trentacinque anni dalla Palma d’Oro, Cuore Selvaggio di David Lynch si rivela un’opera perturbante e trasgressiva che, inizialmente, fa venir voglia di scappare. Anche nel 1990, a Cannes, buona parte della critica non reagì positivamente e il film trionfò soprattutto grazie all’innamoramento di Bernardo Bertolucci, Presidente della Giuria.
Tratto dal romanzo di Barry Gifford, Cuore Selvaggio si presenta, a prima vista, come un road movie atipico, grottesco, disperato: tutto è eccessivo e sopra le righe e lo spettatore, disorientato, si domanda: “Dove sono finito?”. Costretto ad assistere a scene reiterate e compiaciute di sesso e violenza, tra un evento bizzarro e l’altro, con protagonisti strampalati, chi guarda fatica veramente a seguire un filo.
Se, però, non ci si arrende e si continua a mantenere l’attenzione, dal caos bollente e contraddittorio portato sullo schermo emerge, pian piano, qualcosa di profondo e potente: la purezza dell’amore, in un mondo losco e selvaggio dove tutti nascondono terribili segreti. Sailor (Nicolas Cage) e Lula (Laura Dern), nella loro folle fuga per le strade d’America, sono due innocenti in un universo impazzito. Lei, dopo essere stata violentata a tredici anni, ha poi visto il padre bruciare vivo, ucciso dalla madre (Diane Ladd) e dal suo amante latino. Solo l’amore per Sailor riuscirà a salvarla, spingendola a ribellarsi contro la terribile genitrice. Tra l’altro, Laura Dern e Diane Ladd sono realmente figlia e madre e ciò ha contribuito ad apportare, nonostante i toni caricaturali, intimità e verità.
Man mano che si procede nella visione, ci si affeziona, malgrado tutto, ai due protagonisti perché sono gli unici umani in una realtà degradata e priva di senso. Alla fine, quello che era partito come un viaggio delirante si scopre essere tante altre cose insieme: un horror psicoanalitico, un romanzo di formazione, una fiaba dal lieto fine. Lula, come Dorothy ne Il mago di Oz, si libera, finalmente, della strega cattiva e può lasciarsi “amare teneramente” da Sailor, bravo ragazzo incappato in situazioni sbagliate. Amor vincit omnia!

di Mariella Cruciani