Il New American Cinema da Torino all’Italia
A cura di Gianluca Pulsoni.
Per chi si occupa di cinema sperimentale in Italia è da recuperare Il New American Cinema da Torino all’Italia, volume pubblicato l’anno scorso da Accademia University Press, a cura del Gruppo Cinema dell’associazione Unione culturale Franco Antonicelli di Torino, e coordinato da Silvia Nugara, Claudio Panella e Fabio Scandura. Questa pubblicazione rappresenta un contributo importante per ricostruire la storia della rassegna che, nel 1967, porta a Torino i film del New American Cinema, con Jonas Mekas e altri a introdurli e dibattere in merito.
Come ricorda Giaime Alonge nel suo saggio introduttivo – e come è poi possibile dedurre dai materiali d’appendice di questo stesso libro – quella del 1967 non fu la prima rassegna di quel nuovo cinema americano in Italia (il primato spetta al Festival dei Due Mondi di Spoleto, annata 1961), ma fu sicuramente la rassegna che permise, a quel cinema, di penetrare nella cultura del nostro Paese con profondità. Determinante al riguardo fu proprio l’Unione Culturale Franco Antonicelli, che organizzò l’evento – le proiezioni si tennero alla Galleria d’Arte Moderna di Torino – inserendolo nell’ambito della sua programmazione interdisciplinare di quell’anno.
A coordinare l’iniziativa per l’associazione torinese c’era, in qualità di suo vice-presidente, Edoardo Fadini, critico teatrale e intellettuale sui generis come pochi in quel periodo – ma anche in seguito – per capacità d’intuizione e pragmatismo. Da quanto si evince dalla sua conversazione con Scandura del 1° agosto 2008 e oggi inclusa nel libro, Fadini fu in grado di progettare la rassegna del New American Cinema grazie all’incontro con il filmmaker sperimentale e artista statunitense Jerome Hill, avvenuto nel castello-laboratorio culturale di quest’ultimo a Cassis, in Francia. In quel luogo c’era allora un viavai di figure culturali diverse, incluse quelle teatrali, e alcune di queste, come Julian Beck del Living Theatre, erano amicizie comuni a entrambi. Nello specifico emerge che sia stato proprio lo stesso Hill a suggerire l’idea del New American Cinema in Italia a Fadini, che fu quindi ricettivo e bravo nel far andar in porto la cosa.
La sezione più cospicua del libro (“Dagli Archivi”) permette a chi legge proprio di entrare nel dettaglio in merito a tutto il lavoro di Fadini e dell’associazione per la realizzazione della rassegna, dando per esempio risalto alle corrispondenze con Hill e Mekas, e facendo capire come entrambe le parti in causa riuscirono a superare le difficoltà che di volta in volta emergevano, dai costi generali alla logistica relativa all’evento. Ma non solo, perché la documentazione della sezione include anche la trascrizione di registrazioni relative agli incontri di Hill e Mekas con il pubblico della rassegna torinese, incontri che videro la presenza anche di un’altra figura importante nel New American Cinema, ovvero Taylor Mead. Al di là dei toni, in quegli scambi, e soprattutto in quelli tra Mekas e il pubblico, si ritrovano questioni sul cinema e l’arte in generale che sono attuali ancora oggi.
Gli altri contributi del libro si soffermano sul New American Cinema in Italia prima della rassegna del 1967 (Miguel Fernández Labayen e John Sundholm), sulla scena del cinema indipendente torinese di quel periodo (Scandura), e poi ci presentano tre testimonianze relative al tema “L’America in Italia” a firma di Massimo Bacigalupo, Tonino De Bernardi e Pia Epremian. In quegli anni tutti e tre avevano cominciato da poco la loro esperienza di filmmaker sperimentali. Come si ricorda in più parti nel libro, la rassegna torinese contribuì in modo determinante a spingere alcuni filmmaker indipendenti italiani, fra cui gli stessi Bacigalupo, De Bernardi ed Epremian, a imitare Mekas e soci, e quindi fondare, come propria base operativa, una cooperativa sul modello dell’Anthology Film Archives degli americani. Fu l’inizio della Cooperativa Cinema Indipendente (CCI).
di Gianluca Pulsoni