Far East Film Festival: 27 anni di meraviglie dall’Oriente
Davide Magnisi firma un bilancio del Far East Film Festival 2025.

La 27a edizione del Far East Film Festival è stata ancora una volta una gioia per gli occhi degli appassionati di cinema
Si è svolta a Udine, dal 24 aprile al 2 maggio, al Teatro Nuovo e al Cinema Visionario, la 27a edizione del Far East Film Festival. Nove giorni di autentiche perle cinematografiche dall’Estremo Oriente. Opere invisibili nell’asfittica distribuzione italiana, confinata nei ripetitivi stereotipi che siano italiani o americani o, tutt’al più, francesi, poco altro, purtroppo, possiamo sperare di vedere nelle nostre sale. Dall’Estremo Oriente, invece, abbiamo assistito a un’appassionata carrellata di film di ogni genere possibile. In questi nove giorni a Udine ci siamo appassionati e divertiti. Abbiamo pianto, abbiamo riso, abbiamo visto quanto vasta sia la proposta cinematografica di geografie lontane come la Cina, Hong Kong, Sud Corea, Giappone, Filippine, Taiwan, Thailandia, Malesia, Vietnam, Mongolia, Indonesia. Quanto ricche siano di horror, thriller, drammi intimi o urlati, commedie sentimentali o piene di divertimento, film d’azione, anzi super action films, secondo la definizione della sempre competente, appassionata e corsara direttrice del Far East, Sabrina Baracetti.
E poi i film restaurati, i classici di un recente passato, che ci hanno ricordato una cinefilia pionieristica di qualche decennio fa. E, ancora, i tanti ospiti dall’Estremo Oriente, con opere dense di spunti per fotografare le urgenze narrative dell’Asia contemporanea, con un’attenzione particolare ai temi sociali. Registi e registe, attrici, attori, produttori, addetti ai lavori, sempre disponibili, divertiti, per fermarsi a dialogare (e farsi fotografare) con il pubblico, quasi sorpresi di trovare sale enormi sempre strapiene di pubblico, anche molto giovane, gente appassionata che fa nuove scoperte, curiosa di nuovi volti e nuove storie.
Anche quest’anno, insomma, anche più degli altri anni (così sembra ogni anno), il Far East Film Festival è riuscito a creare un’atmosfera unica, una comunità cinefila. In un panorama di Festival quasi tutti uguali (e, spesso, con un pubblico risicato), questa manifestazione ha un’identità fortissima, che ogni anno mantiene e accresce, fidelizzando spettatori di ogni tipologia, che non vedono l’ora di tornare a scoprire le perle dell’Estremo Oriente.
Il Far East Film Festival edizione 27 ha portato a Udine 77 film (12 anteprime mondiali, 22 internazionali, 23 europee, 19 italiane, da 12 paesi diversi). 220 gli ospiti, tra cui il Gelso d’Oro alla Carriera alla superprolifica attrice taiwanese Sylvia Chang e al grande regista Tsui Hark. Così i due fondatori della manifestazione, Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche: «Mai come quest’anno abbiamo sentito l’affettuosa vicinanza degli udinesi e l’orgoglio della città per il Festival. Sommando le presenze in sala, tra il Teatro Nuovo e il Visionario, possiamo calcolare matematicamente 65 mila spettatori, sì, ma contare tutte le persone effettivamente colpite dal mood asiatico è impossibile!». Proprio i voti degli spettatori, giudici dei titoli in concorso fin dal 1999, hanno determinato i vincitori di questa edizione.
Primo posto e Gelso d’Oro il campione d’incassi cinese Her Story, della regista Yihui Shao, autentico fenomeno di costume in patria. Secondo posto e Gelso d’Argento all’hongkonghese The Last Dance – Extended Version di Anselm Chan, terzo posto e Gelso di Cristallo Like a Rolling Stone della regista cinese Yin Lichuan, sulla difficile condizione delle donne in Cina, un dramma senza tempo e senza luogo.
La giuria tecnica della sezione opere prime (Kim Yutani, Sakoda Shinji, Megumi), invece, ha scelto Diamonds in the Sand, della regista filippina Janus Victoria. Gelso per la Miglior Sceneggiatura (giurati Massimo Gaudioso, Silvia D’Amico, Francesco Munzi), è andato all’intenso thriller psicologico giapponese Welcome to the Village di Jojo Hideo.
Altri numeri di questa edizione: 1993 gli accreditati, 130 gli studenti universitari di cinema da varie parti del mondo ospitati. Oltre 200 i professionisti arrivati da tutta Europa per le sessioni industry di Focus Asia e circa 20mila le persone che hanno preso parte ai Far East Film Events, disseminati nel centro di Udine, includendo i visitatori della mostra Mondo Mizuki, Mondo Yokai, dedicata al disegnatore giapponese Shigeru Mizuki.
Il Far East Film Festival ha avuto anche una sezione on line su MYmovies ONE con 23 titoli. Il più amato dagli spettatori è stato il durissimo noir mongolo Silent City Driver di Janchivdorj Sengedorj, seguito dal serratissimo thriller giapponese A Bad Summer di Hideo Jojo. Per chiudere, le parole di Sylvia Chang dal palco del Teatro Nuovo: «Il tempo in cui viviamo è davvero folle, folle e caotico, ma per nostra fortuna esistono ancora i film e possiamo ancora decidere di andare a chiuderci dentro un cinema. Ridendo, piangendo, sognando. Per due ore, almeno per due ore, nessuno deve impedirci di pensare che il mondo sia ancora un posto bellissimo!». Il Far East Film Festival ce lo ha ricordato e dimostrato anche quest’anno.

di Davide Magnisi