Duse The Greatest
La recensione di Duse The Greatest, di Sonia Bergamasco, a cura di Ignazio Senatore.
“Dichiaro che penso sia inutile davi dettagli o date sulla mia vita di attrice. Sento che è indelicato, anzi, grossolano, andare a rintracciare nella mia vita di donna. Se questa ha formato quella, perché chiedere all’una il segreto dell’altra. A che serve il sapere dove sono nata, dove ho vissuto, quanto ho disperato o quanto ho creduto nell’arte. Tutto questo è volgare riprodotto sui giornali e senza interesse per il pubblico. Se prima che fossi attrice nessuno si interessava a me, perché oggi l’artista dovrebbe svelare la donna?”
Chi parla è Eleonora Duse, “la divina”, l’attrice teatrale più famosa del suo tempo, un’antidiva che non rilasciava interviste e teneva fuori da riflettori e pettegolezzi la sua vita privata.
A rispolverare la sua figura leggendaria, è il doc Duse The greatest, dell’attrice Sonia Bergamasco, qui in veste di regista, presentato a Firenze, nella 45esima edizione del Festival di cinema e donne,
Per ricostruire la carriera artistica della “divina”, in assenza di registrazioni, Bergamasco, con la voce off, punta tutto sulle numerosissime lettere scritte dall’attrice, nata a Vigevano, il 3 ottobre 1858.
Nonostante la carriera teatrale relativamente breve (Duse si ritirò dalle scene a cinquant’anni), la sua fama giunse oltre Oceano e stregò il pubblico americano. Per Charlie Chaplin “era la più grande artista che aveva mia visto”. Marilyn Monroe custodiva una sua foto e Sarah Bernardt, altra diva dell’epoca, nutriva per lei una sincera ammirazione.
di Ignazio Senatore