Deadpool & Wolverine

La recensione di Deadpool & Wolverine, di Shawn Levy, a cura di Gianlorenzo Franzì.

Problemi ce ne sono, strutturali e progettuali. Come ad esempio qualche svolazzo di trama che si perde qua e là; o come la presunzione di pensare che chiunque abbia dimestichezza con l’MCU e non solo, anche con le traversie dei diritti dei diversi personaggi Marvel. Ma anche l’assoluta inesistenza di peso narrativo per un personaggio centrale come Wolverine.

Eppure, diventano piccoli nei che danno luce al resto, perché il Deadpool & Wolverine di Shawn Levy, tecnicamente il 34° film del Marvel Cinematic Universe, ha dalla sua un pregio che pochi film oggi possono vantare, specie se imbottiti di soldi come questo: la sincerità che viene dalla passione.

Lo sanno forse anche i termosifoni che l’MCU ha affastellato storie e intrecci in maniera indiscriminata, tanto da fare appannare il giudizio anche al Marvel Zombie più sfrenato: e allora Ryan Reynolds, deus ex machina dell’operazione (nonché sceneggiatore insieme al regista e alla star dei fumetti Zeb Wells) decide di partire dall’elefante nella stanza, e da lì innesta un meccanismo infallibile che porta a casa un risultato colossale.

Deadpool & Wolverine, va detto fuori dai denti, è il sogno bagnato del fan service: arriva a mettere in scena quel personaggio là (interpretato da Channing Tatum…) con tutto il metabagaglio che si trascina dietro, gioca con lo spettatore e spinge al limite il divieto 6+ con un fraseggio che neanche uno scaricatore di porto. Ma lo fa con consapevolezza prima di tutto, e poi con quell’autoironia salvifica che oggi sembra un’isola felice.

Per questo, gli si perdona tutto stritolati in 128 minuti senza fiato che corrono come un treno, correndo a velocità folle lungo i binari di un universo narrativo che permette tutto e non perdona niente.

Non si può non notare che Hugh Jackman corona una carriera con un ruolo che gli è costato tutto, ma a cui lui dà veramente tutto, superando in efficacia e presenza fisica anche la bella prova in Logan; e non va sottovalutata neanche la componente meta -perché fondamentalmente tutto il film si basa su questo- a cui però va fatto un applauso a scena aperta per aver saputo miscelare tutto in un insieme incredibilmente coeso, affascinante, divertente, leggero.

Deadpool & Wolverine è il nuovo trionfo dei Marvel Studios, che rialzandosi dalle loro stesse ceneri (come una Fenice…) chiedono perdono e vanno avanti, spremendo fino all’osso un charachter vincente come quello di Wade Wilson affiancandogli una delle poche, vere icone pop dell’ultimo secolo (ovviamente Wolverine), dosando sapientemente dialoghi brillanti a passaggi sul filo dell’emozione, mentre lo spettatore un po’ lo prendono a sberle, un po’ lo coccolano.

Possiamo dire geniale?


di Gianlorenzo Franzì
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