Operazione vendetta

La recensione di Operazione vendetta, di James Hawes, a cura di Francesco Parrino.

Charles “Charlie” Heller (Rami Malek) è un brillante, ma profondamente introverso decifratore della CIA che lavora in un ufficio seminterrato del quartier generale di Langley. La vita di Charlie viene sconvolta dalla morte violenta della moglie Sarah (Rachel Brosnahan) in un attacco terroristico a Londra. Quando i suoi superiori si rifiutano di intervenire, Charlie decide di prendere in mano la situazione, intraprendendo una caccia all’uomo globale per rintracciare i responsabili, con la sua intelligenza come sola e unica arma definitiva con cui cavarsela. Questo è Operazione Vendetta, un film di James Hawes, ora al cinema con 20th Century Studios. Non un soggetto pienamente originale comunque, i cinefili di ferro ricorderanno bene di una prima vita cinematografica di Charles Heller con il volto e il corpo di John Savage. Si tratta, infatti, del remake di Computer per un omicidio di Charles Jarrott del 1981, la cui sceneggiatura fu firmata dal giornalista e romanziere specializzato in romanzi di spionaggio Robert Littell.

Fu il suo primo lavoro cinematografico e televisivo che scelse infine di tradurre in forma letteraria sotto il nome di The Amateur. Ovvero il titolo originale di ambo le trasposizioni cinematografiche mai confermato dalla distribuzione italiana, che però va individuare bene l’essenza stessa della sua narrazione. Se, infatti, può sembrare relativamente canonico e già visto l’incipit di Operazione Vendetta – così come la sua inevitabile e positiva conclusione di una vendetta carburata dal dolore di un amore strappato così violentemente – lo stesso non può dirsi del suo sviluppo. La forza di Operazione Vendetta sta proprio nel come il dispiego dell’intreccio va a ribaltare tutti i codici del genere spionistico a partire dall’inesperienza e dalla goffagine del suo eroe protagonista. Un’analista esperto di numeri ma non di armi, un amatore per l’appunto, un novellino, al centro di un intrigo internazionale da manuale che lo rende spia a pieno titolo.

Da qui la scelta di Malek come protagonista e volto di copertina atipico. Una scelta naturale ci sentiamo di dire. E non tanto perché già vincitore di un Oscar come Miglior attore protagonista – e quindi automaticamente d’attrattiva – ma perché dopo la buona prova offerta in No Time To Die nei panni del villain Safin, e soprattutto dopo aver vestito i panni di Elliott Alderson del sempre mai troppo celebrato Mr. Robot, la performance di Operazione Vendetta ne rappresenta quasi l’ideale completamento artistico. Il resto lo fanno le atmosfere sceniche. Il clima di sospetto e incertezza della Guerra Fredda degli anni Ottanta, infatti, lascia qui il posto alla sfiducia del contesto politico contemporaneo tra criptaggi, doppi e tripli giochi tra le più alte sfere del Governo e le sempre più critiche problematiche relative all’intelligenza artificiale. Un film magari non memorabile, ecco, ma capace di offrire due ore di buon intrattenimento e di cui ci sentiamo di consigliarvi la visione.


di Francesco Parrino
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