Kràmpack

Turbamenti adolescenziali e vacanze estive fanno da sfondo a Kràmpack, opera prima dello spagnolo Cesc Gay, che racconta i desideri, confessati senza reticenze, di Dani e Nico, giovanissimi alle prese con la scoperta del sesso.
L’occasione per sperimentare umori e amori è favorita dagli inconsapevoli genitori di Dani che, partiti per un viaggio, lasciano libera la casa al mare. E’ così che prende il via la ricerca di identità sessuale da parte dei due amici per la pelle, vissuta attraverso elaborati riti masturbatori, amori consumati in maniera promiscua, attrazioni verso il proprio stesso sesso. Gay, a scapito della pericolosità dell’argomento, compie un piccolo miracolo di grazia ed eleganza. Poteva infatti risultare morboso ed eccessivo ritrarre il percorso dei protagonisti, mentre Gay fotografa con uno sguardo libero e leggero quel momento particolare dell’adolescenza in cui avviene la scoperta del corpo e del piacere.
Kràmpack coniuga inoltre felicemente il tema adolescenziale con un linguaggio semplice e diretto che ricorda da vicino le opere di Doillon come le commedie agrodolci di Romher. E se il film risulta vibrante di vita vera, lo deve proprio all’essersi impossessato di uno stile sincero e senza mediazioni, lontano mille miglia dai numerosi titoli di successo che hanno avuto per oggetto l’età incerta. Basti pensare, per fare alcuni tra gli esempi più noti e recenti, agli irriverenti American Pie e Scary Movie; alla sanguinosa trilogia diScream, epopea di giovani collegiali scossi da fremiti omicidi più che sessuali; o, infine, a Come te nessuno mai, fortunato ritratto di liceali tra ansia della prima volta e militanza politica.
L’esordio di Gay si sottrae ai meccanismi che facilitano la presa sul pubblico, non si preoccupa di apparire disturbante nella sua sincerità e, anzi, proprio grazie allo scarto che opera nei confronti del cinema commerciale, si trasforma in una palpitante e sensibile indagine sulle inquietudini adolescenziali.
di Angela Prudenzi