Joker: Folie à Deux

La recensione di Joker: Folie à Deux, di Todd Phillips, a cura di Valeria Gennaro.

Ed è arrivato il momento di Joker: Folie à Deux, appena uscito nei cinema italiani. L’atteso sequel (musicale) del grande successo di Joker (2019) di Todd Phillips invece di sviscerare più significato dalla follia di Joker, gioca metaforicamente e rivolge uno sguardo più critico verso il culto dell’eroe.

Il regista carica tutto sulle spalle del grandissimo Joaquin Phoenix e cerca di riaccendere lo stupore legando insieme i fili sciolti di Joker: Folie à Deux – sulla fama come fenomeno spaventoso – mentre introduce la sua versione di Harley “Lee” Quinn (Lady Gaga). Sebbene nelle storie di Gotham ci sia sempre l’occasione di creare colpi di scena pittoreschi, c’è un’ambientazione tale in questo sequel che deluderà chi si aspetta una magnificenza teatrale.

Ci sono alcune cose che però funzionano in maniera formidabile, come la coppia di Harley e Joker e le loro fughe dalla realtà – momenti in cui Arthur si lascia trasportare persino dalle sue aspettative riguardo quello che potrebbe succedere (se “Lee” fosse più innamorata dell’idea del Joker?). Nel sequel sicuramente le fantasie dei clown aiutano il film a rappresentare meglio le insicurezze del protagonista, ma anche la speranza di aver trovato finalmente una persona capace di comprenderlo fino in fondo.

Lo smarrimento di Arthur però è anche quello del pubblico. L’opera investe poco tempo nel definire il personaggio di “Lee” (non si ha mai un’idea concreta di ciò che sta ottenendo da questa relazione) e la trama complessivamente non ha appeal. Joker: Folie à Deux perciò non riesce ad innovare, qui scarseggiano quell’intensità, quell’impeto e quel tono che uniti alla profondità emotiva avevano fatto del film precedente un’opera straordinaria.


di Valeria Gennaro
Condividi

di Valeria Gennaro
Condividi