Beautiful Beings

Davide Magnisi recensisce BEAUTIFUL BEINGS, il film di Guðmundur Arnar Guðmundsson che ha vinto la recente edizione di Off Camera a Cracovia.

Titolo originale: Berdreymi
Regia: Guðmundur Arnar Guðmundsson
Durata: 123′
Anno: 2022
Produzione: Islanda/Danimarca/Svezia/Paesi Bassi/Repubblica Ceca

Beautiful Beings segue un gruppo di giovani ragazzi sullo sfondo della magnetica natura del paesaggio islandese. È un cinema che connette le pulsioni distruttive e il drammatico bisogno d’amore propri dell’adolescenza. I due poli opposti del film sono Konni e Balli. Konni è il più violento del branco; Balli è, invece, fragile e indifeso, figlio di una storia di abusi che ne segna il destino. Anche se è l’alto e forte Konni il capo della banda, è Addi a emergere come figura centrale nella storia. È il primo tra i ragazzi a mostrare compassione nei confronti di Balli bullizzato. Addi decide di adottarlo nella sua banda, dandogli una nuova vita attraverso l’amicizia.

La violenza si estende a tutte le relazioni ed è la trama connettiva del film, come fosse l’unica possibilità per dare una scossa all’immobilità della vita, con le sue quotidiane ingiustizie e sopraffazioni. Persino l’amicizia si manifesta in corpi che si picchiano o si soffocano a vicenda. Nel film, lo stesso concetto di amicizia risulta una specie di lotta per raggiungere uno status tra i ragazzi. I giovani protagonisti provano a plasmare e superare le proprie insicurezze adolescenziali secondo un tradizionale e rigido codice di mascolinità, ferendo loro stessi e le persone che li circondano in questo processo di ricerca, di uno stare nel mondo che possa farli accettare come individui e come gruppo.

Questa autoproiezione di sé si basa su continue forme di violenza, ma il forte legame di amicizia che i ragazzi condividono fornisce loro un temporaneo riparo da mondo esterno: si prendono cura l’uno dell’altro, si divertono, sfidano il mondo, si difendono e proteggono insieme. Il regista ritrae questa coesistenza di aggressività maschile e indifesa tenerezza coinvolgendo con immagini vivide. La macchina da presa si avvicina spesso ai personaggi, coglie i loro sguardi e gesti più minuti, enfatizzando la luminosa natura islandese che li circonda, valorizzando un magnifico cast di giovanissimi attori. [DAVIDE MAGNISI]


di Redazione
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