Baciami ancora

Gabriele Muccino riunisce il cast dell’Ultimo bacio (fatta eccezione per Giovanna Mezzogiorno, sostituita da Vittoria Puccini) e costruisce un vero e proprio seguito di quel fortunato film, raccontando che cosa è successo nelle vite di quei trentenni confusi e nevrotici. Si scopre che in fondo poco è cambiato, che le inquietudini restano, che crescere interiormente è molto difficile. Ora i protagonisti hanno quarant’anni o quasi e le famiglie sono sfasciate o in crisi, gli amori difficili, i sogni in gran parte svaniti. Eppure, nonostante l’alto tasso di nevrosi dispiegato nelle quasi tre ore di film, il finale appare ottimista e riconciliato, con un vero e proprio elogio della famiglia nonostante tutto, della maternità, della voglia di ricominciare. C’è chi ritrova il vero amore quando tutto sembrava perduto, chi trova il suo riscatto dopo gravi errori, chi scopre la felicità nel modo più inaspettato e chi testardamente non rinuncia a essere “infantile” e avventuriero. Ma il lieto fine non è per tutti. Qualcuno non ce la fa e soccombe, qualcun altro resta a tormentarsi per quella dolorosa fine.
L’operazione di Muccino è riuscita a metà. Il difetto principale del film è la lunghezza eccessiva, che comporta un’inevitabile ripetizione di situazioni e una perdita di tensione narrativa. Alcuni sviluppi della vicenda (specie quelli più drammatici) sono davvero prevedibili, “telefonati” con largo anticipo. Le scene finali in sala parto sfiorano il ridicolo. Inoltre, nuoce al film una cert’aria più cinica che romantica: all’insegna dell’antico detto “chi muore giace, chi vive si dà pace” i protagonisti liquidano in fretta la perdita di uno di loro, per di più senza curarsi troppo di chi, dolorosamente, gli sopravvive con immensi sensi di colpa.
Muccino comunque sa girare, coinvolgere lo spettatore, dirigere i suoi attori e nel complesso la storia dei cinque amici e delle loro donne dimostra di avere ancora qualcosa da dire e su cui riflettere. Baciami ancora sa regalare a tratti emozioni autentiche, come nella scena dell’incontro fra Alberto (Giorgio Pasotti) e Adele (Valeria Bruni Tedeschi, new entry del cast), nella crisi coniugale fra Marco (Pierfrancesco Favino) e Veronica (Daniela Piazza), nella disperazione finale di Livia (Sabrina Impacciatore). Fra gli interpreti, spiccano soprattutto Favino e la Impacciatore. Brava anche la Puccini, anche se troppo giovane per la parte. La prova di Stefano Accorsi è corretta ma un po’ opaca, anche perché il suo personaggio è meno centrato (e centrale) rispetto al primo film.
di Anna Parodi