La morte è un problema dei vivi

La recensione di La morte è un problema dei vivi, di Teemu Nikki, a cura di Juri Saitta.

Risto è un impresario di pompe funebri ludopatico e pieno di debiti che sta per essere lasciato dalla moglie; Arto è un educatore di asilo la cui vita familiare e professionale è stata sconvolta dalla scoperta di avere solo il 15% del cervello. I due troveranno il modo di uscire dalle rispettive crisi lavorando insieme come becchini in una roulette russa clandestina.

Sorta di buddy movie inserito in un contesto più macabro e grottesco, La morte è un problema dei vivi del finlandese Teemu Nikki è un film in cui la disperazione umana è raccontata unendo dramma e umorismo.Il titolo in questione inizia come una black comedy retta da una sceneggiatura cinica e carica di humour nero che segue le situazioni tragicomiche, paradossali e improbabili dei due protagonisti. Con il procedere della vicenda, però, i toni si fanno sempre più cupi e drammatici, trasformando il film in una sorta di viaggio negli antri più bui della condizione umana e della società contemporanea.

Una discesa negli inferi sottolineata dal modo crudo con cui vengono mostrati i cadaveri nella roulette russa e ben metaforizzata dallo scantinato in cui essa si svolge: un luogo spoglio e grigio che evidenzia visivamente il contesto rappresentato dall’opera. Qui, infatti, Teemu Nikki descrive un’umanità complessivamente priva di empatia nella quale i rapporti sono molto freddi e distaccati, dettati perlopiù dal mero utilitarismo economico e lavorativo.

Un’umanità glaciale anche nel rapporto con la morte, come dimostra il procedimento meccanico e formale con cui si svolge la roulette russa clandestina, dove il “giocatore” si trova quasi da solo di fronte a una telecamera e in cui gli scommettitori sono perlopiù invisibili perché collegati su internet. Una situazione estrema e paradossale che comunica efficacemente quanto la società nordica – ma estendo il ragionamento, anche la nostra -, sia arida e mercificata.

Tutto ciò in un’opera piccola ma densa, nella quale l’ironia e il tema dell’amicizia tra i due protagonisti non celano la grande disperazione di fondo, grazie anche a una sceneggiatura e a una messa in scena che sanno passare abilmente dalla commedia grottesca al dramma socio-esistenziale.


di Juri Saitta
Condividi

di Juri Saitta
Condividi