Io e Sissi
La recensione di Io e Sissi, di Frauke Finsterwalder, a cura di Ignazio Senatore.
Sarebbe interessante comprendere come mai la maggior parte dei cineasti, invece di narrare la contemporaneità, così ricca di dissidi e contraddizioni, di utopie, sogni e speranze perdute, si ostini a raccontare vicende lontane mille miglia dalla realtà. Un esempio lampante è Io e Sissi della regista Frauke Finsterwalder.
La vicenda ruota, infatti, intorno alla capricciosa, infantile e viziata Elisabetta, imperatrice d’Austria e d’Ungheria, per tutti Sissi (Susanne Wolff). Ossessionata dalla ricerca della magrezza e della sana alimentazione, amante della vita all’aperto, tra escursioni e cavalcate, Sissi vive a Corfù, lontano dal marito Francesco Giuseppe. Sua dama di compagnia è la contessa Irma (Sandra Huller), quarantaduenne, nubile, schiava di una madre ingombrante e invasiva. Dopo le iniziali diffidenze, le due donne, unite da una comune avversione nei confronti degli uomini e del sesso, legano sempre più. Sarà Sissi, però, a condurre il gioco e a tenere al guinzaglio l’indomita contessa che, prova a tenerle testa e a non soccombere di fronte alle sue bizzarre e infantili richieste. Francesco Giuseppe impone a Sissi di rientrare in Ungheria e Imma la segue a corte. Lei accetta controvoglia e…
La vicenda procede senza grandi slanci e, nel rispetto fedele della tradizione dei biopic, è arricchita da una splendida ambientazione e da pregevoli costumi. Tutto è, però, freddo e laccato, e non bastano i brani moderni, in stile punk, per dare respiro a una vicenda che, nel complesso, non attira, né intriga, Non mancano però le battute fulminanti: “La vergogna è per la borghesia.”, dichiara, infatti, la volubile e algida Sissi. Un taglio in fase di montaggio, infine, avrebbe reso più fluida la visione del film, la cui durata supera le due ore.
di Ignazio Senatore