Raffaello Lucarelli, il pioniere del cinema
Antonio La Torre Giordano riflette sulla figura di un pioniere del cinema italiano: Raffaello Lucarelli.
È noto quanta confusione regni nei settori della storiografia, della teoria e della critica cinematografica. Le origini del cinema e l’attribuzione cronologica delle scoperte e dei meriti, per molti, rimane una materia controversa. A tale disordine contribuisce anche un certo unilateralismo metodologico delle ricerche che non si è mai uniformato ad uno standard condiviso, soprattutto per le ricerche di prima mano. Non esistono convenzioni uniformi compartecipate a livello internazionale per la ricerca nel campo della storiografia del cinema. La difficoltà di accesso a fonti primarie autentiche e la mancanza di una metodologia standardizzata per la loro analisi complicano ulteriormente il quadro. Le fonti primarie possono essere incomplete, frammentarie o difficili da interpretare, e senza un approccio condiviso alla loro analisi, i risultati delle ricerche possono differire tra loro. Il cinema è un campo intrinsecamente multilaterale; coinvolge aspetti tecnici, artistici, culturali e sociali e, paradossalmente, ciò complica ulteriormente le indagini poiché private di un approccio integrato e multidisciplinare. Questo tema è quanto mai confacente alla trattazione biografica sul pioniere del cinema italiano Raffaello Lucarelli, sul quale in passato – anche recente – sono state elaborate deduzioni inesatte.
Agli albori, i precursori del cinema si ergevano come dei moderni profeti, diffondendo l’evangelio della nuova forma espressiva dell’immagine, proprio come fecero in precedenza i lanternisti itineranti. Tra i primi cineasti italiani di rilievo storico vi è Vittorio Calcina, precursore nella realizzazione di cortometraggi documentaristici e narrativi. In breve tempo, altri antesignani emergono sulla scena cinematografica. Tra questi spicca il regista e inventore Filoteo Alberini che già dal 1895 perfeziona un dispositivo di ripresa simile e contestuale a quello dei fratelli Lumière. Operano in più direzioni anche figure di rilievo come Italo Pacchioni, Arturo Ambrosio, Luca Comerio, Giovanni Vitrotti, Roberto Omegna e molti altri, con contributi significativi e diseguali, ma sempre volti allo sviluppo del cinema italiano delle origini. Sono tutte personalità con storie emerse dall’oblio nel corso dei decenni, grazie ad indagini approfondite che hanno in parte colmato gli aspetti più lacunosi dell’epopea cinematografica. A questi apostoli del cinema va assegnato il nobile merito di aver contribuito all’evoluzione del film, arricchendo il panorama storico del cinema con opere e sperimentazioni rinnovatrici e progressiste. Tuttavia, non tutti hanno ricevuto il riconoscimento che avrebbero meritato, soprattutto se si considera il loro contributo effettivo alla cinematografia sia regionale che nazionale. Nonostante il loro impatto significativo e le innovazioni introdotte, molti precursori del cinema sono rimasti nell’ombra come dei fantasmi, immolati ad un mancato tributo per il loro ruolo così fondamentale a causa di una certa approssimazione storica, oppure – ed è l’ipotesi più plausibile – per una semplificazione metodologica di ricerca. Raffaello Lucarelli – fotografo, esercente, documentarista, regista, produttore, distributore, impegnato nel cinema per oltre vent’anni – ne è un esempio preclaro. Molti degli studi sul pioniere umbro compiuti da ricercatori e storici del cinema – su tutti, i lavori imprescindibili di Nino Genovese, Franco La Magna, Nila Noto e Sebastiano Gesù – impongono una revisione – poiché presentano alcune lacune e inesattezze dovute al mancato accesso alle fonti documentali originali che recentemente sono emerse.
Reputato erroneamente fiorentino – o semplicemente toscano e talvolta romano (sic!) –, Raffaello Lucarelli (all’anagrafe Raffaele, Gabriele, Pietro) nasce in Umbria l’11 ottobre 1879 , a Gualdo Tadino (Perugia), l’antica Tarsina, e poi Tadinum, storica città situata nel nordest della Regione. In piazza Vittorio Emanuele, nel cuore dell’abitato, vi era il negozio «Fotografia Lucarelli», ovvero, il luogo familiare ispiratore che ha agito come una placenta, nutrendo e modellando le future inclinazioni del futuro cineasta. Esaminare la vita e l’opera di Lucarelli, proveniente da una modesta famiglia e precoce fuggitivo dalle strette provinciali, implica un viaggio attraverso la nascita del mondo della celluloide. Questa è un’indagine che attinge alle radici dello stesso, esplorando il suo concepimento, il suo sviluppo, e l’affermazione come rituale profano e universale, che va oltre la mera biografia individuale.
Il Cinematografo seduce ed incanta il giovane Lucarelli da Gualdo Tadino, sebbene il cinema non sia ancora accompagnato da una particolare rilevanza popolare né culturale. Egli viene chiamato alle armi in quel di Spoleto il 18 ottobre 1899, ma ciò non frammenterà il desiderio che lo abita: investire la propria vita nel cinema. Sceglie Palermo come sfondo al suo progetto, la sua città d’adozione in cui si trasferirà il 28 luglio del 1905, quando concluderà il servizio di leva nel personale ferroviario d’armi. Nell’ottobre del 1905, i fratelli Lucarelli fonderanno la Lucarelli-Film – tra questi, solo Lorenzo raggiunse Raffaello a Palermo e collaborò costantemente con lui fino al 1911, mentre Barbara guidò le sale in Gualdo Tadino –, nonché il cinema di pregio Edison Saal, poi assumerà l’antroponimo rinascimentale di «Raffaello» ché gli parve più consono al suo ruolo pubblico, nel brioso contesto della Belle Époque; girerà i primi cinegiornali e fonderà a Palermo uno dei primi multisala europei, ovvero il Cinema-Teatro Lucarelli in via Cavour, la struttura cinematografica più lussuosa e performante in Sicilia; si consorzierà con la francese Pathé Frères e prenderà lezioni di ripresa presso «Le Studio Éclipse (Société Générale des Cinématographes Eclipse)»; fonderà il Giornale Cinematografico Lucarelli – GCL , quindicinale realizzato sul modello del Pathé Journal, e poi diffuso in tutto il mondo. Lucarelli e la sua troupe filmeranno gran parte degli eventi sociali, culturali, sportivi e di costume a Palermo ed in Sicilia, diventando l’uomo dei primati e il cineoperatore di riferimento della famiglia Florio, incluse, ovviamente, tutte le edizioni della Targa e i numerosi eventi patrocinati dal Casato. Supportato dalla famiglia Florio e dopo aver realizzato Festa a Villa Igiea (1906), il tycoon umbro filmerà moltissimi eventi notiziabili a Palermo e in Sicilia, mentre nel maggio del 1908 introdurrà in Sicilia il «Cinemateathrophon», un innovativo dispositivo che rappresentava il precursore del cinematografo parlante e già in uso nelle sale parigine. Fornirà un sostegno fattivo a Filippo Tommaso Marinetti che nel 1911 effettuerà una serie di conferenze sul futurismo al Cinema-Teatro Lucarelli. Inoltre, il cineasta riceverà prestigiosissime onorificenze per l’impegno cinematografico come le medaglie d’oro conferite da Vittorio Emanuele III Re d’Italia, che lo nomina Cavaliere della Corona d’Italia, e quella del Kaiser di Germania e Prussia Guglielmo II, per le riprese cinematografiche in occasione della sua visita a Palermo; prolifico e stakanovista – nel dossier monografico di prossima pubblicazione a lui rivolto sono stati catalogati oltre 70 titoli, ma il numero è di fatto parziale – girerà i primi lungometraggi a soggetto in Sicilia, alcuni dei quali co-prodotti con la Pathé , come La bufera (1913), Più forte dell’odio (1913), Il silenzio del cuore (1914), Ondina (1914), Occultismo (1914), Liquor somniferus (1914), ecc. e La regina della notte (1915), realizzato dalla Azzurri Film del titolare dell’omonima Scuola di recitazione, ovvero Paolo Azzurri, con la supervisione dello stesso Lucarelli; gestirà contemporaneamente sette sale e un’arena nella città di Palermo e due in Gualdo Tadino; all’Esposizione Internazionale di Genova del 1914 verrà insignito di una medaglia d’oro al valore artistico; dopo la collaborazione con la Pathé, darà vita a un secondo ciclo co-produttivo con una Casa straniera, partecipando alla realizzazione dei due gialli dell’elvetica Lumen-Film di Losanna, retta dal precursore svizzero Albert Roth De Markus – Profumo mortale (1915) e Il romanzo fantastico del dott. Mercanton o il giustiziere invisibile (1915) – entrambi girati a Palermo nel 1915, riutilizzando in gran parte le stesse scenografie della Lucarelli-Film. Il contributo di Raffaello Lucarelli, a buon merito il “Capostipite del cinema in Sicilia”, è annoverato tra i pionieri del cinema italiano e va ben oltre un semplice profilo regionale. Il 30 settembre 2024, l’Università di Milano-Bicocca ha organizzato una conferenza dal titolo Il pioniere del cinema: Raffaello Lucarelli – Repertorio cinematografico italiano tra passato e futuro, nell’ambito della XV ª edizione del Gran Festival de Cinema Muto di Milano e in collaborazione con l’Archivio Siciliano del Cinema di Palermo. Nel 2025, anno in cui ricorre il 120° anniversario della fondazione della Lucarelli-Film, il Comune di Gualdo Tadino, cittadina natìa del cineasta, celebrerà adeguatamente l’illustre figura, riscoprendo e onorando un suo nobile cittadino, il cui impatto nel mondo del cinema ha segnato profondamente la storia culturale del Paese.
di Antonio La Torre Giordano