Magico Rondo – Un ricordo di Gianni Rondolino

Su una parete dell’aula in cui si faceva lezione di “Storia e critica del cinema” all’Università di Torino, campeggiava la scritta MAGICO RONDO. Credo che non ci fosse modo più giusto per descriverlo e per restituire l’entusiasmo degli studenti che si erano arrampicati proprio sotto il proiettore per poter rendere visibile il loro pensiero. Perché le lezioni del professor Gianni Rondolino erano trascinanti, approfondite, appassionate e indimenticabili. Ancora oggi mi rendo conto di quanto abbia influenzato la mia formazione e il mio punto di vista. E di quante sue parole siano entrate nel mio quotidiano. Amava definire “corrivi” i film che non avevano bisogno di tante giustificazioni per essere stroncati. Non c’era bisogno di dilungarsi, in fondo, e lui si esprimeva con una precisione che devo definire tristemente “d’altri tempi”.

Perché era sempre corretto e cortese, sorridente ed entusiasta. E accogliente nel modo di stringere la mano con entrambe le sue mani. Uomo elegante ma attento alle sfumature del discorso. Da lui ho imparato ad ascoltare i film, ad organizzare nella visione il ricco tessuto invisibile di dialoghi, rumori, musiche. Ho imparato che c’è sempre una ragione per un movimento di macchina o un attimo di  silenzio, e che l’animazione come il cinema sperimentale stanno sullo stesso piano. E me lo ricordo con l’elmetto in testa a parlare di cinema bellico in una trasmissione di RaiTre. Sempre innamorato del cinema che insegnava ad amare.

Chissà se c’è ancora quella scritta su quel muro. A me, comunque, piace ricordarlo così.


di Grazia Paganelli - Presidente Gruppo Piemontese SNCCI
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