Convegno Fiesole (16-7-2002) – Il cinema di Costa – Gavras

Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, in collaborazione con il Comune di Fiesole, ha organizzato in questa località, lo scorso 16 luglio, un Incontro intitolato Processo alla Storia. Il cinema di Costa-Gavras.
L’Incontro, cui ha partecipato lo stesso Costa-Gavras, è stato introdotto da Bruno Torri il quale, dopo aver definito il regista greco-francese “un maestro di indignazione”, ha osservato che “sono rarissime le filmografie che, come la sua, dimostrano in maniera così inequivocabile coerenza etica, impegno civile, volontà solidaristica”.
Quindi hanno fatto seguito alcune brevi relazioni svolte dai critici cinematografici Giovanni M. Rossi, Sandro Bernardi, Claudio Barabba, Maurizio G. De Bonis, Stefano Socci e Aldo Tassone, i quali, sulla base di diverse angolazioni critico-valutative, hanno focalizzato il cinema di Costa-Gavras, insistendo specialmente sul particolare realismo dei suoi film che trattano tematiche storico-politiche legate ad avvenimenti o realmente accaduti o del tutto verosimili.
Pur qualificandosi prioritariamente come “un cinema di contenuti”, le vicende che i migliori film di Costa-Gavras raccontano riescono spesso a diventare figure metaforiche dei rapporti che intercorrono tra l’individuo e la Storia, una Storia vista e “processata” nei suoi aspetti più violenti, più contrari alla vita e alla dignità dell’uomo.
La denuncia contro i misfatti del potere, denuncia tanto più forte e credibile quanto più esente da pregiudiziali ideologiche, si coniuga in molti dei suoi film con la rivendicazione di un umanesimo integrale che è in primo luogo una posizione morale; e che trova espressione cinematografica non solo attraverso la narrazione dei fatti, ma anche attraverso la rappresentazione dei sentimenti vissuti dalle vittime del potere stesso. Il successivo dibattito – cui hanno partecipato, tra gli altri, Francesca Solinas, Oliviero Toscani e Ranieri Polese – ha approfondito altri aspetti dell’opera di Costa-Gavras, il quale ha concluso l’Incontro rispondendo a diverse domande e illustrando sinteticamente la sua concezione del cinema. In particolare Costa-Gavras si è soffermato sui rapporti tra regista e sceneggiatore, spiegando come ha lavorato con Franco Solinas e con Jorge Semprun, per quindi affermare l’essenzialità dell’apporto degli sceneggiatori stessi, da considerare pertanto come “coautori”.
Durante l’Incontro è stato anche presentato il libro Il cinema di Costa-Gavras (pagg. 168), pubblicato per l’occasione dal SNCCI con la collaborazione del proprio Gruppo toscano. Il volume, curato da Gabriele Rizza, Giovanni Maria Rossi e Aldo Tassone, comprende: una breve introduzione di Bruno Torri; una serie di saggi firmati dagli stessi Rossi e Tassone e da Alain Riou, Stefano Socci, Beatrice Manetti, Ranieri Polese, Maurizio G. De Bonis, Daniela Secchioni, Sandro Avanzo, François Polle, Francesca Solinas e Lorenza Micarelli; una filmografia dettagliata con trame e note critiche originali (e anch’esse firmate) di ognuno dei 15 lungometraggi del regista; un’ampia bibliografia a cura di Laura Bevione.
Questa pubblicazione, che è la prima monografia europea dedicata a Costa-Gavras, rappresenta anche un doveroso risarcimento critico nei confronti di un regista troppo spesso giudicato secondo schemi inadeguati e riduttivi.
Fabio Castelli
Scheda critica
Costa Gavras: un maestro di indignazione. Scorrendo la sua filmografia, appare evidente che il regista francese, cui quest’anno viene attribuito il Premio Fiesole “Maestri del Cinema”, è anche, e direi soprattutto, un maestro di indignazione, cioè un uomo, prima ancora che un cineasta, capace sempre di risentirsi moralmente di fronte alle ingiustizie del mondo. E poiché nel mondo contemporaneo le ingiustizie contro l’umanità continuano a verificarsi senza interruzioni, Costa Gavras ha trovato continuamente motivi di indignazione, e quindi lo stimolo a manifestarla attraverso i suoi film. Sono rarissime le filmografie che, come la sua, dimostrano in maniera inequivocabile coerenza etica, impegno civile, spirito solidaristico. Se non sempre gli esisti estetici possono risultare pari all’altezza delle intenzioni (ma la sicura padronanza della tecnica cinematografica, l’abilità nella direzione degli attori, le qualità professionali sono fuori discussione), nel suo cinema è invece sempre chiarissima la volontà di prendere partito, di testimoniare in modo partecipe a favore delle vittime e contro i carnefici, senza fare distinzioni tra paesi, regimi, ideologie. I delitti delle dittature militari e dei loro complici internazionali (Z-L’orgia del potere, Missing), le nefandezze della CIA (L’amerikano), gli orrori dello stalinismo (La confessione), le omissioni del Vaticano (Amen), tutto è chiamato in causa e sottoposto alla dura requisitoria di Costa Gravas, il quale non si è fatto mai condizionare da cautele più o meno opportunistiche o da apriorismi politici.
Di lui si può affermare che è, più che un rivoluzionario, un rivoltoso, proprio nell’accezione proposta dal suo compatriota Camus; un rivoltoso schierato sempre dalla parte degli uomini costretti a subire il male provocato da altri uomini, in nome di un umanesimo e di una posizione democratica che puntano principalmente a salvaguardare quel tanto di diritto alla vita e di giustizia sociale cui tutti dovrebbero aspirare per tutti. E’ dunque, quello di Costa Gavras, un cinema che, almeno in prima istanza, appare più interessato all’“utile” che al “bello”, naturalmente senza con ciò presupporre una qualche incongruenza o, peggio ancora, un’incompatibilità tra queste due nozioni: e del resto proprio in diverse pagine di questo libro, che analizza e valuta l’opera del regista nel suo complesso e i suoi singoli film, si potrà trovare conferma della loro possibile compresenza.
Per il terzo anno consecutivo, concorrendo alla pubblicazione di questo volume e all’organizzazione di un “Incontro” dedicato anch’esso al cinema di Costa Gavras, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici – avvalendosi pure dell’attività del proprio Gruppo Toscano – collabora con il Comune di Fiesole promotore del Premio Fiesole. Come si è già spiegato lo scorso anno in analoga circostanza, le ragioni di questa collaborazione, che ci auguriamo possano prolungarsi nel tempo, sono tutte di ordine culturale, in quanto l’impostazione, l’articolazione, la finalizzazione del Premio appaiono dettate da intenti di documentazione, di ricerca e di socializzazione di determinati momenti della cultura cinematografica; momenti individuati anno dopo anno nella figura di un regista che si ritiene meritevole, non solo e non tanto di apprezzamento (il più delle volte scontato), quanto di una particolare attenzione, e anche – come nel caso di Costa Gavras – di un risarcimento critico.
Bruno Torri
di Fabio Castelli