La nouvelle vague ieri e oggi – Convegno Firenze

Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e FranceCinema hanno organizzato a Firenze, il 9 novembre scorso, un Incontro intitolato La Nouvelle vague ieri e oggi.
All’iniziativa hanno partecipato cineasti e critici francesi e italiani. Bruno Torri, che ha introdotto e coordinato i lavori convegnistici, ha sottolineato la grande importanza che ha avuto il movimento della “Nouvelle vague” nella storia del cinema, e non soltanto di quello francese. Questo movimento, secondo Torri, è stato importante per aver rinnovato il linguaggio cinematografico, per aver alleggerito (con la politica del “basso costo”, con il ridimensionamento delle troupe e con l’uso di nuove tecniche di ripresa) la produzione cinematografica, oltre che per aver dato una nuova generazione d’autori, i quali, proprio praticando la “politique des autours”, hanno realizzato diversi capolavori che hanno influenzato il modo di pensare e di fare cinema di tanti altri cineasti operanti successivamente. Ha quindi preso la parola il direttore di FranceCinema Aldo Tassone il quale, facendo soprattutto riferimento al ricchissimo catalogo dedicato dalla sua manifestazione alla “Nouvelle vague”, ha messo in risalto, tra l’altro, come da parte di molti registi francesi, inclusi alcuni di quelli che avevano condiviso l’esperienza della stessa “Nouvelle vague” a cavallo degli anni ’50 e ’60, stia ora emergendo la tendenza, se non proprio a ridimensionare, a collocare in un nuova prospettiva questo movimento, senza più disconoscere quanto altro di valido sia stato prodotto dal cinema francese anche al di fuori di esso, e senza più tralasciare di individuarne alcuni aspetti negativi, come ad esempio il “terrorismo” verbale manifestato da alcuni suoi esponenti nei confronti di alcuni registi della precedente generazione.

Hanno quindi fatto seguito, nell’ordine, gli interventi di Callisto Cosulich, Michel Ciment, Morando Morandini, Hèléne Frappat, Anna Karina, Giuseppe Piccioni, Claude de Givray, Sandro Bernardi, Patrick Talbot, Sauro Borelli, Michel Boujut, Denis De Capabianca, Michelle Roquier. Il dibattito ha toccato molti temi, andando dal confronto tra il Neorealismo e la “Nouvelle vague” alle teorizzazioni e alle proposte di rilettura della storia del cinema avanzate sui “Cahiers du cinéma”, dalle differenze interne alla stessa “Nouvelle vague” al ruolo giocato dai suoi maggiori autori (Godard e Resnais in primo luogo), dai rapporti (contrasti) del movimento con il suo contesto sociale e politico ai suoi influssi sulle cinematografie straniere, e segnatamente su quella italiana. Ne è risultato che, per quante distinzioni si possano e si debbano fare, la “Nouvelle vague” resta nella storia del cinema mondiale come una tappa fondamentale, con una portata rivoluzionaria nel processo di emancipazione del cinema stesso.


di Fabio Castelli
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