Se posso permettermi – Capitolo II

La recensione di Se posso permettermi - Capitolo II, di Marco Bellocchio, a cura di Michela Manente.

La parte seconda del corto di Marco Bellocchio, intitolato Se posso permettermi, completa, con una diversa trama ma molti degli attori del Capitolo I, divertendo sul tema delle relazioni interpersonali e mettendo in scena una carrellata di personaggi, una co-protagonista (la domestica interpretata da Barbara Ronchi) e un protagonista al centro (Fausto Russo Alesi), quasi un “uomo” in cerca d’autore o, più propriamente, un inetto novecentesco.

Nell’arco di una giornata si assiste all’incontro tra Fausto, l’intellettuale trasandato che non ha mai svolto lavori contrattualizzati con busta paga e contributi, e una serie di paradossali visitatori, tutti intenti a fargli cambiare idea sul fatto di vendere la proprietà di famiglia per problemi economici: il capitano dei Carabinieri (Pier Giorgio Bellocchio) che gli propone il matrimonio riparatore con la figlia incinta, il parroco (Fabrizio Gifuni) che lo rimprovera per aver venduto la cappella funebre di famiglia ai musulmani (“quasi un sacrilegio!”) e che lo vuole sacrestano dalle ore sette dell’indomani per avere in donazione la villa e farne una casa di riposo per preti in pensione, un bontempone (Filippo Timi) pronto a condividere lo sviluppo del business turistico per ospiti che vogliano incontrare gli spiriti defunti aleggianti nella dimora e, infine, una coppia di ladri (Edoardo Leo, alla prima collaborazione con Bellocchio, e Giorgia Fasce) fatti entrare dalla domestica, la stessa che pretende in eredità la villa promessa dalla madre defunta del padrone ma non inserita nel testamento.

La casa, setting dei paradossali incontri, è molto cara al regista e fa parte dei suoi luoghi familiari del cuore nella val Trebbia, tanto da averci girato I pugni in tasca (1965), il sorprendente esordio al lungometraggio che lo fece conoscere al pubblico e alla critica. Un solo luogo scenico è stato scelto per teatralizzare un corto dall’impianto da palcoscenico con toni divertenti e surreali, comici ma amari che prevede l’ingresso di tanti personaggi attorno alla vita del solitario Fausto, un intellettuale in disgrazia circondato dai libri che non lascia sopraffare la sua inerzia dagli accadimenti, evitando di farsi travolgere da profittatori o da malintenzionati, resistendo loro in modo placido, senza ribellarsi e proteggendosi dal coinvolgimento emotivo.

Manifesto dell’indecisione di Fausto è l’Amleto recitato in cimitero dal personaggio interpretato da Rocco Papaleo in apertura del corto, a significare l’incapacità amletica di decidere, l’ignavia di chi lascia alla sorte il suo destino. Il film è stato ideato e scritto da Marco Bellocchio, rielaborato e in parte riscritto con gli studenti del corso di alta formazione cinematografica Bottega XNL – Fare Cinema dell’anno 2023: un gioco collettivo con studenti ed amici da parte di chi si diverte a “fare cinema”, sia esso corto o lungo. 


di Michela Manente
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