Gian Maria Volonté – Lo sguardo ribelle (Roma)

Volonté

VolontéUn’ iniziativa dedicata alla figura e al lavoro di Gian Maria Volonté, a dieci anni dalla scomparsa

Roma – Serate evento e Rassegna cinematografica
Teatro Ambra Jovinelli / Sala Trevi / Politecnico Fandango
6-12/12/04

1994-2004. Dieci anni dopo la scomparsa di Gian Maria Volonté, niente ha mitigato il rimpianto per la sua perdita, per un senso di vuoto impossibile da colmare, per una mancanza che ha impoverito il panorama culturale italiano.
Gian Maria Volonté, come anche Pasolini, era un personaggio e un intellettuale raro, se non unico, in Italia, per la sua capacità di andare oltre la professione, la parte assegnata, il ruolo, per la sua vocazione innata a stare in mezzo alle cose, prendere posizione, vivere le passioni e le complessità in prima persona, non limitandosi mai a rappresentarle o interpretarle. Per Gian Maria Volonté scegliere di fare un film (o uno spettacolo) non era mai un atto casuale o indifferente. «Io accetto un film o non lo accetto – dice Volonté – in funzione della mia concezione del cinema. E non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perché ogni film, ogni spettacolo, è sempre politico. Il cinema apolitico è un’invenzione dei cattivi giornalisti». Esattamente come il teatro. La discriminante dell’etichetta «teatro politico» è rifiutata da Volonté, perché serve solo a emarginare o isolare un determinato tipo di rappresentazione. Volonté ha sempre lottato contro le etichette e le barriere, e non si è fatto mai emarginare. E questo vale per l’arte come per la vita. «Essere attore – dice – è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta così di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressiste della società». Ed è solo in questo modo che il cinema, il teatro, lo spettacolo possono recuperare la loro funzione di mezzi di comunicazione di massa, solo così riescono ad essere forme interessanti di espressione. Da questo punto di vista, al di là dei giudizi di merito che di volta in volta è possibile dare, tutti i film di Volonté, tutti i suoi lavori teatrali, tutte le sue interpretazioni, sono interessanti. Molto più che un grande attore, Gian Maria Volonté è testimone, protagonista, punto di riferimento di una stagione difficile e indimenticabile del nostro paese.
L’iniziativa «Lo sguardo ribelle» – proposta a dieci anni dalla morte di Gian Maria Volonté – vuole ripercorrere, approfondire e, se possibile, recuperare gli aspetti principali di una carriera e di una vita esemplari, ma anche temi e problematiche ancora del tutto presenti. Parlare dell’opera di Gian Maria Volonté nelle sue molteplici forme, delle sue scelte professionali e delle battaglie politiche, del suo modo personalissimo di intendere il rapporto tra l’arte e la vita, e di confrontarsi con il potere quale che sia, significa anche rivedere, da una posizione privilegiata, più di trent’anni di storia italiana.
L’iniziativa proposta si impernia essenzialmente sull’attività cinematografica di Volonté, ma darà lo spazio necessario anche agli altri momenti della sua carriera artistica: il teatro, la partecipazione ai grandi sceneggiati televisivi («L’idiota», «Il taglio del bosco», «Caravaggio», ecc.), i documentari politici, le interviste.

Il cinema
Gian Maria Volonté è il maggiore rappresentante della stagione del grande cinema civile italiano. Sullo schermo, grazie ai tanti film realizzati con registi prestigiosi e partecipi come Petri, Rosi, Montaldo, Maselli, Lizzani, Bellocchio, Taviani, Amelio e tanti altri, ha rappresentato efficacemente l’ingiustizia e la lotta di classe, il disagio esistenziale e politico, lo sfruttamento e la ribellione, incarnando di volta in volta personaggi emblematici e indimenticabili, aristocratici e popolari, veri e inventati, sempre con una straordinaria versatilità pur all’interno di scelte artistiche coerenti per qualità ed impegno.

Il teatro
Volonté, invece, sin dall’inizio della carriera ha voluto e saputo “sporcarsi le mani” con ciascuna di queste pratiche, scuole e correnti di pensiero. Predisposto al teatro di repertorio ma anche attento al teatro sperimentale più innovativo, capace di portare sul set come sulle tavole del palcoscenico i segreti e le tecniche di un lavoro attoriale sapiente e senza barriere. Tra le sue principali interpretazioni in teatro: «Fedra» di Racine (1957) per la regia di Corrado Pavolini, «Giulietta e Romeo» (1960) per la regia di Franco Enriquez, «Sacco e Vanzetti» (1960) di Roli e Vincenzoni per la regia di Giancarlo Sbragia, «Il girotondo» (1981) di Schnitzler, diretto da lui stesso.

La televisione
Volonté ha esordito in TV molto giovane, nel 1959, e subito con un successo clamoroso: lo sceneggiato televisivo «L’idiota», dal romanzo di Dostoevskij e con la regia di Giacomo Vaccari, in cui incarnava magistralmente l’antagonista del Principe Miskin interpretato da Giorgio Albertazzi. Altre sue importanti prove televisive: «La Pisana» (1960) da Ippolito Nievo, sempre con la regia di Giacomo Vaccari, «Zio Vania» (1962) di Cechov, con la regia di Claudio Fino, il bellissimo «Il taglio del bosco» (1963) da Carlo Cassola, con la regia di Vittorio Cottafavi, un «Michelangelo» (1964) con la regia di Silverio Blasi, un «Caravaggio» (1967) sempre con la regia di Blasi, «La Certosa di Parma» (1982) da Stendhal, con la regia di Mauro Bolognini, fino al più recente «La signora delle camelie», da Dumas.

Gli interventi politici
Volonté è stato un protagonista importante delle battaglie politiche degli anni Sessanta e Settanta in Italia. Di questa attività, oltre alle testimonianze di chi gli è stato accanto, restano numerosi documenti filmati. Ci sono i cinegiornali e molte interviste dell’epoca, ma soprattutto sono disponibili i film da lui stesso diretti, come «Dedicato a Giuseppe Pinelli», un film collettivo di denuncia contro la morte dell’anarchico nella questura milanese, «La tenda in piazza» (1970), sulle fabbriche occupate e su una manifestazione di lavoratori a piazza di Spagna, «Reggio Calabria» sui moti neofascisti nel capoluogo calabrese.

Teatro Ambra Jovinelli Via Guglielmo Pepe, 43/47 – 06 44340262
Sala Trevi -Alberto Sordi Vicolo del Puttarello, 25 – 06 6781206
Politecnico Fandango Via Giovanbattista Tiepolo , 13/A – 06 36004240

(COMUNICATO STAMPA)


di Redazione
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