Festival del Cinema Polacco di Gdynia 2024

Paola Casella firma una panoramica sui titoli più caldi del Festival del Cinema Polacco di Gdynia.

Giunto alla sua 49esima edizione, il Festival del Cinema Polacco di Gdynia, che si è concluso il 28 settembre, ha cambiato pelle anche grazie all’arrivo della nuova Direttrice Artistica Joanna Lapinska, peraltro subentrata in corsa lo scorso anno alla precedente gestione: “Allora i giochi erano fatti, ma quest’anno posso dire che il programma mi rappresenta appieno. Innanzitutto le sezioni sono diventate due, quella del Concorso principale, composta di 24 titoli,  e la nuova sezione Prospettive, che ha messo in vetrina 16 titoli del nuovo cinema polacco, senza dimenticare che il Festival di Gdynia deve rivolgersi al grande pubblico e dimostrare di far parte di un ecosistema internazionale”.

Fra gli “acchiappi” del concorso in questa edizione c’era il film di Agneska Holland Green Border, che l’anno scorso non ha potuto concorrere a causa del veto imposto dal governo Morawiecki, e che quest’anno invece ha vinto la sua sezione a mani basse. Ma c’era anche il nuovo candidato agli Oscar per la Polonia Under the Volcano di Damian Kocur, presentato al Toronto Film Festival e in programma alla prossima Festa di Roma, che affronta il tema dello scoppio della guerra in Ucraina, e un paio di titoli provenienti rispettivamente dai festival di Cannes e Venezia: The Girl With The Needle di Magnus von Horn (candidato agli Oscar come miglior film straniero ma per la Danimarca, nonostante ci sia una coproduzione polacca), che a Gdynia ha vinto ben quattro premi, fra cui i Leoni d’argento (ebbene sì, anche qui i premi sono Leoni, come alla Mostra di Venezia), quello alla fotografia del 33enne prodigio Michal Dymek e quello alla miglior attrice non protagonista Trine Dyrholm, e Woman of… di Malgorzata Szumowska.

Sempre nel Concorso principale si segnalano alcuni titoli interessanti come Minghun di Jan P. Matuszynski, già autore di quel Leave No Traces che aveva partecipato in concorso a Venezia nel 2021, e Go Against The Flow di Wiesław Paluch, incentrato su una band punk rock di teenager durante la fine degli anni ’70 che si ribella al sistema e resiste fino ai giorni nostri. La vera novità in Concorso però è il gran numero di opere prime – ben 13 su 24 – che naturalmente figurano anche nella sezione Prospettive, ma che qui si notano in modo particolare. “Non volevamo creare un ‘ghetto’ per le opere prime, ma ragionare sulla qualità complessiva dei film e sulla loro possibilità di competere indifferentemente nell’una o nell’altra sezione”, afferma Lapinska.

In Prospettive segnaliamo soprattutto il vincitore della sezione Travel Essentials di Kamila Tarabura, che ha ottenuto anche il premio come miglior opera prima, e Where Do We Begin? di Monika Majorek, storia di tre fratelli che cercano di rimettersi in piedi insieme alla madre dopo la morte del capofamiglia.

Molto seguite la sezione dedicata ai documentari, quella dedicata ai cortometraggi e quella riservata al cinema classico polacco, all’interno della quale è stato presentato dall’esperta italiana Marina Fabbri come evento speciale in partnership con la Federazione della critica internazionale FIPRESCI il film di Krzysztof KieśloIwski  Il cineamatore, anche come omaggio al suo protagonista e cosceneggiatore Jerzy Stuhr recentemente scomparso. Fra le altre novità del Festival del Cinema Polacco c’è stato il Gdynia Campus, una giornata di workshop dedicata ai giovani strutturata sulle esigenze che i giovani stessi hanno segnalato al festival, con ospiti richiesti espressamente dai ragazzi.

Infine la sezione per i più piccoli spettatori, che ha portato al festival intere scolaresche, oltre ad aver presentato alcuni film all’interno delle scuole del territorio nel corso dell’anno precedente. Come dice Maciej Jakubczyk, membro del direttivo dell’associazione New Horizons che distribuisce film polacchi per bambini e fa parte della European Children Film Association, “dopo la pandemia, che ha isolato i più piccoli confinandoli davanti a schermi sempre più piccoli, è fondamentale riportarli all’esperienza della visione cinematografica in sala insieme ai loro coetanei e senza le interruzioni dei device. È anche un regalo che facciamo agli insegnanti, che lamentano la sempre maggiore difficoltà degli alunni a mantenere la concentrazione: sta poi ai film proposti l’abilità nel tenere il giovane pubblico lontano da altre distrazioni audiovisive!”


di Paola Casella
Condividi