In ricordo di Massimo Arciresi

Il SNCCI ricorda la persona e il lavoro di Massimo Arciresi.

Il ricordo
di Marco Lombardi

Ciao Massimo,
quando le persone scompaiono, anche se in vita sono state persone “difficili”, vengono improvvisamente trasformate in angeli dalla fastidiosa retorica del politicamente corretto. Tu no: tu eri una bella persona prima e lo rimani ora, che sei stato portato via da tutti noi prima ancora del troppo presto.

Nonostante condividessimo la stessa città, Torino, ti avevo conosciuto solo a novembre, e pure in maniera fortuita, perché ti eri unito all’ultimo alla giuria Fipresci del Torino Film Festival di cui facevo parte insieme all’amico Giuseppe Di Salvatore, in sostituzione di una collega ammalatasi. Ti sei subito mostrato per quello che eri: una persona sensibile, attenta all’altro, che sa ascoltare ed è curiosa del punto di vista altrui. Non ci siamo più visti, ma ci siamo scritti spesso: abbiamo parlato di Eastwood e di un furto subito (“Ciao Marco! Mi fa piacere sentirti, decisamente meno apprendere che quel funzionale sellino di cui abbiamo anche parlato qualche giorno fa non ci sia più (a parte lo scarso guadagno, tale miserabile furto comporta per giunta un ritorno a piedi). Peraltro, mi allieta l’assoluta convergenza d’opinioni su Giurato numero 2. Il finale a me non disturba, la procuratrice accantona l’ambizione e lui, diventato infine “cinico”, dopo essersi finalmente liberato pure del peso simbolico dell’auto, ripiomba nel marasma semplicemente aprendo la porta. Un abbraccio a te e ossequi alla famiglia!”) e di Zemeckis (“Ciao Marco, come stai/state? Sarei curioso di conoscere le tue opinioni su Here ed Emilia Pérez, se li

hai già visti. Un abbraccio, buona serata!” – “Ciao Marco. Letti i tuoi pezzi e apprezzati, soprattutto Here, che per me è un esempio luminoso di applicazione intelligente ed “etica” dell’IA (per la quale non nutro grande simpatia) al cinema. Un abbraccio!”). Da vero gentiluomo d’altri tempi mi chiedevi sempre di mia moglie e del mio piccolo Tomi, pur avendoli visti fugacemente una sola volta, e non lo faceva in ossequio a un automatismo sociale, piuttosto per vero interesse, che riuscivi a trasmettere. Eri venuto a una mia cena di Cinegustologia, e ricordo l’entusiasmo e la libertà di pensiero con cui avevi commentato le mie associazioni culinarie a quattro personaggi di Marlon Brando, come se la critica fosse qualcosa di nuovo cui ti stavi

avvicinando per la prima volta, con la l’innocenza e la libertà di un bambino. Sei stata una persona speciale, ed è per questo che la tua scomparsa fa male, ed è ingiusta, e mi fa sentire in colpa per non averti più rivisto, nella stupida illusione che il nostro tempo fosse infinito. Non ti meriti il finto dispiacere e la finta retorica che tanti tributano alle persone che non ci sono più (che la terra ti sia lieve, dovunque tu sia, R.I.P.), piuttosto un momento di silenzio pieno di cuore, magari accompagnato da una fetta in più di quel vitello tonnato che avevi tanto apprezzato nella cena di chiusura del TFF. Grazie Massimo, per aver potuto condividere del tempo e dei pensieri con te!

Il ricordo
di Frabrizio Dividi

Con la discrezione che lo ha sempre contraddistinto, Massimo Arciresi ci ha lasciati improvvisamente all’età di 51 anni. Nato a Palermo il 9 giugno 1973, giornalista per Il Mediterraneo e L’Ora e critico cinematografico del Sncci, ha anche lavorato come conduttore a Radio Spazio e per il mensile L’Inchiesta. 

La sua passione giovanile per i fumetti era testimoniata dal quel «Paperino intrappolato» che aveva scelto come profilo su Facebook ma, Massimo era, soprattutto, un grande esperto di cinema. Sempre acuto e dallo sguardo mai scontato, con i suoi articoli ha contribuito ad arricchire la critica cinematografica grazie a saggi, articoli e interventi oltre che alla partecipazione frequente e pacata a numerosi blog di settore. È stato, inoltre, apprezzato docente per l’Agis e molto spesso chiamato come giurato ai festival cinematografici più prestigiosi nel panorama nazionale. 

Chi ha conosciuto Massimo da vicino, o anche solo chi lo ha incontrato, non poteva che apprezzarne gentilezza e generosità. Da molti anni residente a Torino dove viveva con la moglie, è stato tra i collaboratori della prima ora del progetto dell’Agenda del Cinema dedicato a monografie su autori torinesi, come Roberto Faenza e Valeria Bruni Tedeschi. E proprio in questi giorni, per il terzo numero della collana, si stava apprestando a ricostruire un profilo di Roberto Herlitzka nei suoi ruoli da professore. «Avrei pensato di incentrare il contributo sul “professor Herlitzka” –scriveva alla redazione- e sarebbe interessante, forse, analizzare anche le sue interpretazioni in abito talare»; è in quel «forse» che si manifestava tutta la sua umiltà e il suo mettersi a disposizione, sempre al servizio della settima Arte.

Recentemente, aveva finalmente iniziato il suo saggio per l’editore Gremese dedicato a Gli intoccabili di Brian De Palma. Era il volume che da molti anni progettava. Anche per questo, con la tenacia tipica del filologo, ricercava tra colleghi e amici foto o documenti utili a completare la sua ricerca.

Con la scomparsa di Massimo Arciresi, il mondo del cinema perde uno dei suoi cantori più lievi e rispettosi, ma la sua esperienza «missionaria» rimarrà nella memoria come esempio di passione pura, assoluta, disinteressata.


di Marco Lombardi e Fabrizio Dividi
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di Marco Lombardi e Fabrizio Dividi
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