Lettera aperta dei giornalisti cinematografici
Riceviamo e volentieri condividiamo la lettera aperta scritta da alcuni firmatari dei giornalisti cinematografici.
Il giornalismo cinematografico rischia l’estinzione. La Mostra del Cinema di Venezia è appena iniziata e sappiamo già che molti film in anteprima mondiale al festival quest’anno non consentiranno interviste alla stampa. Zero assoluto. Questa decisione, influenzata dagli studios e sostenuta da molti addetti stampa, mette a repentaglio un’intera categoria di giornalisti, in particolare freelance, che con il loro lavoro appassionato e instancabile contribuiscono spesso al successo dei film, danno voce e prestigio a registi e attori e contribuiscono ad accendere il dibattito sui progetti che mirano agli Oscar, ai Golden Globe e ad altri premi prestigiosi. Dopo aver scioperato per mesi a Hollywood per salvare migliaia di posti di lavoro, ora registi e attori, abbracciando la politica degli stessi studios e produttori che prima erano loro nemici, stanno mettendo a rischio altrettanti posti di lavoro, negando interviste ai giornalisti che riescono a sopravvivere grazie a quelle interviste. Oggigiorno, a causa dei rapidi e profondi cambiamenti nel panorama dei media, sempre più giornalisti stanno diventando freelance, e questo significa che si sostengono da soli. Ciò significa che fanno proposte ai giornali per vendere storie che consentono loro di sopravvivere. Ogni giorno danno il meglio di sé per scrivere di ciò che è significativo, innovativo e di grande valore artistico. Ma i giornali favoriscono sempre nomi, star e progetti mainstream. Se i giornalisti ottengono quelle star, allora possono anche assicurarsi che i registi esordienti, gli innovatori, insieme a tutti gli artisti meravigliosamente talentuosi con meno appeal commerciale possano ottenere anche loro la propria esposizione mediatica, attraverso l’impegno di chi li propone e caldeggia ai capiredattori e direttori. Proprio come gli organizzatori di festival hanno bisogno di grandi star perché gli occhi del mondo si rivolgano all’evento, la stampa internazionale ha bisogno di interviste con loro affinché il loro lavoro sia fattibile. Dopo i tappeti rossi dell’anno scorso che erano privi di star di Hollywood e la maggior parte dei registi che erano coinvolti negli scioperi SAG-AFTRA e WGA, questa edizione promette di essere piena di star. Il problema è che quasi tutti i protagonisti dell’81a Mostra del Cinema non saranno disponibili per attività di stampa se non per camminare sul tappeto rosso e parlare alla conferenza stampa ufficiale. Questo messaggio di “unica attività prevista: red carpet” da parte degli uffici stampa viene inviato già da un po’, anche durante altri festival, come Cannes e la Berlinale. Tuttavia, la portata della loro indisponibilità agli incontri con la stampa durante questo prossimo festival è senza precedenti. Il festival sta portando nomi per ottenere prestigio ed esposizione mediatica, ma poi sembra sviluppare amnesia quando si tratta dei giornalisti veri e propri.
Lo troviamo scioccante e profondamente preoccupante. Chiediamo di cambiare questa politica che ha contaminato a lungo tutti i principali festival e di tornare a offrire interviste alla stampa ai festival cinematografici. Oggi la protesta è appena iniziata, ma presto potrebbero esserci centinaia di giornalisti e organi di stampa che boicottano film e artisti che negano l’accesso alle interviste ai festival. Alla fine la protesta potrebbe coinvolgere gli stessi festival, che rischiano di vedere la partenza di centinaia di giornalisti e pubblicazioni accreditati e di diventare scatole vuote in cui il commento sui film e l’opinione dei loro autori saranno lasciati all’intelligenza artificiale.
—————–
Cinema journalism is at risk of extinction. Venice Film Festival has just started and we know already that many films with a world premiere at the festival this year will not allow any interviews to the press. Zero, zilch, nada. This decision, influenced by the studios and supported by many publicists, puts in jeopardy an entire category of journalists, particularly freelancers, who with their passionate and relentless work often help in the success of films, give voice and prestige to directors and actors, and contribute to igniting the debate on projects that aim for the Oscars, the Golden Globes and other prestigious awards. After having gone on strike for months in Hollywood to save thousands of jobs, now directors and actors, embracing the policy of the same studios and producers who were previously their enemies, are putting just as many jobs at risk, denying interviews to journalists who manage to survive thanks to those interviews.
These days, due to rapid and profound changes to the media landscape, more and more journalists are becoming freelancers, which means they sustain themselves single-handedly. That means they do what is called “pitching” to sell stories which allow them to survive. Every day, they put their best foot forward to write about what’s meaningful, innovative and of great artistic value. But the outlets always favor names, stars and mainstream projects. If journalists get those stars, then they can also make sure the first time filmmakers, the innovators, along with all the beautifully talented artists with less commercial appeal can get their media exposure too, through their effort. Just like organizers need big stars for the eyes of the world to turn to the event, the international press need interviews with them for their work to be viable.
After last year’s red carpets which were devoid of Hollywood stars and most filmmakers which were involved in the SAG-AFTRA and WGA strikes, this edition promises to be star-packed. The problem is that nearly all of the headliners of the 81st Mostra del Cinema will not be available for press activities other than to walk the red carpet and talk at the official press conference. This “red carpet activity only” message from publicists has been building up for a while, also during other Festivals, such as Cannes and Berlinale. However the scope of their unavailability during this upcoming Festival is unprecedented. The Festival is bringing names to achieve prestige and media exposure but then seem to develop amnesia when it comes to the actual journalists.
We find this shocking and deeply concerning. We ask to change this policy that has long contaminated all the major festivals and to return to offering interview junkets to the press at film festivals. Today the protest has just begun, but soon there could be hundreds of journalists and outlets boycotting films and artists denying access to interviews at festivals. Eventually the protest could involve the festivals themselves, which risk seeing the departure of hundreds of accredited journalists and publications and becoming empty boxes where the commentary on films and the opinion of their authors will be left to artificial intelligence.
Giulia Perona, Marco Consoli, Mauro Donzelli, Andrea Giordano, Tommaso Tocci, Davide Abbatescianni, Boris Sollazzo, Alessandro De Simone, Fulvia Caprara, Emanuele Bigi, Sara Recordati, Franco Dassisti, Ilaria Ravarino, Enrica Brocardo, Antonella Matranga, Andrea D’Addio, Giacomo Tos
di Redazione