Disordine e utopia. Il cinema di Olivier Assayas – Rassegna itinerante
Rassegna itinerante promossa da Fondazione Cineteca di Bologna, Fronte del Pubblico, Associazione Circuito Cinema di Modena, Solares Fondazione delle Arti, in collaborazione con FICE Emilia-Romagna e Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani gruppo Emilia-Romagna/Marche. Formatosi lungo un’esperienza di critico cinematografico negli anni ottanta, Olivier Assayas eredita la sua passione per il cinema dal padre, sceneggiatore e adattatore di romanzi per la settima arte e la televisione. Inizia affiancando il padre, nel suo lavoro di sceneggiatore, e facendo l’assistente sui set francesi di grosse produzioni americane.
Il suo primo cortometraggio, Copyright (1979), gli vale la proposta da parte di Serge Toubiana e Serge Daney di collaborare ai “Cahiers du Cinéma”. Nel 1986 fa il suo debutto nella regia con il lungometraggio ambientato tra le bande giovanili, Désordre. Successivamente firma nel 1996 Irma Vep, un omaggio all’opera di Louis Feuillade e al cinema orientale. Con Les déstinées sentimentales l’autore inaugura il nuovo decennio con una ricca produzione, fino ai recenti Carlos e Qualcosa nell’aria, premiato all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Disordine e utopia. Il cinema di Olivier Assayas è la retrospettiva che rende omaggio omaggio al regista francese, proponendo sette film, dal suo esordio nel lungometraggio, Désordre Disordine, all’inedito in Italia, L’heure d’étée, senza dimenticare la versione integrale di 330’ di Carlos. Ad eccezione di Clean e di Irma Vep i titoli sono in versione originale con sottotitoli italiani. L’iniziativa ha inizio il 4 aprile, a Modena, in presenza dell’autore Olivier Assayas che incontrerà il pubblico al termine della presentazione di Qualcosa nell’aria. Il giorno successivo Assayas sarà presente nel pomeriggio a Parma al Cinema Edison e la sera a Bologna al Cinema Lumière.
I FILM DELLA RASSEGNA:
QUALCOSA NELL’ARIA
(Après mai, Francia/2012) di Olivier Assayas (122’)
. “Dopo l’epopea fulleriana di Carlos, Assayas ripiega sulla Francia e sul romanzo di formazione. Pieno di elementi autobiografici, questo Eau froide del post-68 conquista per una sorta di delicatezza analitica con cui sfiora e comprende, senza vezzeggiarli, i suoi personaggi. La nostalgia è struggente, ma il cinema come artigianato vince sulle utopie, raccontate peraltro con sconvolgente onestà”. (Roy Menarini)
CLEAN
(Francia-Canada-GB/2004) di Olivier Assayas (110’)
Clean, pulito – da droghe o alcool: condizione a cui aspira l’ex vj Emily Wang per poter stare vicino al figlio. Una vita, e la fiducia degli altri, da ricostruire pezzo a pezzo – dopo la morte per overdose del compagno rockstar, dopo il carcere. Clean si muove tra Canada, Parigi, Londra, parla lingue diverse, confonde realtà e finzione. È frantumato, esploso. Come la sua protagonista, incarnata dalla musa di Assayas, Maggie Cheung. Sul suo corpo, sul suo volto, l’occhio del regista scruta emozioni e sofferenze. (Alice Autelitano)
IRMA VEP
(Francia/1996) di Olivier Assayas (97′)
Elementi iniziali: un piccolo budget e una sceneggiatura che esplora “vari temi che mi stavano a cuore come regista e che mi avevano impegnato come critico: le riprese di un film, il rapporto con la nouvelle vague, con il romanzo e perfino con il romanzo d’appendice, con il cinema di genere asiatico, con il cinema politico”. Un regista francese in crisi (Jean-Pierre Léaud) vuole realizzare il remake di Les Vampires di Feuillade con una star del cinema di Hong Kong, Maggie Cheung (futura moglie di Assayas, nel ruolo di se stessa). Un film nel film. Realtà e finzione allo specchio. Assayas fa i conti con la sua storia e la sua idea di cinema. (a.a.)
CARLOS
(Francia/2009) di Olivier Assayas (330′)
Vita e sanguinarie gesta dello ‘sciacallo’ Carlos, al secolo Ilich Ramírez Sánchez, rivoluzionario internazionalista e mercenario filopalestinese al soldo dei servizi segreti mediorientali, protagonista dello stragismo degli anni Settanta e Ottanta. Un’opera sospesa tra documentario e film in costume, che restituisce il colore, il gusto, la sensibilità eccitata di quegli anni, con il plusvalore del corpo protervo e camaleontico di Édgar Ramírez, magnifico protagonista. (a.a.)
DÉSORDRE – DISORDINE
(Francia/1986) di Olivier Assayas (95′)
Esordio nel lungometraggio di Assayas, che ha alle spalle alcuni corti, la co-sceneggiatura di Rendez-vous di André Téchiné e la collaborazione come critico ai “Cahiers du Cinéma”. Désordre è il primo dei ritratti dell’età giovanile firmati dal cineasta. Tre amici, membri di un gruppo rock, uccidono un uomo durante un furto di strumenti musicali. L’evento li segna in modo differente, marcando il corso delle loro esistenze. Assayas spoglia la narrazione fino all’essenziale, in una esplorazione dei volti d’ispirazione bressoniana. (aa)
L’EAU FROIDE
(Francia/1994) di Olivier Assayas (92′)
All’inizio c’è La Page blanche – quarto capitolo di Tout les garçons et les filles de leur âge…, una serie televisiva prodotta da Arte, che chiede a dieci registi francesi di raccontare in un film la propria giovinezza. L’Eau froide ne è la versione lunga distribuita in sala. Due sedicenni nella Parigi del 1972: fuga, ribellione, smarrimento, inquietudine; le droghe, la musica, l’arte, l’amore. Assayas entra nel cuore fragile dell’adolescenza e coglie l’anima di una generazione. Stile immediato e camera a mano: prorompe sullo schermo l’anelito alla libertà dei personaggi. (aa)
L’HEURE D’ÉTÉ
(Francia/2008) di Olivier Assayas (103’)
Tre fratelli si riuniscono per festeggiare i settantacinque anni della madre. Alla scomparsa della donna, devono gestirne l’eredità – la casa e i preziosi oggetti d’arte. Una storia all’apparenza classica e lineare si trasforma, nelle mani di Assayas, in una limpida riflessione sulla trasmissione del patrimonio materiale, culturale e umano. “Il freddo distacco del cineasta si adatta perfettamente a questa materia che avrebbe potuto condurre a compiacimenti sentimentali o sociali” (Serge Kaganski). Nasce da un progetto incompiuto commissionato dal Musée d’Orsay che, oltre ad Assayas, doveva coinvolgere Raoul Ruiz, Jarmusch e Hou Hsiao-hsien. (aa)
LUOGHI e DATE
Modena, Sala Truffaut – dal 4 aprile al 16 maggio 2013
Bologna, Cineteca di Bologna – Cinema Lumière/ Sala Cervi – dal 5 all’11 aprile
Parma, Cinema Edison – dal 5 al 18 aprile
Alfonsine, Cinema Gulliver dal 4 al 5 aprile
di Redazione