Stage Beauty

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stagebeautyimgNella Londra del 1660, fastosa e stracciona, elegante e violenta, Edward “Ned” Kynaston è una stella del teatro; è un attore specializzato in ruoli femminili. Ma quando il re Carlo II, spinto dalla sua amante, emana un editto che permette alle donne di recitare e vieta agli uomini le parti en travesti, il mondo di Kynaston crolla. La sua identità, non solo di attore, è messa in crisi, mentre la sua antica assistente, Maria, diventa un’attrice di prima grandezza. Siamo dalle parti di Shakespeare in love, in questo film diretto da Richard Eyre e sceneggiato da Jeffrey Hatcher a partire da una sua commedia. Stage Beauty non ha però la grazia e l’efficacia che quel pur criticato film scritto da Tom Stoppard possedeva. Qui c’è una certa pesantezza, una quasi fastidiosa grevità nel mondo in cui viene descritto l’ambiente della corte – con un Rupert Everett insopportabilmente macchiettistico nel ruolo del re – e un modo assai scontato di raccontare una confusione di ruoli che è anche sessuale. Kynaston, allevato per essere donna in palcoscenico, è anche l’amante del duca di Buckingham. Ma quando la sua stella declina, viene scaricato, mentre l’amica rivale è segretamente innamorata di lui. Troppo contemporanei, comunque, appaiono i discorsi sull’identità e sul sesso, per essere credibili.
Ma ci sono anche cose interessanti, in Stage Beauty. Il mondo del teatro è raccontato con amore, tutte le scene che riguardano la recitazione sono riuscite e la parte finale, con Maria che diventa finalmente Desdemona e Kynaston che riesce a interpretare Otello, è davvero bella. Azzeccato il duo di interpreti, con Billy Crudup affascinante ed espressivo e Claire Danes sensibile e appassionata. Nel resto del cast si distingue, come sempre, Tom Wilkinson, interprete tra l’altro di Full MontyIn the bedroom. Fotografia patinata, scene e costumi ineccepibili.


di Anna Parodi
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