Itaca – Il ritorno

La recensione di Itaca - Il ritorno, di Uberto Pasolini, a cura di Mariella Cruciani.

Il film di Uberto Pasolini, liberamente tratto dagli ultimi canti del poema omerico, presenta Odisseo (Ralph Fiennes) non come un guerriero o un eroe, bensì come un sopravvissuto traumatizzato dalla guerra e dai sensi di colpa per i compagni morti nell’impresa. Lo stesso regista ha dichiarato di aver letto molte interviste a reduci del Vietnam e, in effetti, la sofferenza del protagonista potrebbe essere quella di un soldato dei conflitti odierni.

Accanto alla condanna, veicolata attraverso lo sguardo e la fisicità appesantita e stanca di Odisseo, di ogni tipo di guerra, a Pasolini interessa anche un altro tema: quello del ricongiungimento di un nucleo familiare diviso e in crisi. Telemaco (Charlie Plummer) vorrebbe che sua madre si risposasse per cacciare i Proci dalla casa ma è anche legato a lei edipicamente.

Penelope (Juliette Binoche), qui, non è rappresentata come una vittima passiva, al contrario, è lei che decide tutto, anche se riabbracciare, o meno, il marito. Tra padre e figlio non scorre buon sangue e il secondo, inizialmente, dubita persino dell’esistenza del primo: solo quando Odisseo svelerà la sua identità, le cose cambieranno.

Se sulla carta la scelta di una lettura psicologica e anti-epica (“Non mi interessavano gli dei. Volevo mostrare un uomo che torna a casa, lavorando sulle sue emozioni, sui sentimenti distrutti” – ha spiegato l’autore) incuriosisce e coinvolge, nella realtà il film convince solo a metà, a causa di un’ambiguità di fondo. Nella prima parte, Odisseo sembra aver fatta sua la lezione della guerra e pare voler fuggire l’ultima battaglia: quella contro i Proci.

Ovviamente, non era possibile cambiare il finale ma chi guarda e, fino ad allora, ha creduto al ripiegamento doloroso del protagonista resta spiazzato dalla truculenza e dalla violenza sanguinaria dell’epilogo, quasi si trovasse di fronte ad un altro personaggio. Portavoce dei dubbi dello spettatore si fa, all’interno del film, uno dei pretendenti, Antinoo, che, dopo la mattanza, chiede – come noi – a Penelope: “Era questo, l’amore che volevi?”


di Mariella Cruciani
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