Gli indesiderabili
La recensione di Gli indesiderabili, di Ladj Ly, a cura di Juri Saitta.
Dopo I miserabili, il regista francese Ladj Ly torna con Gli indesiderabili a raccontare il disagio delle banlieue concentrandosi sul conflitto tra amministrazione pubblica e cittadini.
Questo attraverso la storia di un medico divenuto sindaco di un comune alle porte di Parigi che per riqualificare un quartiere multietnico e problematico decide di demolire l’edificio numero 5 perché considerato pericoloso. A capo delle proteste contro tale progetto, vi sarà Haby, una giovane donna molto attiva nella sua comunità.
Con quest’opera, Ladj Ly si conferma un regista capace non solo di rappresentare la realtà delle periferie, che ben conosce essendoci nato e cresciuto, ma anche di saper catturare il clima del momento, in tal caso quello politico, incentrato sullo scontro tra un apparato statale affarista e securitario (rappresentato in piccolo dal sindaco) e una fetta di popolazione che si sente esclusa ed emarginata dalla vita pubblica. Una dialettica emersa proprio quest’anno con le elezioni europee e legislative e che l’autore ha saputo cogliere e in un certo senso anticipare, essendo questo film del 2023.
Il tutto narrato in un crescendo di tensione e da uno stile nervoso, caratterizzato dall’uso frequente di zoom, droni sulla città e da un montaggio affrettato; una serie di scelte estetiche e formali molto simili a quelle del titolo precedente e che rendono quindi I miserabili e Gli indesiderabili due film quasi gemelli, dove anche alcuni attori sono gli stessi (Alexis Manenti e Steve Tientcheu in primis) e nei quali si affronta sostanzialmente la stessa problematica, il conflitto tra gli abitanti delle periferie e le istituzioni, prima rappresentate dalla polizia, ora incarnate dalla politica.
L’opera in questione, però, risulta meno impattante rispetto alla precedente, soprattutto perché la regia quasi documentaristica di Ly non sempre si sposa con efficacia con la sceneggiatura, qui piuttosto articolata, soprattutto per la complessità delle situazioni rappresentate. Fattori che rendono Gli indesiderabili un lungometraggio a tratti indeciso e poco armonico, anche se complessivamente apprezzabile per stile e lucidità di sguardo.
di Juri Saitta