Anna
La recensione di Anna, di Marco Amenta, a cura di Anna Di Martino.

Anna è una giovane donna sarda che, dopo aver vissuto a Milano ed essere stata sposata con un compaesano violento, è ritornata nella sua terra per fare la pastora e per vendere il formaggio che produce. E’ una ragazza libera e disinibita, molto attaccata alla sua terra e alle sue origini. Un giorno un cantiere prende possesso della sua terra perché un’azienda ha deciso di costruire su quella terra un resort. Anna, dal temperamento forte e combattivo, non si arrende di fronte alla prepotenza di chi ha i soldi e non guarda in faccia a nessuno. Non ha carte per dimostrare che quella terra era di suo padre e ora è sua, perché ingenuamente una volta i contratti si facevano con una stretta di mano. Con l’aiuto di un avvocato che si appassiona alla sua storia, lotta con grande coraggio contro un mondo maschilista e facilmente ricattabile. In una terra dove manca il lavoro ogni impresa che ne offre, anche se inquina e usurpa i diritti altrui, è ben vista.
Parlato per lo più in sardo, Amenta riesce a farci entrare dentro alla storia che racconta e a farci appassionare alle vicende di Anna, figura emblematica di donna sarda, caparba e testarda. La storia di Anna si svela a poco a poco nella relazione con i personaggi che entrano in campo, nelle situazioni che deve affrontare. Il suo desiderio di solitudine e di credere di poter bastare a se stessa ha origini antiche, fatte di soprusi che non vuole più accettare.
Grazie alle capacità registiche di Marco Amenta e alla brava protagonista Rose Aste viene messo in scena un mondo ancora oggi arcaico e fatto di tradizioni che si scontra con il desiderio di modernità e di sviluppo degli abitanti di un piccolo paese, in una rappresentazione viva e suggestiva delle contraddizioni che emergono sempre più laceranti.

di Anna Di Martino