Premio Fiesole 2006 – Convegno SNCCI su Aki Kaurismäki

A Fiesole il 21 giugno si è svolto un incontro pubblico dedicato al cinema di Aki Kaurismäki, cui ha partecipato lo stesso regista finlandese.

Aki Kaurismäki

Si svolgerà dal 20 giugno al 3 luglio, l’edizione 2006 del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema. Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato al cineasta finlandese Aki Kaurismäki. Martedì 20 giugno si svolgerà la conferenza stampa di presentazione, alla presenza del regista, presso Casa Marchini Carrozza a Fiesole.

Le proiezioni dei film del regista finnico si svolgeranno presso l’Arena Il Girone di Fiesole, mentre a Firenze (Auditorium Palazzo dei Congressi) il 21 giugno verrò proiettato in anteprima nazionale “Luci della periferia”.

Sempre mercoledì 21 giugno, presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile di Fiesole (Piazza Mino) si svolgerà, alle ore 10.00, una Tavola Rotonda sulla figura di Aki Kaurismäki, a cura del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI. L’iniziativa (titolo, Il cinema di Aki Kaurismäski), che si propone di esaminare e discutere l’opera del regista finlandese il quale si è ormai meritatamente guadagnato una fama internazionale, prevede le relazioni di Claudio Carabba, Ernesto de Pascale, Patrizio Gioffredi, Gabriele Rizza, Giovanni Maria Rossi, Augusto Sainati, Stefano Socci, Aldo Tassone, Franco Vigni, alle quali farà seguito una discussione, coordinata da Bruno Torri, cui parteciperà anche lo stesso Kaurismäki. Nel corso dell’Incontro verrà anche presentato il libro, pubblicato per l’occasione dal Sindacato critici cinematografici, che comprende numerosi saggi originali di critici e studiosi dedicati tutti alla poetica e ai film di Kaurismäki.

Il cinema di Aki Kaurismäki:
il convegno di Fiesole

Organizzato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, in collaborazione con il Gruppo Toscano dello stesso SNCCI e con il Comune di Fiesole, si è svolto in questa località, lo scorso 21 giugno, un Incontro dal titolo Il cinema di Aki Kaurismäki, cui ha partecipato lo stesso regista finlandese.

Aprendo l’Incontro, Bruno Torri ha sintetizzato alcuni aspetti peculiari dell’opera di Kaurismäki, e a indicato come “qualità più rimarchevoli del suo cinema il rigore dello stile, la coerenza morale, la rilevanza contenutistica”.
Quindi hanno fatto seguito otto brevi relazioni tenute, nell’ordine, da Giovanni Maria Rossi, Augusto Sainati, Patrizio Gioffredi, Ernesto de Pascale, Gabriele Rizza, Stefano Socci, Claudio Carabba, Aldo Tassone. Rossi, dopo aver segnalato l’attenzione e il diffuso consenso della critica cinematografica verso i film di Kaurismäki, ha evidenziato come “il suo cinema nasca, anche, dal cinema classico, non per gusto citazionistico ma come rimeditazione critica”. Sainati ha ravvisato nelle scelte espressive di Kaurismäki la traccia del magistero di Bresson contenuta nel libro Note sul cinematografico. L’esortazione del regista francese a “costruire i film con il silenzio e con il bianco” appare attuata nell’opera di Kaurismäki, nella cui scrittura filmica (“fatta di immagini strappate al buio”) agiscono e trovano soluzione, anche sul piano cromatico, tutta “una serie di opposizioni: bianco e nero; silenzio e rumore; campo e fuori campo; frammento e totalità”.

Gioffredi ha inteso “contestualizzare il cinema di Kaurismäki all’interno del cinema contemporaneo” e, procedendo in questa direzione di analisi e verifica, ha riscontrato che, al di là di qualche sporadica affinità con alcuni registi (con “Jarmush e il suo cinema dell’inquietudine”, con i “Dardenne e il loro cinema dell’impegno sociale”), la “moralità dello sguardo” e la particolare articolazione narrativa che connotano i suoi film pongono “Kaurismäki fuori sincrono rispetto al cinema contemporaneo”, rendendolo un autore del tutto particolare ed eccentrico. De Pascale, focalizzando il suo intervento sulle musiche utilizzate nei film del regista finlandese, ha esordito affermando che questi “non soltanto si guardano ma anche si ascoltano”, e che la loro forza evocativa dipende molto dalla colonna sonora, sia quando viene impiegata una musica originale, come in Juha, sia quando, come accade con maggiore frequenza, il regista fa ricorso al repertorio più disparato, selezionato principalmente per meglio situare la storia e i personaggi in determinati spazi sociali e temporali, e quindi per accrescerne la carica di verità. Rizza ha parlato prevalentemente degli inizi dell’attività registica di Kaurismäki, quando, prendendo a modello i registi da lui più amati (Buñuel e Bresson), e ispirandosi a testi letterari di fondamentale importanza quali Delitto e castigo di Dostoevshij e Amleto di Shakespeare, è riuscito a elaborare una propria poetica e un proprio stile, guadagnandosi così una forte autorialità. Socci, pur non negando la “diversità” del percorso creativo di Kaurismäki, lo ha tuttavia proposto come un “autore classico”, un “autore sornione, evocatore, provocatore, autoironico”, i cui film, che rivelano sempre un “solido impianto narrativo” e insieme “l’arte del levare”, mettono in risalto, com’è tipico dell’epos, “l’importanza del passato” e appaiono spesso popolati da “personaggi che rimandano alla storia della cinema”. Tassone, infine, dopo aver sottolineato l’importanza del paesaggio, rurale e urbano, nel cinema di Kaurismäki, si è soffermato sugli aspetti ironici e a volte comici che contrappuntano i suoi film, che pure raccontano, costantemente, drammi e tragedie umane.

Al termine delle relazioni è intervenuto lo stesso Kaurismäki, il quale si è espresso su di sé e sulla sua opera in maniera, per così dire, laconica e paradossale, lasciando trasparire una visione del mondo molto pessimistica, seppure temperata dall’umorismo, e una idea di cinema molto alta; un’idea nata dall’ammirazione per alcuni grandi registi (oltre a Buñuel e Bresson, anche i nostri Rossellini e De Sica neorealistici) e dall’acquisita convinzione che la creatività artistica sia, implicitamente, la protesta più radicale contro l’invivibilità della vita e le ingiustizie sociali causate dal capitalismo.

Durante l’Incontro è stato anche presentato il libro, pubblicato per l’occasione dal S.N.C.C.I., Ai margini della notte Il cinema di Aki Kaurismäki curato da Gabriele Rizza e Giovanni Maria Rossi. Il sommario del volume (AIDA editori, pagg. 150, € 14) comprende un’Introduzione di Bruno Torri; i saggi originali Un’introduzione al cinema (marginale)di Aki Kaurismäki di Stefano Boni, Lo spazio nel tempo, il tempo nello spazio di Peter von Bagh, La terra vista dalla luna di Franco Vigni, Il paesaggio urbano della solitudine di Luisa Ceretto, Dal delitto alla bohème: variazioni di un epos melanconico di Stefano Socci, Tutti gli altri si chiamano Frank. Da Bresson a(i) Marx di Gabriele Rizza, Il cinema “bianco” di Aki Kaurismäki di Augusto Sainati, Un mondo a valvole di Ernesto de Pascale, Profilo del nuovo cinema finlandese di Antonio Fabio Familiari, Humour noir alla finlandese di Aldo Tassone, Qualche domanda confidenziale di G. M. Rossi; una Filmografia composta, oltre che da cast, credit e trame, dalle recensioni critiche, anch’esse originali, di tutti i film firmate da Massimo Tria, Luca Mazzei, S. Socci, Chiara Tognolotti, A. Sainati, Marco Vanelli, Edoardo Semmola, L. Ceretto, Gigliola Caridi, G. Rizza, Andrea Martini; una Bibliografia.


di Fabio Castelli
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