Il cinema italiano: “così ci fermiamo”. – Appello urgente al nuovo Ministro
Il cinema si ferma. Questa è la realtà che attende il nuovo Ministro per i Beni e le Attività Culturali al quale tutte le associazioni del settore chiedono un intervento immediato rinnovando allarme e preoccupazione. La riduzione di oltre 20 milioni (oltre il 20 %) delle risorse pubbliche disponibili per l’intera filiera cinematografica annuncia l’inevitabile blocco di tutte le attività del settore: dalla produzione alla distribuzione, dall’esercizio alla promozione con gravissime ricadute anche sull’occupazione di centinaia di migliaia di lavoratori. Pur nel quadro drammatico di una crisi economica generale, le associazioni del settore ritengono indifferibili soluzioni per impedire una paralisi di tutti i comparti del cinema.
Per questo il nuovo Ministro riceverà già nei prossimi giorni un quadro articolato delle emergenze e anche una “ricognizione” utile a possibili soluzioni. Il ridimensionamento delle risorse vanifica il sostegno pubblico che tutti i Paesi europei riconoscono al cinema e alla cultura. Ciò accade proprio nel momento in cui, nonostante tutto, il cinema italiano riscuote nuovi e importanti riconoscimenti di attenzione all’estero e si prepara al confronto internazionale al Festival di Cannes.
Il nuovo Ministro dimostri concretamente la volontà politica di intervenire con un’immediata inversione di tendenza reintegrando i tagli, per esempio, con quanto sarà ricavato dalla vendita delle frequenze televisive. Sarebbe un primo gesto concreto di risarcimento recuperando risorse da parte di chi utilizza l’audiovisivo senza reinvestire nella produzione.
Il comunicato è firmato dalle sigle rappresentative degli industriali del settore, degli autori, dei critici, dei giornalisti, dei festival e dei lavoratori del settore:
AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema – ANAC – 100 Autori – ANEC – ANICA, Sezione Produttori -Segreteria unitaria SLC CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL – SNCCI – SNGCI
di Redazione