I corti di apertura della Sic firmati da Donato Sansone e Andrea Gatopoulos

Anna Di Martino ci introduce ai corti di apertura della SIC 2024.

I film corti che aprono la Settimana della Critica 2024 sono opere di autori molto noti nel mondo del cortometraggio e sono film di grande originalità e impatto visivo.

Donato Sansone, classe 1974, famoso animatore noto a livello internazionale dopo il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino con specializzazione in animazione sperimentale, compositing di tecniche d’animazione e live action, inizia a realizzare lavori che conquistano premi in numerosi festival in giro per il mondo. A Venezia presenta quest’anno il breve Dark Globe (4’), con disegni che si animano e prendono vita grazie all’intervento delle mani dell’animatore che apre e chiude fogliettini con uomini muscolosi, armi, oggetti vari, una colomba, una pistola, il globo che forse può esplodere, una girandola molto suggestiva di immagini e una domanda finale rivolta allo spettatore travolto dal turbine creativo di Sansone: “We Live Inside a Dream Nightmare”?

Di Andrea Gatopoulos (Pescara 1994), regista e produttore, autore di corti che hanno sorpreso fin da subito per la maturità nell’utilizzo del linguaggio cinematografico e per il desiderio di rinnovarlo utilizzando le nuove tecnologie e giocando con esse con titoli come  Polepole (2019) o Happy New Year, Jim (2022), viene presentato alla Sic l’ultimo lavoro The Eggregores’ Theory (15’). In un bianco e nero contrastato e artificiale, attraverso immagini elaborate e disegni sfumati e cupi, un uomo racconta, con l’utilizzo della voce off, di essere stato colpito da una donna intravista un giorno, una sorta di colpo di fulmine, nella città di Lublich, luogo in cui iniziano inspiegabilmente a scomparire delle persone, che si scopre sono decedute in modo misterioso. Si pensa che responsabile delle morti possa essere un virus che dilaga e che colpisce la popolazione, ma non è chiaro come avvenga il contagio, sembra che possa essere la carta a trasmetterlo o forse le parole scritte sopra. Il consiglio da parte del governo è quello di non leggere, non parlare, non scrivere, attività che a poco a poco vengono vietate. La gente insorge, vengono bruciate biblioteche e libri, e aumentano le parole “velenose”. In questo contesto l’uomo non può più scrivere alla donna amata, non può più sentirla al telefono e pian piano dovrà rassegnarsi ad un mondo senza di lei. Un racconto originale e toccante che ci parla di un mondo paradossale creato dall’inventiva del regista, ma possibile e, dopo l’esperienza del Covid, in qualche modo verosimile. Un’altra opera geniale di Gatopoulus che speriamo possa circolare in festival e manifestazioni.


di Anna Di Martino
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