La recensione di The Monkey, di Osgood Perkins, a cura di Francesco Parrino

La recensione di The Monkey, di Osgood Perkins, a cura di Francesco Parrino.

Quando due fratelli gemelli, Hal e Bill Shelborn (Christian Convery), trovano una misteriosa scimmietta a molla appartenente al padre scomparso Petey (Adam Scott), una serie di morti inspiegabili distrugge la loro famiglia a partire dalla madre Lois (Tatiana Maslany) a cui erano molto legati. Venticinque anni dopo, il giocattolo maledetto riappare, dando inizio a una nuova scia di sangue e costringendo Hal e Bill (Theo James), ormai separati e adulti, a fare i conti con il loro oscuro passato. Ispirato all’omonimo racconto di Stephen King del 1980 e prodotto da James Wan, sulla scia del pirotecnico Longlegs ecco The Monkey, il nuovo film di Osgood Perkins che vedremo al cinema con Eagle Pictures a partire dal 20 marzo dopo un’attesa lunghissima. Perché è da più di vent’anni che Hollywood cerca di trasporre in immagini filmiche l’oramai mitico racconto di King.

A partire da Frank Darabont, che sulla scia dei precedenti kinghiani di Le ali della libertà, Il Miglio Verde e The Mist ne tentò l’adattamento nel 2008, salvo poi rinunciarvi per assenza di riscontri produttivi. Questo fino al Cannes Film Market del 2023, dove la Atomic Monster e la Black Bear Pictures ne annunciarono la realizzazione con Perkins alla regia e presentando The Monkey più come una rielaborazione che non un effettivo adattamento. Rispetto al materiale originale, infatti, Perkins ha scelto di prendere le distanze dai toni tipici degli horror con protagonisti giocattoli posseduti. La sottigliezza e i toni cupi lasciano qui il posto a una sensazionale commedia nera fatta di gore estremo, di fiumi di sangue e jump-scare da brivido in montaggio ora morbido ora deciso e brusco, con cui scherzare sull’assurdità, l’inutilità e la casualità della morte esorcizzandone ciò che resta: il dolore.

Parola di Perkins che soltanto adesso – e forse grazie proprio al grande lavoro compiuto con The Monkey – è riuscito a fare pace con i propri demoni interiori: «Entrambi i miei genitori (Anthony Perkins e Berry Berenson ndr) sono morti in modi folli, da prima pagina. Ho trascorso gran parte della mia vita a riprendermi dalla tragedia, sentendomi piuttosto male. Tutto sembrava intrinsecamente ingiusto. Personalizzi il dolore. Ma ora sono più grande e da grande ti rendi conto che succede a tutti. Tutti muoiono. E ho pensato che forse il modo migliore per avvicinarsi a questa nozione folle è con un sorriso». Se poi hai un Theo James da consacrazione istantanea nella sua doppia e opposta voce caratteriale, tutto è talmente facile da sembrare semplice, ma non lo è affatto. Lasciatevi stregare dal ritmo apocalittico di quel tamburo. Quando inizia a suonare sono guai per tutti: The Monkey è un’esperienza cinematografica che non potete perdere!


di Francesco Parrino
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