Les femmes au balcon
La recensione di Les femmes au balcon, di Noémie Merlant, a cura di Ignazio Senatore.
Quante volte si può riscrivere un genere? In questo Les femmes au balcon, Noémie Merlant ci prova con ottimi risultati. La vicenda, ambientata in una Marsiglia infuocata dal caldo, vede come protagoniste tre donne. Nicole (Sandra Codrenau), aspirante scrittrice; Ruby (Souheila Yacoub), camgirl che si esibisce in show erotici a pagamento, Elise (Noémie Merlant) ha appena terminato una serie tv dove ha interpretato Marilyn Monroe. Le tre amiche, dopo aver riso e ballato, felici e spensierate sul balcone di casa, accettano, per gioco, l’invito del dirimpettaio, di cui è segretamente innamorata Nicole. Il bel tenebroso, un accorsato fotografo alla moda, gentile e galante, fa gli occhi dolci a Ruby. Nicole e Elise rientrano a casa e, al mattino, fanno i conti con una terribile scoperta.
Presentato in questi giorni a Firenze nell’ambito della 45esima Edizione del Festival di cinema e donne, Merlant, alla seconda regia, mescola, sapientemente, horror, dramma, ghost story e black comedy al femminile.
La regista parigina, qui anche in veste di attrice, (affiancata in sede di sceneggiatrice da Celine Scianna che l’ha diretta in Ritratto della giovane in fiamme), apre il film con la mdp che volteggia tra i balconi dei vicini, popolati da bambini che giocano e da persone di ogni età. Una scelta che rimanda, inevitabilmente, a La finestra sul cortile di Hitchcock, a Omicidio a luci rose di De Palma, a L’insolito caso di Mr Hire di Leconte e agli altri film che rimandano a degli inguaribili guardoni. Un attimo dopo. il film si tinge di giallo: Denise, una dirimpettaia, uccide il marito, insolente e prepotente, con un colpo di vanga in testa. Sin dalle prime battute, mescolando incubi e realtà, Merlant mostra come le protagoniste, in nome della libertà, non esitano a vendicarsi dei maschi arroganti e violenti. Anche se in alcune scene lo splatter regna sovrano, è evidente che la regista parigina non vuole puntare al grand guignol, ma mostrare tre protagoniste diverse tra loro. Nicole, romantica, pudica e sognatrice, sta scrivendo una storia che ruota intorno all’affascinante e seduttivo dirimpettaio; Ruby, sfrontata e trasgressiva, vive la propria sessualità senza affanni e tabu; Elise ha abbandonato il marito che la soffoca e l’opprime con le sue continue richieste di prestazioni sessuali.
La forza del film è da ricercare non solo nelle cifre stilistiche (piani sequenza, macchina a mano…), nei continui cambiamenti di passo, ma, anche, nella vividezza dei dialoghi. E’ da incorniciare, infatti, la lezione che Ruby impartisce al maschilista di turno, e gli spiega come l’uomo, nel fare l’amore con una donna, deve prestare a mille attenzioni. Un taglio in fase di montaggio avrebbe reso più fluida la visione di un film volutamente sfrontato e diseguale che, al d là dei pregi stilistici, è un vero e proprio inno all’amicizia e alla complicità femminile. Calate perfettamente nei ruoli le tre attrici protagoniste.
di Ignazio Senatore