Finalement – Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte

La recensione di Finalement - Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte, di Claude Lelouch, a cura di Mariangela Di Natale.

Finalement – Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte, di Claude Lelouch, presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2024 e in sala dal 19 settembre, è un viaggio tra spazio e tempo, tra razionalità e follia.

Il film segue le avventure di Lino Massaro (Kad Merad), un avvocato affermato di mezza età, affetto da una degenerazione fronto-temporale che lo rende particolarmente sincero e decisamente stravagante agli occhi della gente. Senza dire nulla ai  familiari, decide di lasciare la sua carriera di successo e girovagare per la Francia da Saint Michel, Annecy, Avignone a Le Mann. Tra i suoi pellegrinaggi in autostop, Lino incontra tanti sconosciuti, un pastore, un’antiquaria, una contadina, assumendo ogni volta una personalità diversa. Prima veste i panni di un prete che ha rinunciato allo stato sacerdotale, poi di un regista di film porno, di un trombettista e di un avvocato, prendendo spunto dalle  storie della gente che ha conosciuto e difeso durante la sua carriera professionale.  

Una sorprendente avventura, emozionante e divertente con una sequenza di flashback tra realtà e fantasia, quella del protagonista che con bugie reinventa continuamente se stesso, alla continua ricerca della propria essenza, di nuovi e allucinanti percorsi esistenziali. Una  vita spenta e logorata, talvolta lambita da malinconie e follie che lo portano ad andare oltre i confini di un’esistenza intera.

Il regista francese (classe 1937) che riconferma la vitalità del cinema (emozioni, girotondi e musica), con un bizzarro storytelling, riesce ad addentrarsi più nelle emozioni che al pensiero razionale, ad apprezzare più la follia dei sentimenti che l’essenza materiale della vita, con l’intenzione di non prendere tutto sul serio. Lino è di fatto Claude Lelouch, che ha da sempre sostenuto  di prediligere il lavoro del cuore a quello del cervello. Il suo è un senso di liberazione che a partire dal  titolo intende esprimersi senza quei vincoli che la società impone o tenta di imporre.

Omaggiato a Venezia 81 con il Premio Cartier “Glory to the Filmaker”, Lelouch firma una fiaba musicale di follia amorosa, imprevedibile e libera. Un inno alla musica, pozione magica da cui guarire, al suo potere rigenerante e le difficoltà della vita, capace di raggiungere la parte razionale e di toccare corde profonde emozionali per ritrovare se stessi. Una vita in musica  come linguaggio che unisce le anime, prima ancora dei corpi, come riporta il titolo: Finalement – Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte.


di Mariangela Di Natale
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