Flow – Un mondo da salvare

Flow - Un mondo da salvare, di Gints Zilbalodis, designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.

Flow – Un mondo da salvare, di Gints Zilbalodis, distribuito da Teodora Film e in uscita il 7 novembre, è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente motivazione:

«Per la capacità di concentrare lo sguardo sulla realtà, nella crisi climatica di un mondo che sembra proteso verso l’orlo del burrone, senza per questo dimenticare il gusto per l’avventura, per la scoperta dell’ignoto, attraverso un’animazione solo in apparenza fotorealistica e in grado di restituire l’imperfezione, della tecnica come dell’universo che ci circonda, e di cui l’umano forse non farà più parte».

La recensione
di Juri Saitta

In un mondo apparentemente senza esseri umani, un gatto si trova in mezzo a un’inondazione giunta all’improvviso. Per sopravvivere, il protagonista salirà su una barca insieme ad altri animali.

Secondo lungometraggio del regista lettone Gints Zilbalodis, Flow – Un mondo da salvare è un film d’animazione che sviluppa un racconto vicino al filone post-apocalittico, in quanto descrive un universo in preda a radicali cambiamenti ambientali, in cui gli umani (qui evocati tramite oggetti, statue ed edifici abbandonati) sembrano scomparsi e nel quale i suoi abitanti sono divisi in gruppi definiti, chiusi in se stessi e spesso ostili tra loro perché in lotta per la sopravvivenza. Una serie di elementi narrativi che rimandano, senza alcun didascalismo, a questioni come la crisi climatica, i conflitti etnici e la dicotomia tra impulsi e civiltà, istinto e ragione, egoismo e cooperazione.

Tutto ciò in un’opera priva di dialoghi, in cui gli animali – nonostante uno sviluppo psicologico e dei comportamenti a tratti “umani” – non sono mai completamente antropomorfi, in quanto la maggior parte dei gesti e delle azioni da essi compiuti sono quelli della loro natura.

E anche se ciò può distanziare emotivamente il pubblico,  Zilbalodis riesce comunque a coinvolgere lo spettatore creando un grande film d’avventura dal ritmo incalzante e dalla regia dinamica, formata da elaborati movimenti di macchina che rendono il risultato complessivo fluido, scorrevole e spettacolare.

Un’ottima resa formale dovuta anche all’animazione digitale, che crea delle immagini suggestive grazie alla forte attenzione ai riflessi di luce e al tratto “pennellato” con sui sono realizzati i personaggi.

Aspetti che fanno di Flow un lavoro riuscito e sorprendente che sa coniugare profondità e spettacolo, gusto per l’avventura e stratificazione tematica, risultando per questo aperto a diverse interpretazioni e adatto a tutte le età. Questo all’interno di un’operazione comunque personale e autoriale che non cede a compromessi con il mercato e con i presunti gusti del pubblico.

Presentato a Un Certain Regard al 77° Festival di Cannes.


di Juri Saitta
Condividi