40+10: Presente continuo. Introduzione alla 40. Settimana Internazionale della Critica

Beatrice Fiorentino, Delegata Generale della 40esima Settimana Internazionale della Critica, introduce l'edizione 2025.

Quarant’anni di Settimana Internazionale della Critica, dieci di SIC@SIC. Un doppio anniversario che non si carica di nostalgia, ma – al contrario – rinnova lo slancio e la curiosità per il presente e il futuro del cinema e del mondo. Inevitabile, raggiunto un simile traguardo, cedere alla tentazione di guardare all’indietro e interrogarsi sui risultati, sul percorso, su come siamo cambiati (se siamo davvero cambiati) nel corso del tempo. “Ricerca artistica e dibattito ideologico” – reclamava Giorgio Tinazzi, primo delegato generale della SIC – dettando la linea per i decenni successivi. Quelli che per lui erano principi fondativi sono poi diventati i parametri di riferimento di tutte le commissioni che si sono avvicendate negli anni alla scoperta di un cinema capace di farsi stimolo culturale all’interno della Mostra del Cinema, in una posizione autonoma, ma in un rapporto di dialettica collaborazione con la Biennale di Venezia, ancora oggi sancito nel più pieno rispetto tra le parti. Nulla è cambiato, in questo senso. Il nucleo di quella missione, infatti, è rimasto intatto: ci siamo semmai adeguati ai tempi, a un impianto festivaliero sempre più esigente e a un mondo instabile, in rapidissima evoluzione, che osserviamo attraverso la lente dei film, mettendo il cinema al centro, ma anche allacciando fili, creando connessioni, provando a stimolare una riflessione che, dalle immagini, possa tradursi in pensiero.

Questo esercizio prende forma dentro un ecosistema altrettanto mutato – iper-competitivo e spesso condizionato da logiche commerciali – nel quale è impossibile stare se non cercando un punto di equilibrio (che non vuol dire compromesso) tra
rigore e logiche industriali e di mercato. Neppure in questo scenario la SIC ha mai perso la rotta, né esaurito l’ossessione per il presente, di cui cerchiamo ostinatamente di catturare l’essenza nonostante la sua natura sfuggente. Alla SIC, il gusto per la scoperta si concretizza nell’ambito specifico dell’opera prima. E il nostro lavoro si fonda su un principio essenziale: la scelta – e dunque la selezione e la programmazione – come atto di responsabilità. Solo il tempo dirà se le scommesse
più recenti sapranno dare frutti (e l’esperienza di SIC@SIC farebbe pensare di sì), ma ciò che conta davvero è che coerenza di pensiero, fame di novità e spirito anarchico continuino a essere uno stimolo costante.

Anche i film che compongono il programma di questa edizione (9+9 titoli, selezionati tra i circa 700 lungometraggi arrivati da tutto il mondo e i quasi 300 corti italiani) raccolgono e rilanciano le tensioni e le sfide del nostro tempo. Attraversano zone di confine – geografiche, identitarie, esistenziali – in cui l’immagine diventa strumento di indagine e di interpretazione. Contrasti, corpi in mutazione, schermi, immagini riflesse e linee mobili. Frontiere da attraversare. Il cinema del presente scuote, urla, reclama. È abitato da ribelli per giusta causa, che rivendicano uno spazio di riscatto e rinascita. Una nuova commissione di selezione, nominata dal Sindacato Critici e composta da Matteo Berardini, Marianna Cappi, Francesco Grieco e Marco Romagna, mi è stata a fianco nella definizione di un programma vario e solidissimo, che accoglie e che osa, inseguendo l’istante prima che svanisca, nel tempo aperto e indefinito di un presente continuo.

Scopri qui il programma della 40esima edizione della SIC.


di Beatrice Fiorentino
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