Ritorno al futuro

La recensione di Ritorno al futuro, di Robert Zemeckis, a cura di Francesco Maggiore.

Il 21 ottobre 2025 si è celebrato un anniversario speciale: quello dei 40 anni esatti dal fatidico 21 ottobre 1985, ovvero la data per antonomasia in cui Marty McFly (Michael J. Fox, che ha sostituito Eric Stoltz) ha viaggiato nel tempo. Ad oggi, Nexo Digital ha riportato il mitico Ritorno al futuro nuovamente nelle sale. Un vero cult generazionale che ha fatto sognare intere generazioni con questa continua (e adrenalinica) corsa contro il tempo.

Il piacere della sua visione è inappellabile, ma soprattutto inoppugnabile, in particolare quando in veste di produttore esecutivo c’è un vero e proprio deus ex machina d’eccellenza: Steven Spielberg. Il tempo, tra passato, presente e futuro, appare il comune denominatore di quello che è il capostipite ineguagliabile di una trilogia di successo. Questa traiettoria ampiamente riconoscibile per la sua platea, fu segnata da un giovane Robert Zemeckis, ben prima di altri suoi acclamati capolavori quali Chi ha incastrato Roger Rabbit e Forrest Gump. Ad affiancare il Marty McFly, c’è stato Christopher Lloyd con il suo Emmett “Doc” Brown, con il suo inconfondibile look eccentrico in stile Einstein.

La sceneggiatura avventurosa in pieno stile slapstick comedy, contribuisce a ricreare un audace divertissement pieno di vitalità nel suo essere fantascientifico. Zemeckis si diverte un mondo (e il pubblico con lui) a rappresentare la continua altalena emotiva del suo protagonista. Infatti, Marty passa dall’essere impacciato, fino a sfoderare uno scatto d’orgoglio verso la sua nemesi (ricorrente in tutti e tre i capitoli), ovvero Biff Tannen (Thomas F. Wilson), che entra in scena ogni volta con il suo grugno cavernicolo. Molte le battute iconiche, ma la sempiterna esclamazione di Doc, “Grande Giove”, spicca su tutte le altre.

La sceneggiatura di Bob Gale è entusiasmante e coinvolgente, e il battito cardiaco emotivo del suo protagonista è reso in maniera eroica e incalzante dalle musiche di Alan Silvestri, che hanno reso ampiamente riconoscibile questa saga spericolata. E mai una pellicola come questa, ha creato una vera leggenda  tra raduni di fan per la mitica DeLorean, oltre a cosplay antologici, attirati da una data che è radicata nella storia e nella cultura cinematografica, da metà anni 80’ ad oggi. Oggi, vedere Ritorno al futuro (per l’ennesima o la prima volta) non è solo nostalgia, ma un’ulteriore conferma della traccia esaltante e appagante che ha lasciato dentro tutti noi spettatori.


di Francesco Maggiore
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