Tutta vita

La recensione di Tutta vita, di Valentina Cenni, a cura di Francesco Maggiore.

Scritto e diretto da Valentina Cenni, Tutta vita è un documentario musicale che ha come obiettivo finale quello di un’intensa e stupenda esibizione in jazz: quella al Teatro Rossetti di Trieste. Esibizione che effettivamente è avvenuta il 17 febbraio 2025. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, Tuttavita ne tratteggia i protagonisti di questa vibrante e particolare e artistica immersione residenziale. Sono rispettivamente Stefano Bollani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Antonello Salis, Ares Tavolazzi, Roberto Gatto insieme ad altri giovani talenti, tra cui Matteo Mancuso, Christian Mascetta e Frida Bollani Magoni.

Potenza e libertà di fare di questi grandi artisti nell’esordio del cinema del reale da parte di Valentina Cenni, che celebra grazie ad essi l’amore per l’arte musicale e la gioia di vivere. Ogni momento per “fare musica” viene sfruttato e massimizzato all’estremo. Anche l’uso di coltelli a cena e bicchieri è un momento piacevolmente conviviale che assume una dimensione surreale, solidale, ma soprattutto collettiva.

Perchè il suono continuo degli strumenti, tra cui tastiera e batteria, testimonia un dialogo uditivo come se potesse parlare e assumere una voce narrante. Bollani è testimone di musica e ironia con una consueta sicurezza che riesce ad unire tutti nell’intento creativo. La nota musicale deve partecipare e sostenere tutto ciò che sta intorno nella sua interezza. L’illuminazione scenografica è bassa e calda come i toni e le voci dei personaggi che la abitano, creando un contrasto tra le melodie che si elevano e discendono tra i vari spezzoni musicali.

L’improvvisazione diventa parte di un ragionamento che non è tale, ma è liberazione da tutto ciò che è un bagaglio di cose già fatte per essere vicino alla propria essenza. Risate, confronto dialogico e simulazioni orchestrali continue, fanno parte di questa storia. Che abbraccia e ridefinisce contorni malinconici e poetici nel suo essere così versatile ma al tempo stesso umile nella rappresentazione. Il progetto segna a livello musicale una vera reunion di talenti, che spesso commentano ad alta voce le loro letture e opinioni. Tutto culmina nell’esibizione finale che riesce ad essere appassionata, intensa, partecipata ma soprattutto memorabile per il pubblico che vi ha assistito e quello cinematografico nella sua visione su grande schermo.


di Francesco Maggiore
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