Grand Prix
La recensione di Grand Prix, di Waldemar Fast, a cura di Ignazio Senatore.
In Gran Prix, Edda, giovane topolina vive assieme agli amici in una grande parco giochi. Per caso, scopre che Erwin, il papà, vedovo, è minacciato da due strozzini per un debito non ancora saldato. L’indomita Edda, che ha sempre sognato di partecipare a una gara automobilistica, nella speranza di salvare il Luna Park, decide di andare alla presentazione del Gran Prix, per distribuire dei volantini e pubblicizzare, così, il parco giochi. Stregata dall’auto di corsa di Ed, il campione, suo idolo, decide di mettersi alla guida e fare un giro in città. Ed la raggiunge e, dopo essere scampato, miracolosamente a mille ostacoli, si infortuna e non può più partecipare al Gran Prix. Edda decide di sostituirlo. E’ l’inizio di una serie di colpi di scena, di ostacoli e imprevisti da superare.
Waldemar Fast, fedele a un consolidato espediente narrativo, lascia che la vicenda si dipani a partire da un peggioramento: il luccicante Luna Park rischia, infatti, di scomparire per colpa di due cinici strozzini. Per ribaltare la situazione iniziale e evitare che il parco giochi scompaia, lascia che Ed si infortuni e che la pasticciona e battagliera Edda, sprezzante del pericolo, alla fine trionfi e salvi il Luna Park. In questo film d’animazione, il regista ambienta la vicenda nelle principali capitali europee e, per rendere più accattivante la trama, lascia che un misterioso sabotatore metta i bastoni tra le ruote alla temeraria e inarrestabile Edda. Messa da parte la trama prevedibile, Fast insiste troppo, nelle riprese delle auto impegnate nel Grand Prix e, se la sfida tra le quattro ruote in gara, dapprima, diverte e appassiona, diventa, poi, ripetitiva e finisce per far calare, irrimediabilmente, il ritmo del film.

di Ignazio Senatore