XXII Sguardi Altrove Film Festival “Identità plurime, identità negate. Diaspore territoriali” – Milano

Registe e artiste da tutto il mondo a Milano per la XXII edizione di Sguardi Altrove International Film Festival, la rassegna dedicata al cinema e ai linguaggi artistici al femminile.

Registe e artiste da tutto il mondo a Milano per la XXII edizione di Sguardi Altrove International Film Festival, la rassegna dedicata al cinema e ai linguaggi artistici al femminile, che torna dal 20 al 28 marzo 2015 in diversi spazi con un ricco calendario di anteprime, proiezioni, incontri, mostre e workshop. Sono cento i film presentati quest’anno con il 60% di anteprime italiane, il cui cuore pulsante è rappresentato dai lavori delle donne ma con spazio anche per la regia maschile.

“Identità plurime, identità negate. Diaspore territoriali”, questo il tema dell’edizione 2015 che, in continuità con il passato, ma anche nell’intento di approfondire problematiche proposte nelle precedenti edizioni, farà da fil rouge alle molteplici attività e sezioni del Festival. Una riflessione che verte da un lato sul concetto di identità plurime, identità complesse in transito che veicolano tratti e segni distintivi di culture diverse, in continuo divenire. Dall’altro, sull’idea stessa di identità negate, problema di urgente attualità legato alle diaspore territoriali, ai dislocamenti e re-insediamenti, ma anche ai respingimenti che vedono in varie parti del mondo popoli, etnie, gruppi sociali costretti a una mobilità forzata, fuori o dentro i propri stessi confini, culturali e/o geografici. Organizzato dall’Associazione Sguardi Altrove-Donne in Arti Visive con la direzione artistica di Patrizia Rappazzo e forte della presenza sempre più significativa delle istituzioni e di vari partner, il festival si svolgerà quest’anno tra lo Spazio Oberdan, il Cinema Beltrade, la Casa dei Diritti e l’Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare. Film di apertura del festival sarà Ghesseha (Tales) della regista Rakhshan Banietemad (venerdì 20 marzo ore 21.15, Spazio Oberdan), icona del cinema iraniano, premio per la migliore sceneggiatura alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia, che racconta la quotidiana sopravvivenza di persone che vivono nei quartieri popolari di un Iran povero, a tratti violento, dalla burocrazia malfunzionante, alle prese con disoccupazione e arresti, e sempre in lotta per ottenere i propri diritti. Ricchissimo il programma delle tre sezioni competitive – nucleo centrale del festival – aperte esclusivamente ai film a regia femminile.

I film di ogni sezione concorrono a un premio in denaro (2500 euro al miglior lungometraggio; 1500 euro al miglior documentario; 1000 euro al miglior cortometraggio). Un ulteriore premio speciale sarà consegnato per questa edizione dalla componente femminile del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici al miglior documentario della sezione Le donne Raccontano; mentre un premio del pubblico sarà assegnato al film che riceverà più like sulla pagina Facebook del festival. Parte del pubblico votante selezionato attraverso un sorteggio, avrà la possibilità di partecipare alla serata di premiazione. Nel concorso internazionale lungometraggi Nuovi Sguardi [a cura di Nicola Falcinella, Patrizia Rappazzo], in programma le anteprime italiane di: Ben Zaken della regista israeliana Efrat Corem, presentato all’ultima edizione del Festival di Berlino; The blue wave di Zeynep Dadak e Merve Kayan, parabola agrodolce sull’incertezza e la voglia di libertà di una giovane ragazza turca, vincitore come miglior film e miglior sceneggiatura all’Antalya Golden Orange Film Festival, fondamentale appuntamento per il cinema turco; Nine days and one morning di Vera Storozheva, una storia che parla di adozione in una Russia senza glamour; Vecchi pazzi della regista elvetica Sabine Boss, ospite del festival, con protagoniste note attrici della scena contemporanea, quali la vedova di Giorgio Strehler Andrea Jonasson e Lucia Mascino, vincitore dello Swiss Film Prize come miglior film, miglior sceneggiatura, miglior attore e migliore attrice; e Seguir viviendo di Alejandra Sanchez, che si colloca nel momento d’oro della cinematografia messicana. Completano la sezione, Amori e metamorfosi di Yanira Yariv, una coproduzione franco-italiana sull’identità di genere nella società contemporanea partendo dalle “Metamorfosi” di Ovidio, presentato all’ultimo festival di Locarno; L’année prochaine di Vania Letruq, storia dell’amicizia fra due diciassettenni in fuga verso Parigi; e Drevo esordio al lungometraggio della slovena Sonja Prosenc, su una famiglia costretta a vivere una situazione tragica in seguito a un incidente.

Il concorso internazionale documentari Le Donne Raccontano [a cura di Sergio Di Giorgi, Barbara Sorrentini, Stefania Scattina] presenta uno sguardo sul mondo contemporaneo attraverso otto lavori. In anteprima italiana: Bintou della tedesca Simone Catharina Gaul, in concorso al Docudays UA International Documentary Human Rights Film Festival 2014, storia di una giovane donna nel Burkina Faso divisa tra sogni professionali e la sua realtà di madre; The mulberry house della regista scozzese yemenita Sara Ishaq, passato all’ultimo International Documentary Film Festival di Amsterdam, che tratta dello scontro tra generazioni e tra donne e uomini sullo sfondo della guerra civile yemenita; Tito’s glasses di Regina Schilling, in programma nella sezione “LOLA” allo scorso Festival di Berlino, nel quale un’attrice rievoca la storia della sua famiglia e della ex Jugoslavia. Mentre in anteprima assoluta saranno presentati: A taxi with a view della milanese Barbara Nava, che sarà presente alla proiezione, girato a Gerusalemme e nei territori palestinesi, che, attraverso le chiacchiere di tutti i giorni tra i tassisti e i loro clienti, descrive la mancanza di libertà di movimento nell’area e i tentativi della gente comune di aggirare le barriere, sia fisiche sia politiche e psicologiche, condizione umana che sfocia spesso nell’ ”assurdo”; Scarti di Alessandra Cataleta, film nato dal montaggio del materiale girato (e in parte scartato) durante le riprese di una famosa serie di documentari per la tv; e Gorod solnka (The city of the sun) di Daria Orkhan, dove, sullo sfondo di San Pietroburgo, si intrecciano le storie di tre persone molto differenti tra loro, ognuna delle quali prova a cambiare qualcosa nella città e nel mondo. Infine, chiudono il programma dei documentari, l’anteprima europea di Bering. Equilibrio Y Resistencia della nota fotografa messicana Lourdes Grobet, che segue da vicino un gruppo di persone che vivono nello stretto di Bering, sul confine immaginario tra Alaska e Siberia, mostrando immagini straordinarie, che trascendono i limiti del documentario etnografico e ritraggono una comunità che lotta per preservare la sua cultura; e Lavoratrici della scrittrice e filmmaker Alessia Di Giovanni, che sarà presente alla proiezione, ambientato a Lecce, dove le molestie sul luogo di lavoro sono all’ordine del giorno, e segnano ferite che affondano nella necessità, in bilico tra bisogno e dignità.

Il concorso internazionale cortometraggi Sguardi (S)confinati [a cura di Tiziana Cantarella, Giulia Ghigi e con la collaborazione di Benedetta Malacrida, Bianca Badialetti] dedicato alla produzione più giovane legata ai temi più caldi dei nostri giorni, propone una ricchissima selezione di opere provenienti da tutto il mondo. Diciotto sono i film in concorso quest’anno per una panoramica d’eccellenza sulla libertà narrativa e stilistica che contraddistingue in particolar modo il linguaggio dei cortometraggi. Fra questi si segnalano le due anteprime mondiali provenienti dalla Spagna: La mujer asimmetrica di Ana M. Ruiz la cui protagonista ricorda l’intensa Gloria del film omonimo di Sebastián Lelio e Seiscientos commedia surreale della pluripremiata regista Rebeca Dìaz. Mentre tra le italiane in concorso, da non perdere Ahlem di Alessandra Pescetta, opera che esplora il tema dell’immigrazione; l’anteprima europea di Driving With Monologue di Roberta De Paoli e Zima di Cristina Picchi, corto premiato al Festival di Locarno 2013 e nominato come Miglior Cortometraggio agli European Film Awards nello stesso anno. Accanto ai concorsi competitivi, il Festival ospiterà come sempre delle sezioni non competitive aperte anche ai film a regia maschile.

Tra queste spiccano tre finestre di approfondimento sul tema ispiratore di questa edizione:

– il Focus L’identità multiforme. Figure femminili, case e famiglie nella complessità del Medio Oriente, a cura di Maurizio G. De Bonis, Sergio Di Giorgi, con il patrocinio e il sostegno dell’Ambasciata Israeliana, che propone otto titoli dell’ultimo decennio con quattro opere inedite di cui due in anteprima italiana.

Si parte con Heritage (Inheritance), esordio alla regia della nota attrice palestinese Hiam Abbas, presentato alle Giornate degli autori a Venezia nel 2012; segue la prima italiana di Dancing Arabs del cineasta israeliano Eran Riklis, opera acclamata all’ultimo Festival di Locarno; e sempre in prima italiana Self Made secondo lungometraggio di Shira Geffen già “Camer d’Or” a Cannes 2007 per Meduse diretto con il marito, il celebre scrittore Edgar Keret, presentato alla Settimana della Critica di Cannes 2014, un film toccante che affronta temi diversi come la guerra, l’identità e il mondo dell’arte. La proiezione sarà preceduta da un incontro con la regista Shira Geffen e il direttore della fotografia Ziu Berkovich moderato dai curatori del focus, Maurizio G. De Bonis e Sergio Di Giorgi. In programma inoltre: Ana Arabia di Amos Gitai, girato in un unico piano sequenza, racconta la vita di una piccola comunità “mista” di ebrei e arabi, che vivono in una sorta di “terra di mezzo”, al confine fra Tel Aviv sud e Bat Yam; Villa Touma, esordio alla regia della palestinese Suha Arraf, già sceneggiatrice del regista israeliano Eran Riklis; e tre titoli dei fratelli Ronit e Shlomi Elkabetz, Shiva (Seven days), Velakahta lekha isha (To take a wife), Premio del pubblico alla diciannovesima Settimana della Critica di Venezia 2004, e Gett, The trial of Viviane Amsalem (Viviane).

La Finestra sull’Australia, con la collaborazione di Silvana Tuccio e dell’Ambasciata d’Australia, che affronta il tema delle migrazioni italiane e non solo nell’Australia di ieri e di oggi e che vanta il patrocinio dell’Ambasciata Australiana. La maggior parte dei titoli di questa sezione proviene dall’archivio del Monash University Prato Centre, la più prestigiosa istituzione accademica australiana presente in Europa, con sede italiana a Prato, e sono stati selezionati in collaborazione con la storica e critica Silvana Tuccio. Fra questi, si segnala The Spag di Giorgio Mangiamele, Arrivederci Roma di Geoffrey Wright, Spaventapasseri di Luigi Acquisto e due titoli del regista Franco di Chiera che sarà ospite del festival insieme all’attrice italo australiana Carmelina De Guglielmo, The Joys of the Women e Big Mamma’s Boy che vede come protagonista proprio la De Guglielmo. In programma anche dei cortometraggi-ritratti di italiani emigrati in Australia, presentati in anteprima assoluta, inclusi in Italian Dreamtime, un progetto cross mediale che sullo spunto di un diario di viaggio di Pasolini del 1959 – La lunga strada di sabbia – racconta l’emigrazione tricolore in Australia, utilizzando le piattaforme social (Facebook, Twitter, Instagram e il sito ufficiale del progetto). Le proiezioni saranno seguite da un concerto di didgeridoo con Fiorino Fiorini e da un approfondimento su come intraprendere un percorso di studio, lavoro e trasferimento in Australia con Jacopo Corona, Aristide Maina, Valeria Carola Vitale. La sezione si completa con una serie di opere di giovani autori australiani che capovolgono la prospettiva del concetto di migrazione, come il documentario di David Vadiveloo, Voices from the Cape, su una comunità di indigeni della remota Australia. – Terra madre: proiezioni e incontri sul tema Expo 2015 [a cura di Stefano De Marchi] sezione speciale dedicata all’esposizione universale che aprirà i battenti il prossimo primo maggio nel capoluogo lombardo e affronterà i temi di un’alimentazione ecosostenibile e della necessità di nutrire il Pianeta sul quale viviamo. Tra i titoli più significativi Arboraceous di Natasha Bishop, Abalimi di Marysia Makowska e Vite di collina. Storie di agricoltura dalla Collina Torinese di Paolo Casalis, un piccolo documentario che racconta due esperienze italiane simili e al contempo opposte. Completano il programma delle sezioni non competitive a regia mista:

Sguardi Incrociati, a cura di Patrizia Rappazzo, Barbara Sorrentini: visioni trasversali sul cinema italiano indipendente, che include lavori come 1893. L’inchiesta di Nella Condorelli, con musiche originali di Massimo Zamboni, viaggio cinematografico in una pagina dimenticata della nostra storia, tratta dall’inchiesta realizzata nel 1893 da un giornalista veneto a dorso di mulo sulle strade di una Sicilia sconosciuta; Qualcosa di noi di Wilma Labate, sulla creazione artistica e la mercificazione del corpo, passato all’ultimo Torino Film Festival (dopo la proiezione la regista sarà presente in collegamento via skype); Come il peso dell’acqua, sull’epopea “dal basso” degli immigrati in Italia che il regista Andrea Segre ha realizzato con Stefano Liberti, Giuseppe Battiston e Marco Paolini; Eco de Femmes – The echo of new economy di Carlotta Piccinini, che sarà presentato in collaborazione con ceCINEpas, storia di sei donne, dei loro sogni e di una battaglia per l’emancipazione attraverso il lavoro nelle aree rurali di Marocco e Tunisia; – Diritti Umani, oggi [a cura di Sergio Di Giorgi]: sezione internazionale che propone una selezione di documentari sulle violazioni dei diritti umani in tempo di pace e in tempo di guerra nel mondo. Tra questi si segnala la proiezione all’Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare, in collaborazione con la trasmissione radiofonica a cura di Barbara Sorrentini “Vogliamo anche le rose” e con Amnesty International – Sezione italiana di Terra di transito, il docufilm di Paolo Martino che affronta il tema delle migrazioni in Italia e in Europa a partire dal racconto di Rahell Ali Mohamed, rifugiato bambino dall’Iraq in Siria e poi costretto ad abbandonare anche la sua seconda terra (Mercoledì 25 marzo ore 21). In sala discuteranno con il pubblico dopo la proiezione, il regista, il protagonista Rahell Ali Mohammad e il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury. E sempre in collaborazione con Amnesty International – Sezione italiana (mercoledì 25 marzo alle 17, Spazio Oberdan) la proiezione di Young Syrian Lenses, progetto indipendente dei filmmaker Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti sui media attivisti siriani, girato nella città di Aleppo da anni sotto assedio, entrambi gli autori saranno presenti alla proiezione insieme al portavoce nazionale di Amnesty Riccardo Noury.

Il Comunicato Stampa Generale di Sguardi Altrove 2015
Il sito web di Sguardi Altrove

In foto:
L’année prochaine, regia di Vania Letruq


di Redazione
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