Spirit of Fire: un festival siberiano
Perché organizzare un festival di film d’esordienti in una regione freddissima, raggiungibile solo con un lungo volo da Mosca e, per giunta, in pieno inverno? I responsabili del primo festival Spirit of Fire che si è tenuto alla fine di gennaio a Khanty-Mansiisk, capitale dell’omonima regione siberiana, forniscono una riposta non priva d’interesse. Questa è una regione ricca, dicono, qui c’è il più grande giacimento di gas naturale del mondo, una parte del quale esportato anche in Italia. Inoltre la dissoluzione dell’URSS ha sottratto questa ricchezza al governo centrale, rendendola disponibile in loco. Tuttavia questa situazione fortunata potrebbe non durare: il progressivo esaurimento delle risorse naturali o la messa a punto da parte dei paesi industrializzati di fonti d’energia alternativa potrebbero ridurre il valore dei giacimenti e far ripiombare la regione nella condizione di miseria patita sino all’inizio degli anni novanta. Per questo, continuano, abbiamo deciso d’impiegare le risorse ora disponibili per un colossale piano culturale e di lancio turistico. Qui si terranno i prossimi i campionati mondiali d’alcune discipline sciistiche e il festival del cinema rientra in questo piano d’affermazione a livello internazionale.
Detta così la scelta appare più che ragionevole, solo che, vista in diretta appare una sfida quasi impossibile. Le strutture nuove ci sono, i quattrini investiti sono tanti – per il festival cinematografico sono stati spesi un milione e mezzo di dollari – ma ciò che manca è una tradizione cultural – organizzativa degna di questo nome e infrastrutture capaci di sopportare l’impatto di una massa di visitatori di una certa consistenza. In altre parole ci si trova davanti al solito dilemma della vecchia URSS: generosità e calore umano a bizzeffe, capacità professionale poca. Una seconda ragione per l’esistenza del festival, negata dagli organizzatori, ma sussurrata da molti, è che si sia trattato di una delle tante iniziative della classe dirigente emersa dalle rovine dell’Unione Sovietica, per conquistarsi un aspetto più presentabile. E’ noto che al momento del crollo dell’URSS si è scatenata una lotta furiosa per il controllo delle immense ricchezze rimaste “senza padrone”. Uno scontro in cui hanno avuto parte attivava i quadri intermedi dell’ex PCUS, faccendieri di vario livello, mafiosi e servizi segreti.
b Se oggi gran parte degli immobili di cittadine come Karlovy Vary sono di proprietà di società russe, se una bella fetta della Croiette e di San Remo hanno subito la stessa sorte lo si deve al consolidamento di questi gruppi, ricchissimi e aggressivi. Del resto è noto che, ad esempio, il Festival del Cinema di Soci, in Crimea, nasce con strane sponsorizzazioni e padrini altrettanto misteriosi. In Siberia si starebbe tentando un’operazione analoga. Il governatore della regione, uomo assai vicino alla maggiore azienda di sfruttamento del gas naturale, si è impegnato a fondo per il finanziamento del festival e i dirigenti della rassegna lo hanno ripagato regalandogli pubblicamente un orologio del valore di varie decine di migliaia d’euro! Un comportamento che ha sorpreso solo gli ospiti stranieri e che è stato considerato del tutto normale dai locali. Del resto in questa cittadina il sindaco ha fatto comperare al comune una costosissima limousine americana e se l’è assegnata coma auto di servizio. Un catafalco che stona alquanto con le strade ghiacciate per cinque mesi l’anno e con le molte casupole in legno prive d’acqua corrente, con riscaldamento a legna e servizi igienici esterni che ancora caratterizzano il panorama cittadino.
Per quanto riguarda il festival il suo svolgimento è stato in carattere con il quadro generale: grande cordialità, programmi continuamente cambiati, scarsa documentazione non in russo. La ciliegina, l’ha fornita la giuria che ha laureato con un assegno di 150 mila dollari L’anno del demonio (Rok dábla) di Petr Zelenka, un documentario narrativo su un complesso della Repubblica Ceca. Una scelta piuttosto stravagante per una manifestazione dedicata agli esordienti, giacché il film è opera terza e che il regista ha un palmares lungo un chilometro.
di Redazione