SIC 2015 – Montanha (Montagna)
Montanha, opera prima del portoghese Joao Salaviza, è un film maturo e rigoroso, incentrato sulla figura del quattordicenne David (David Mourato). Siamo a Lisbona, in piena estate: il ragazzino è completamente abbandonato a se stesso perché i genitori sono separati e assorbiti dai propri problemi e incapacità. Accanto a David, ci sono soltanto due amici: Rafael (Rodrigo Perdigao) e Paulinha (Cheyenne Domingues) che sembrano più soli e sbandati di lui. A complicare la situazione, arriva anche la malattia inattesa del nonno, suo unico punto di riferimento.
Salaviza, con precisione implacabile e senza sconti, rende quasi palpabile allo spettatore l’angoscia di chi, adolescente, si aspetterebbe vicinanza e risposte da adulti che appaiono, invece, distanti e anaffettivi. Le istituzioni, non solo non aiutano, ma esercitano un’ulteriore violenza, come mostra la sequenza del colloquio a scuola, in cui vediamo soltanto David, e non la controparte, come a dire che i due parlano lingue diverse e non possono, certo, incontrarsi.
Montanha, però, non vuole fare riferimento tanto alle condizioni sociali dei personaggi quanto dar vita ad una riflessione atemporale, ribadita anche dalla scelta del formato utilizzato: 35mm. La cosa che più sta a cuore al regista è indagare la natura del personaggio centrale: la sua rabbia, la sua tenerezza, la sua resistenza a vincere l’immobilità.
In questo, Salaviza è stato, senz’altro, aiutato dal talento di Mourato, bravissimo nel rendere, contemporaneamente, la ruvidezza difensiva di chi ha paura di lasciarsi andare e il bisogno inespresso d’amore .“Ho solo te!”, confessa, ad un certo punto, a Paulinha.
Nel film, le parole sono poche perché i ragazzi non hanno nessuno con cui parlare ma, quando ci sono, vibrano di verità e sono, quasi, estensioni del corpo. Alcuni dialoghi sono improvvisati, per esempio lo scambio di battute sul rumore che fanno i corpi di chi si uccide mentre altre scene, come quella della dichiarazione, sono state ripetute più volte.
“Senza gli attori, non ci sarebbero film” – ha dichiarato il regista e, in effetti, si avverte il contributo notevole dato dai giovani interpreti. In conclusione, Montanha è un racconto di formazione che evidenzia l’ autorialità di un regista esordiente: anche Salaviza, come il personaggio del suo film, dimostra, con il passaggio al lungometraggio,dopo la realizzazione di corti vincitori di numerosi premi, di essere cresciuto!
di Mariella Cruciani