Sguardi Altrove Film Festival – Milano
Giunto a un importante traguardo di maturità come la sua diciottesima edizione, Sguardi Altrove Film Festival di Milano, si ripropone, da un lato, tra le principali e più longeve iniziative italiane dedicate al cinema pensato e realizzato dalle donne nel mondo (articolato in diverse sezioni, competitive e non) ma anche – secondo una linea di programmazione intrapresa negli ultimi anni – come vetrina e punto di incrocio di diversi linguaggi artistici, sempre declinati al femminile. Da qui, il notevole ampliamento dei tempi e luoghi della manifestazione (quest’anno dal 7 al 27 marzo, con le sezioni filmiche dislocate tra lo Spazio Oberdan e il Cinema Gnomo, e diverse altre location cittadine a ospitare mostre, workshop, incontri) e il rafforzamento di collaborazioni importanti, istituzionali e non, come quella con la Triennale di Milano e con il “Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina” (altro storico e coinvolgente appuntamento del mese di marzo a Milano).
I diversi percorsi della creatività femminile si ritrovano nella sezione multidisciplinare “Tasselli d’Arte. Oltre il cinema”, che ha inaugurato lunedì scorso, in uno dei saloni della Triennale, il Festival, ospitando una decina tra mostre fotografiche, di costumi e videoinstallazioni. Dopo il focus dedicato alle artiste cinesi della scorsa edizione, quest’anno gli sguardi del festival si sono posati sull’intero continente africano (“Made in Africa. Trame, colori e forme di un continente”). Tra le protagoniste, presente alla serata inaugurale, la famosa stilista senegalese Oumou Sy, da tempo ambasciatrice della moda africana, che ha portato in mostra 10 fantastici costumi di scena da lei realizzati per altrettanti film (che portano la firma, tra gli altri, degli indimenticati capiscuola del cinema senegalese e del continente Ousmane Sembène e Djibril Diop Mambéty). Al suo lavoro tra arte e moda si ispira anche il reportage, tra fiaba e realtà, “Gli angeli della Medina” della fotografa palermitana e cosmopolita Shobha realizzato con i modelli e le modelle di Oumou Sy per le strade di Dakar. Oumou Sy è poi protagonista del video-ritratto del fotografo Pat Marcel, che ci fa entrare nel mondo caotico e colorato del suo atelier di moda Leydi di Dakar (che, come ha detto la stilista a Milano, sta cercando di far diventare anche un museo della moda africana e un albergo d’arte).
Le sezioni propriamente filmiche, varate ieri, hanno visto l’avvio del concorso internazionale lungometraggi “Nuovi Sguardi”. I due film d’apertura erano Bas-Fonds, un noir violento e scabroso, duro ritratto della Francia di provincia contemporanea, ispirato a un vero fatto di cronaca e diretto dall’attrice Isild Le Besco (al suo terzo film, era a Locarno 2010); e l’italiano Le stelle inquiete (che uscirà in sala venerdi 11), travagliato progetto (nato già nel 2004 come coproduzione internazionale poi naufragata), poi ripreso con caparbia (dalla sua Kitchen Film e con il sostegno della Film Commission Piemonte) dalla regista Emanuela Piovano: il film è un omaggio alla figura carismatica di filosofa e intellettuale di Simon Weil e si concentra su un episodio della sua breve vita, l’incontro –ai tempi del governo Petain- con Gustave, il filosofo-contadino che più tardi pubblicherà uno dei suoi più famosi manoscritti.
Nella giornata dell’8 marzo, da segnalare anche l’incontro con la sempre lucidissima e battagliera Inge Feltrinelli, al termine della proiezione dell’intenso documentario Inge Film di Luca Scarzella. Un monologo appassionante e illuminante sull’Italia e il mondo, dal dopoguerra ai giorni d’oggi, attraverso lo sguardo sempre attento e curioso di Inge Schoenthal Feltrinelli, scandito da bellissime immagini (le sue foto, le foto che la ritraggono, superotto familiari, filmati d’archivio, ecc.). La storia di una donna dall’esistenza straordinaria, dai suoi incontri come giovane fotoreporter con, tra gli altri, Ernest Hemingway, Pablo Picasso e Simone de Beauvoir, fino all’incontro nel 1960 con quello che diventerà poi suo marito, Giangiacomo Feltrinelli. Il racconto di un’avventura umana, politica, professionale, uniche, ma anche un ritratto di un’Italia e di una Milano, oggi scomparse, che si aprivano al mondo, sino a quel, ancora oggi misterioso, ritrovamento del cadavere di Feltrinelli ai piedi di un traliccio, nella prima stagione del terrorismo e dei “segreti di Stato”. E poi ancora, la difficile battaglia di una donna –che insieme a un grande team, come più volte tiene a sottolineare nel corso del film- è riuscita a salvare e rilanciare quel sogno culturale ed imprenditoriale della casa editrice e delle sue innovative librerie.
Info: Sguardi Altrove Film Festival – 7/13/3/2011
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di Redazione