Ricordo di Emidio Greco
Il 22 dicembre 2012 è scomparso Emidio Greco. Pubblichiamo l'intervento che Piero Spila (Vice Presidente SNCCI) ha effettuato alla Casa del Cinema il 24 dicembre in occasione della cerimonia dedicata al regista.
Emidio Greco era un intellettuale che aveva scelto di dedicarsi al cinema per esprimersi creativamente. E come regista cinematografico appartiene a quella generazione di autori orgogliosamente minoritaria, e preziosa, perché protesa alla qualità e al rigore assoluti, senza indulgenze e concessioni (sia pure minime) alle leggi più retrive dello spettacolo, alle forme più facili e scontate della rappresentazione.
Dei suoi otto lungometraggi, ben cinque sono tratti da opere letterarie di scrittori importantissimi: Bioy Casares, Karen Blixen, Leonardo Sciascia e Franco Lucentini. Autori apparentemente molto diversi tra loro, eppure appartenenti ad una medesima geografia letteraria, con punti di contatto essenziali: scrittori capaci di interagire con la realtà non per descriverla o raccontarla per quello che è, ma per il senso altro che essa sa esprimere, che porta in sé, e che bisogna solo saper cercare. Ed è l’aspetto più peculiare del cinema di Emidio Greco, erroneamente definito a volte “letterario”, mentre è assolutamente cinema puro al 100%.
E tale essenza, rigorosamente cinematografica, risalta proprio nei suoi film tratti da opere letterarie. Ci sono autori che si limitano a illustrare con immagini e suoni (anche benissimo) certi romanzi. Altri cineasti, invece, più giustamente, vanno oltre il romanzo, lo tradiscono, prendendo dal romanzo ciò che a loro interessa. Altri cineasti ancora (ed Emidio Greco è tra questi) sembrano fedelissimi al libro a cui di volta in volta si ispirano e invece lavorano al suo interno, per estrarne il senso più segreto e importante. La letterarietà invece che la letteratura, e il cinema prima del film e della storia. E’ il modello cinematografico di Emidio Greco: capace di riflettere sul cinema facendolo, di proporre sempre, con i suoi film, un “altrove”, un senso segreto e “altro” rispetto alla storia proposta sullo schermo.
In L’invenzione di Morel c’è l’amore per la cinefilia ma anche la denuncia (amarissima) dell’insufficienza della realtà. In Ehrengard c’è la forza della seduzione ma anche la vulnerabilità di chi è condannato a fare arte. Con Sciascia, in Una storia semplice c’è la messa in scena del principio di responsabilità e con Il Consiglio d’Egitto l’indignazione contro un certo esercizio del potere. Infine in Notizie degli scavi c’è la storia di faticosa una presa di coscienza, il recupero di un barlume di dignità che porta però, inevitabilmente, anche dolore e sofferenza.
Quello di Emidio Greco è sempre un cinema alto, fatto di stile, forma e rigore. Un cinema che merita di essere conosciuto e amato.
Leggi la recensione del film Notizie degli scavi (regia di Emidio Greco), a cura di Piero Spila.
di Piero Spila