Parte a Milano la 21ma edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina.
Come ogni anno, da 21 anni, il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (da ormai sette anni, la manifestazione copre infatti, oltre che l’Africa, anche il cinema degli altri due continenti) porterà a Milano (da oggi a domenica 27) il vento del cinema (volendo citare Enrico Ghezzi…) di tanti Sud del mondo. Ma, in questa edizione, anche il vento delle rivoluzioni popolari, dagli esiti spesso drammatici e ancora poco decifrabili, esplose in questo scorcio iniziale del 2011, in tutto il mondo nordafricano e, purtroppo, delle guerre, civili e internazionali, in corso. Non a caso, numerose opere del programma testimoniano il “presentimento” di quanto stava per accadere in quelle aree del mondo (dell’attualità sociale e politica, si discuterà in maniera più approfondita anche nell’incontro previsto allo Spazio Oberdan il 24 alle ore 17, alal presenza anche dei registi tunisini Nouri Bouzid e Fadhel Jaibi, ma anche dei giovani filmmaker algerini Mounes Khammar, autore di un profetico corto, Le dernier passager, e Abdenour Zahzah).
Alla selezione dei film delle diverse sezioni, sempre ricca e intelligente (curata ancora una volta da Annamaria Gallone e Alessandra Speciale, con l’aiuto, tra gli altri, di Giuseppe Gariazzo e Mohamed Challouf), si affianca poi, nei diversi set urbani del Festival, una serie di eventi collaterali che si aprono ad altri linguaggi, tra mostre e concerti: tra questi, si segnala, domenica 27 pomeriggio al Teatro Rosetum il concerto in ricordo di Sotigui Kouyaté, il grande attore (di cinema e teatro) e griot scomparso nel 2010, a cui parteciperanno numerosi gruppi musicali dell’Africa Occidentale, ma che risiedono e operano in Italia.
Quanto alle sezioni competitive, il programma prevede i due concorsi “Finestre sul Mondo” (per i lungometraggi di fiction e i documentari di Africa, Asia e America Latina) e due concorsi riservati esclusivamente all’Africa, rispettivamente per il Miglior Film Africano e il Miglior Cortometraggio di Fiction e Documentario. Tra i film presentati nel concorso lungometraggi si segnalano (in rappresentanza dei tre continenti): Un homme qui crie del regista del Chad Mahamat-Saleh Haroun (premio della Giuria a Cannes), il racconto di un drammatico conflitto tra padre e figlio sullo sfondo della guerra civile che insanguina il paese; Octubre dei giovani registi peruviani Daniel e Diego Vega (era anch’esso a Cannes, Un certain Regard), efficace ritratto sociale del paese visto attraverso le vicende di un uomo solo e scontroso che si ritrova improvvisamente padre); Ways of the Sea (Halaw), film filippino diretto da Sheron Dayoc, una dura docu-fiction sui tanti immigranti clandestini che cercano di attraversare il mare tra le Filippine e la più ricca Malesia. La sezione documentari affianca opere contrassegnate da uno sperimentalismo “d’autore “come nel caso di The Nine Muses (coproduzione Ghana/UK) del celebre regista originario del Ghana ma da tempo attivo in Inghilterra John Akomfrah, o dalla ricerca della memoria e dell’identità, come in Fragments d’une Palestine perdue, di Norma Marcos (regista palestinese esule a Parigi) o Abuelos della regista di origini ecuadoriane e cilene Carala Valencia Davila, che ripercorre e intreccia la storia dei nonni, un medico autodidatta ecuadoriano e un militante comunista assassinato durante la dittatura.
Ad arricchire l’offerta, e anche a fare da contrappunto alle realtà spesso drammatiche evocate da opere di fiction o documentarie, penserà quest’anno la sezione tematica “E Tutti ridono…”, le più divertenti commedie da Africa, Asia e America Latina selezionate con la collaborazione di Gino e Michele di Zelig. La sezione intende anche testimoniare lo sviluppo, oltre che in Asia e America Latina, anche in tutta l’Africa di un cinema più popolare, prodotto e distribuito in video, che adotta il registro della commedia come entertainment ma anche come acuta analisi e catarsi sociale. Tra i titoli scelti, in anteprima italiana, Tere Bin Laden (India, 2010) di Abhishek Sharma: una commedia demenziale che fonde in maniera imprevedibile ilarità, timore del terrorismo e la caccia all’uomo più clamorosa della storia; A woman, a gun and a noodle shop, commedia nera del famoso regista cinese Zhang Yimou, originale remake in salsa kung fu di Blood Simple dei fratelli Coen (il film di Zhang Yimou, tra l’altro, inaugura stasera il Festival all’auditorium San Fedele).
Da segnalare, infine (accanto all’omaggio reso dal festival a due registi scomparsi nel 2010,Moustafa Dao e il più noto regista siriano Omar Amiralay), la sezione “Raiding Africa”, frutto della collaborazione iniziata lo scorso anno con il Rotterdam International Film Festival. Ispiratosi alla crescente influenza della Cina nei paesi africani, quest’anno il Festival di Rotterdam ha portato in Cina sette giovani talenti del cinema africano per realizzare ciascuno un film in collaborazione con la Li Xianting Film School di Pechino. Raiding Africa si pone l’obiettivo di stimolare lo scambio tra culture e sostenere la carriera professionale dei registi africani creando per loro la possibilità di lavorare in un contesto internazionale con realtà produttive asiatiche indipendenti. In prima nazionale a Milano saranno presentati i 7 film, di diversa durata, genere e formato dei filmmakers coinvolti nel progetto.
Tutte le informazioni su film, autori ed eventi sono comunque disponibili sul sito www.festivalcinemaafricano.org.
di Redazione