Noir in Festival – Le serie tv
Il festival appena concluso a Milano ha scelto come simbolo lo sguardo selvaggio e profondo di una pantera nera, indiretto omaggio a Cat People di David Bowie (ma anche di Paul Schrader e Jacques Tourneur).

‘Il noir è un modo di percepire il mondo, un sentimento più in grado di cogliere la realtà, le contraddizioni e i paradossi di questo tempo.’ Così, si esprime Gianni Canova, prorettore dello Iulm e delegato dell’Università alla direzione artistica del Noir In Festival (8/14 dicembre) insieme agli storici direttori Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, responsabili del nuovo format del festival, appena concluso a Milano nella Torre e nel Campus universitario, dopo la prima settimana di programmazione al Teatro Sociale di Como.
Il festival – che quest’anno ha scelto come simbolo lo sguardo selvaggio e profondo di una pantera nera, indiretto omaggio a Cat People di David Bowie (ma anche di Paul Schrader e Jacques Tourneur), metafora delle sfumature in cui si rispecchia il nuovo profilo della manifestazione, attenta a tutte le contaminazioni e le mutazioni del genere tra cinema, letteratura, televisione e graphic novel, storia e cronaca – ha presentato un programma ricco di proiezioni, incontri, masterclass e dibattiti vari, tutti seguiti da un vasto pubblico.
Il Noir in Festival, arrivato alla sua 26° edizione, ha preso le mosse dal Mystfest di Cattolica (derivato a sua volta dalla Premio Gran Giallo a carattere letterario della stessa città, ideato da Felice Laudadio negli anni Ottanta). Radicatosi poi in Val d’Aosta, il festival oggi si è trasferito da Courmayeur in Lombardia, modificando la propria struttura originaria a partire proprio nel suo essere itinerante.
Asse privilegiato tra due realtà, l’una metropolitana, l’altra più vivace turisticamente, vicine ma molto diverse, è stata la principale sfida della nuova formula: l’idea portante è stata quella di un programma incrociato, con eventi e protagonisti dedicati alle due piazze, ma un fil rouge che ha legato la fantasia della sezione per ragazzi “Young Detectives” con la ricerca e l’animazione di “Fight Club” un game pensato e giocato dagli studenti universitari dello Iulm, ma che ha riproposto invece il tradizionale appuntamento con il concorso internazionale aperto alle novità più stimolanti del genere e le “Ombre di Luce”, dedicate alla storia italiana (con Istituto Luce Cinecittà); gli appuntamenti letterari delle “Conversazioni in nero”, i premi alla carriera dedicati alla letteratura (il Raymond Chandler Award, quest’anno assegnato a Como a Roberto Saviano) e al cinema (il Premio Giorgio Scerbanenco, tornato nella ‘sua’ Milano e riservato ai migliori noir italiani dell’anno, che in questa edizione ha avuto la novità di due direttori e che annovera tra i vincitori Andrea Fazioli e Bruno Morchio); e poi retrospettive e approfondimenti tematici, laboratori creativi e il rinnovato spazio delle “Noir Series.
Alla presenza della produttrice del programma e dello scrittore Nicolai Lilin, autore di Educazione Siberiana, il festival ha presentato in anteprima assoluta l’ultima novità di Crime+Investigation, canale 118 di Sky, il primo episodio della nuova serie Sulle tracce del serial killer (in onda dal 22 gennaio ogni domenica alle 22.55). Prodotta dal pluripremiato Alex Gibney (Going Clear: Scientology e la prigione della fede; Mea Maxima Culpa, recentemente trasmesso con successo su Crime+Investigation), questa nuova serie punta i riflettori sulla caccia ai più temuti e ricercati serial killer americani. Responsabili di alcuni degli omicidi più feroci, in particolare di giovani donne prostitute, questi assassini sono riusciti a sfuggire agli investigatori e sono spariti, nascondendosi in qualche luogo in America. La serie documenta con taglio sensazionalistico – che amplifica la dimensione del filmed drama televisivo americano – con una sovrabbondante di dettagli e un montaggio frammentato e destrutturato, il lavoro dei filmmaker Josh Zeman e Rachel Miller, decisi a seguire le loro tracce, raccontando dall’inizio caso per caso, intervistando i famigliari delle vittime, i vicini di casa, la polizia e i testimoni sopravvissuti per provare a scoprire nuovi dettagli utili alla cattura dei killer. Una caccia all’uomo senza filtri che si snoda per otto episodi, in cui Josh e Rachel, come due veri e propri investigatori, si addentrano nel lato più oscuro dell’America: dal serial killer di Long Island responsabile dell’omicidio di almeno dieci giovani ragazze, passando per lo strangolatore dell’Est, fino all’assassino di Daytona Beach, il lavoro dei due registi, protagonisti attivi dei fatti, che in alcuni casi si realizzano sotto i loro occhi, si trasforma in un vero e proprio viaggio on the road dentro il ventre più nero dell’America.
Ancora anteprime assolute con le proposte di Sky Atlantic HD che ha portato al Noir In Festival tre serie tv, proiettando il primo episodio di ciascuna di esse. Vera novità del canale, la stagione 1, del primo episodio di Le Bureau – Sotto Copertura, la serie francese diretta dal talentuoso Eric Rochant che racconta con un linguaggio progressivamente più raffinato e coinvolgente, lineare e rarefatto, la vita e le missioni degli agenti della DGSE (Direzione Generale per la Sicurezza Esterna; l’equivalente francese della CIA), incaricata della formazione delle migliori spie sotto copertura dei servizi segreti francesi, conosciute appunto come ‘‘le bureau des légendes’’. Inviati in tutto il mondo, vivono sotto false identità e la loro missione è identificare potenziali fonti. La serie – che sarà trasmessa in prima tv esclusiva su Sky Atlantic HD e avrà la sua prima televisiva il 16 gennaio, (ogni lunedì h.21.15) – si è concentrata sull’agente Guillaume “Malotru” Debailly (interpretato da uno straordinario Matthieu Kassovitz) che torna a Parigi dopo sei anni sotto copertura in Siria. Basata su testimonianze reali di ex spie francesi e ispirata ad eventi contemporanei, la serie racconta la storia di “Malotru” , diviso tra l’amore e la fedeltà, abituato a vivere nella menzogna, ed ora posto dinanzi la vita normale, con un forte desiderio di riprendere le relazioni con la ex moglie, la figlia, i colleghi, e rientrare nella sua vecchia, reale identità.
Atmosfere nerissime, ma nessuna emozione, invece con il primo appuntamento della terza stagione di The Fall, la serie ambientata in Irlanda del Nord che ha per protagonisti Gillian Anderson, nei panni del detective sovrintendente Stella Gibson, e Jamie Dornan in quelli del serial killer, “strangolatore di Belfast”, Paul Spector. La nuova stagione – che sarà trasmessa in prima tv esclusiva su Sky Atlantic HD (dal 30 dicembre, ogni venerdì dalle 21.15) – riprenderà dal drammatico finale della seconda stagione che ha lasciato il pubblico nel dubbio sul destino dello psicopatico Spector, ormai appeso ad un filo dopo essere stato prima individuato, poi arrestato e infine ferito gravemente da un colpo d’arma da fuoco.
Standard di livello molto alti e ottima interpretazione per Quarry – Pagato per uccidere, serie televisiva statunitense del 2016 trasmessa dal 9 settembre 2016 su Cinemax. Una serie tv non facile, tratta dalla serie di romanzi Quarry di Max Allan Collins, che andrà in onda in Italia dal 19 dicembre 2016 su Sky Atlantic. I personaggi sono molti intensi, la trama intricata e i dialoghi lunghi e ripetitivi, il ritmo è troppo dilatato, ma la storia di Mac Conway, detto “Quarry” – cava, roccia fuori e vuoto, senza alcuna emozione, dentro – un disilluso veterano della guerra del Vietnam, è veramente forte. La caduta morale, la facilità con la quale si passa da un estremo all’altro, dalla normalità all’abisso, sono i sentimenti che accompagnano il protagonista che tornato a casa, a Memphis, nel 1972, si ritroverà rifiutato da coloro che ama, solo e odiato dalla gente comune. Fino a quando un uomo misterioso conosciuto come “il Broker” (un bravissimo Damon Herriman) gli farà un’offerta che non potrà rifiutare: lavorare per lui come killer. Dietro la serie tv Quarry due autori televisivi come Michael D. Fuller e Graham Gordy, già responsabili del successo di Rectify, che come Quarry ha puntato molto su atmosfera, sguardi e piccoli particolari. Quarry non è sicuramente un noir ad alta tensione, anche se ha delle accelerate improvvise, ma imprigiona lo spettatore alle vicende del suo personaggio principale che diventa suo malgrado, un killer spietato e senza pietà.
In foto: Matthieu Kassovitz in Le Bureau des Légendes – serie tv di Eric Rochant
di Patrizia Rappazzo