Ipotesi e interventi dopo l’emergenza

Ipotesi e interventi dopo l’emergenza è l'editoriale che Franco Montini, presidente del Sindacato Critici Cinematografici Italiani, ha redatto per il nuovo numero della versione cartacea di Cinecritica. Lo pubblichiamo in anteprima.

Dal 9 marzo, in ottemperanza al decreto del governo, tutte le sale cinematografiche italiane hanno sospeso l’attività. Quando potranno riprendere la programmazione, in questo momento, è impossibile prevederlo. La chiusura potrebbe limitarsi ad un mese, come proseguire fino all’arrivo dell’estate o, forse, anche oltre. Contemporaneamente tutta una serie di manifestazioni e rassegne, grandi e piccole, previste in primavera, compreso l’appuntamento internazionale più prestigioso, il festival di Cannes, sono state rimandate a data a destinarsi.

Come altri settori, e più in generale la nostra vita, l’emergenza Coronavirus ha stravolto anche il cinema. Le conseguenze sono già pesantissime, sia sul versante culturale, che su quello economico. Tutti i festival rinviati si potranno organizzare e svolgere entro la fine dell’anno? Il danno per l’intera filiera, produzione, distribuzione, esercizio, provocherà fallimenti e dolorose sparizioni? Gli interrogativi sono numerosi e, nell’attesa che l’emergenza finisca, si stanno ipotizzando possibili strategie di sopravvivenza per cercare di contenere le perdite.

Partendo dalla constatazione che l’esplosione della pandemia ha bloccato l’approdo in sala di una ottantina di film, e il numero potrebbe anche raddoppiare nella spiacevole ipotesi che l’emergenza prosegua, singoli cineasti, ma anche associazioni di categoria propongono di trasferire sulla rete l’uscita dei film disponibili, prevedendo uno sbigliettamento sul web con il riconoscimento agli esercenti di un’adeguata quota dei proventi e la possibilità anche per i film proposti sulle piattaforme di usufruire del sostegno previsto dalla legge cinema. La proposta nasce da una doppia motivazione: da una parte offrire al pubblico, costretto ad una complicata e sofferta clausura, la possibilità di un momento di svago e di arricchimento culturale, tenendo acceso l’interesse per il cinema/cinema, e dall’altro evitare un sovraffollamento di offerta in sala, con conseguente penalizzazione delle proposte commercialmente meno attraenti, ovvero cinema italiano e cinema d’autore, quando si potrà tornare ad uscire e frequentare il grande schermo. Qualche concreto esperimento in questo senso è stato programmato: Universal ha annunciato che l’uscita del film Emma, adattamento del romanzo di Jane Austen, diretto da Autumn De Wilde, sarà distribuito direttamente sulla piattaforma Chili e lo stesso accadrà con l’animazione Troll World Tour; The Beach Bum di Harmony Korine con Matthew McConaughey; Seberg – Nel mirino di Benedict Andrews con Kristen Stewart e La strada che scegli di Logan Marshall-Green con Ethan Hawke.

In questa situazione di emergenza e sale chiuse, la proposta di trasferire in rete il consumo di film inediti è un’ipotesi tutt’altro che irragionevole, ma non mancano le controindicazioni. Il pericolo principale è che l’abbattimento delle windows, per quanto temporaneo, rischia di avviare una modalità di consumo dalla quale diventerebbe difficile tornare indietro. Ma soprattutto, abituando ulteriormente il pubblico ad un consumo domestico di cinema, in prospettiva si creerebbero dei danni permanenti alla sala cinematografica.

Convince poco anche il pericolo di un prossimo sovraffollamento di titoli: come ricordato, in queste settimane non si è fermato solo l’esercizio, ma tutta la filiera, produzioni comprese. Pertanto una serie di film che si sarebbero dovuti girare in queste settimane sono stati anch’essi rimandati sine die e le relative uscite, inizialmente previste per l’autunno/inverno 2020-21, fatalmente dovranno slittare perché i film in questione non saranno disponibili per le date precedentemente stabilite. Quindi nei mesi a venire, superata la fase di emergenza, più che un eccesso di proposte si può realisticamente ipotizzare un complessivo slittamento di tutte le uscite. Tutto ciò potrebbe essere sfruttato per arricchire in maniera consistente la programmazione estiva, che, ancora prima dell’avvento del Coronavirus e nonostante il buon successo ottenuto lo scorso anno con il progetto Moviement, per il 2020 si annunciava decisamente più povera rispetto al 2019. Nella speranza che l’emergenza si concluda prima dell’estate, lo spostamento al 2021 di due eventi sportivi di straordinario appeal, Europei di calcio ed Olimpiadi, rappresentano un ulteriore incentivo ad utilizzare i mesi più caldi per un’articolata e varia offerta di film sul grande schermo, produzione nazionale compresa.

Si dice, probabilmente a ragione, che, terminato l’incubo del Corona Virus, la nostra vita non sarà più quella di prima e molte cose cambieranno. Ma la speranza è che il sistema cinema non venga travolto e, pur con i dovuti aggiustamenti, che erano necessari già prima dello scoppio della pandemia, venga preservata e garantita la sopravvivenza di una modalità di consumo – la sala buia, il grande schermo, la socialità – che resta indubbiamente il modo migliore di consumare cinema.

Perché ciò avvenga è auspicabile, meglio assolutamente necessario, un intervento pubblico a sostegno del settore, in forme e modalità eccezionali. Al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali si chiede un grande impegno: condividendo quanto esposto in una lettera dell’AFIC indirizzata al Ministro Franceschini, il SNCCI condivide la necessità della pubblicazione nel più breve tempo possibile del bando promozione 2020 e la rapida liquidazione del saldo 2019 per le manifestazioni che hanno già presentato i relativi rendiconti. Si chiede l’istituzione di un fondo speciale aggiuntivo per i festival che, a causa del Covid-19, hanno dovuto spostare le date di svolgimento con conseguente aumento di costi non preventivati e la possibilità di rendicontare nel bando 2020 anche le spese sostenute prima dell’emergenza. In particolare per ciò che riguarda la promozione, i costi sono di fatto raddoppiati, poiché l’attività pubblicitaria si è evidentemente dovuta realizzare due volte. Il SNCCI ritiene, inoltre, che, proprio a causa dell’eccezionalità degli eventi di questi mesi, i bandi 2020 debbano prevedere la possibilità che le manifestazioni previste entro il 2020, si possano realizzare anche dopo la fine dell’anno, ovvero entro il primo trimestre 2021.


di Franco Montini
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