Il cinema della Rai dei tecnici

Il Consiglio di Amministrazione della Rai, su proposta del direttore generale della società Luigi Gubitosi, in data 21 marzo 2013, ha nominato all’unanimità il nuovo CdA di Rai Cinema, che risulta così composto: Nicola Claudio (presidente), Paolo Del Brocco (confermato amministratore delegato) e Costanza Esclapon, Vincenzo Mollica e Camillo Rossotto (consiglieri). E’ subito evidente, e d’altronde lo confermano i curricula rintracciabili “in rete”, che il nuovo presidente e due dei tre consiglieri (fa eccezione Mollica, il quale conduce da tempo una rubrica cinematografica caratterizzata in senso giornalistico-salottiero) non hanno mai avuto nulla a che fare con il cinema. Con i tempi che corrono, la cosa non stupisce più di tanto: ormai non servono più competenze ed esperienze specifiche per operare in campi – qual è quello cinematografico – connotati da un alto tasso di specificità, sia culturale, sia economico-industriale; ormai basta il titolo, tanto generico quanto abusato, di “tecnico” e l’affidabilità al potere di turno per entrare nel novero degli “esperti a prescindere”. Anche la Rai dei “tecnici”, insomma, proprio come la Rai dei “politici”, continua in questa prassi, in questo tipo di gestione del potere, e così, per agire in un settore tanto importante e delicato come il cinema, nomina altri “tecnici”, senza cercare il coinvolgimento dei cineasti (autori, produttori, intellettuali attivi nel settore stesso, ecc.), e quindi senza aprirsi a una maggiore dialettica interna e a una migliore qualificazione culturale ed economico-industriale.
(comunicato SNCCI)
di Redazione