Il Bergamo Film Meeting 2013 racconta le crisi europee
E’ la nostra cara, ma vecchia e disorientata Europa, la protagonista assoluta della 31ma edizione numero 31 del “Bergamo Film Meeting” (BFM) in programma dal 9 al 17 marzo (direzione artistica di Angelo Signorelli, con la collaborazione di Fiammetta Girola e Chiara Boffelli).
I temi delle crisi sociali, economiche, morali -in cui sono sprofondate già interi popoli e che minacciano ormai tutte le nazioni del continente, colpendo ovviamente più duramente i più deboli e fragili, sono al centro delle proposte filmiche: non solo del concorso internazionale, ma anche di altre sezioni, e anche della retrospettiva 2013 che molto opportunamente omaggia un grande autore contemporaneo come Robert Guédiguian (classe ’53) e il suo racconto pressocchè esclusivamente dedicato ai problemi sociali e ai rapporti umani tra gli individui.
Il concorso -che allinea 7 titoli, tutti inediti in Italia, che concorrono al Premio Bergamo Film Meeting – ma anche la sezione dedicata al cinema documentario “Visti da vicino” e quella, chiamata “Cantiere Europa”, che ospita cortometraggi degli studenti delle più importanti scuole di cinema europee- offrono dunque numerosi esempi di nuovi autori di un cinema europeo che illumina e riflette le derive populiste xenofobe e antidemocratiche che si nutrono e alimentano il malessere sociale e i conflitti tra le persone.
Nel concorso segnaliamo ad esempio, su questo versante, Le monde nous appartient (Il mondo ci appartiene) del belga Stephan Streker, storie di ventenni nella banlieue di Bruxelles; Schuld sind immer die Anderen (La colpa è sempre degli altri) del tedesco i Lars-Gunnar Lotz, che racconta le vicende di Ben, un giovane violento cui viene data la possibilità di un reinserimento in una comunità familiare; ma anche Bez wstydu (Senza vergogna) del polacco Filip Marczewski che (con la supervisione artistica di Andrzej Wajda) racconta un grande tabù: l’amore proibito tra Tadzik e la sorella Anka che sta cercando di rifarsi una vita con Andrzej, leader di un gruppo neo-nazista. Ma non manca l’attenzione a temi più ampi come quelli dell’identità e delle guerre: è il caso di Chaika (Gabbiano), opera seconda di Miguel Ángel Jiménez (coproduzione Russia/Georgia/Spagna/Kazakistan), una storia d’amore e di scoperta delle origini da parte di due giovani tra le lande innevate siberiane e le steppe kazake; ma anche Rock ba’kasba (Rock the Casbah) dell’israeliano Yariv Horowitz che ci trasporta nel 1989, al tempo della prima intifada palestinese, per un war movie di grande efficacia che esplora gli effetti psicologici del conflitto arabo-israeliano attraverso gli occhi di una giovane recluta.
Tra i documentari (nella sezione “Visti da vicino”) si impone anche il tema del rapporto tra crisi e salute, anche in rapporto al ruolo giocato dalle istituzioni. E’ il tema di fondo su cui riflette, con la consueta lucidità e carica emotiva, Materia oscura, il nuovo film di due bravissimi documentaristi come Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (che hanno appena rappresentato l’Italia al Forum di Berlino). Dopo l’avventura nell’aeroporto di Malpensa de “Il castello” sono andati questa volta nel poligono militare di Salto di Quirra, a documentare come per oltre cinquant’anni i governi di tutto il mondo –con la compiacenza del nostro…- abbiano distrutto vecchi ordigni e testato “armi nuove” di ogni specie, compromettendo in maniera gravissima il territorio e la salute di uomini e animali (il film incrocia le inchieste giudiziarie finalmente aperte sul caso). Sempre sul tema dela malasanità in Europa segnaliamo Poslednata lineika na Sofia – L’ultima ambulanza di Sofia di Ilian Metev, che descrive lo sfascio del sistema sanitario bulgaro dopo venti anni di liberismo (in una città con oltre due milioni di abitanti, il numero delle ambulanze è crollato a tredici!), ma anche, dalla più ricca Austria Donauspital SMZ Ost (Ospedale Danubio) di Nikolaus Geyrhalter, ritratto di uno dei più grandi ospedali d’Europa: la routine e i meccanismi all’interno di un’istituzione altamente complessa; i processi operativi normalmente invisibili ai pazienti e ai visitatori. Uno sguardo su come la società affronta salute e malattia. Ancora un’opera italiana che vogliamo segnalare è Il limite di Rossella Schillaci che racconta la durissima vita dei pescatori italiani e tunisini su un peschereccio d’altura nel mare di Sicilia. Tornano qui i temi, cari alla documentarista di origine siciliana ma che da tempo risiede a Torino, dell’incontro e scontro tra culture diverse.
Sono i temi ai quali ha dedicato la sua opera Robert Guédiguian, che con i suoi 17 film, per lo più girati nel quartiere multiculturale proletario de l’Estaque, a Marsiglia, ha parlato, insieme alla sua fidata compagna d’arte e di vita Arianne Ascaride, di lavoro, disoccupazione, disagio e sofferenza, difendendo sempre la dignità umana, ma senza rinunciare, a volte, ai toni della commedia.
La retrospettiva sarà accompagnata da un volume monografico con testi originali, interviste, saggi critici di Angelo Signorelli, Christophe Kantcheff, Nicola Rossello, Roberto Chiesi. Il regista e Arianne Ascaride incontreranno il pubblico sabato 16 marzo. alle ore 19.00 presso il Meeting Point di Piazza Libertà a Bergamo.
Per i programma dettagliato dei Festival:
* l’immagine è relativa al regista Robert Guediguian
di Redazione