Discendente di samurai, soprannominato l’imperatore del cinema giapponese, Akira Kurosawa nasceva a Tokyo centanni fa, il 23 marzo 1910. Appassionato di pittura, dopo un apprendistato nel campo delle arti figurative entra nel cinema incoraggiato dal grande Yasujiro Ozu. Esordisce nella regia con Sugata Sanshiro, 1943, storia dell’apprendistato interiore di un campione di judo, rivelandosi subito un maestro nel coniugare insieme –
una sintesi quanto mai ardita – il cinema d’azione (all’americana, diciamo) e l’introspezione (alla Dostoevski). Quando nel 1951 viene scoperto in occidente (Rashômon, opera 11, vince a sorpresa il leone d’oro a Venezia), il regista ha già alle spalle almeno tre opere maggiori – Non rimpiango la mia giovinezza, L’angelo ubriaco, C ne randagio – mai
presentate in Italia (a parte il ciclo da me curato su Rai Uno nel lontano 1986).
L’idea tutta italiana che Kurosawa sia principalmente un autore di “film di samurai” nuocerà alla sua fama: in realtà Akira l’internazionale – sospettato a torto di “occidentalismo” – sarà lui a influenzare gli occidentali, tre suoi capolavori hanno ispirato film di successo come I magnifici sette, L’oltraggio, Per un pugno di dollari. Spaziando
ecletticamente da un genere all’altro (epica, thriller sociali, melodrammi, film d’avventura, adattamenti letterari: Shakespeare, Dostoevski), in cinquant’anni d’attività l’imperatore ha diretto una trentina di film molto diversi, tra cui “una dozzina almeno di capolavori” (Coppola): Vivere, L’idiota, I sette samurai, Trono di sangue, La fortezza nascosta, I cattivi dormono in pace, Anatomia di un rapimento, La sfida del samurai (progenitore di
Per un pugno di dollari), Barbarossa, Dodès’ka-dèn, Dersu Uzala, Kagemusha, Ran, Sogni (1990).
L’universalità dei temi trattati (la ricerca del senso dell’esistenza, la lotta dell’uomo contro la miseria , la corruzione, l’ingiustizia, la follia dell’ambizione e della guerra, l’iniziazione alla vita, l’ecologia), l’umanità dei personaggi, il formidabile talento spettacolare (“davanti a lui mi sento un dilettante” ci diceva Fellini) fanno di Kurosawa il
più universale, il più umano dei registi del Paese del Sol Levante. Cineasti come Welles, Bergman, Tarkovski, Fellini, Antonioni, S. Ray, Leone, Pontecorvo, De Santis, i Taviani, Bellocchio, Penn, Coppola, Lucas, Scorsese, Cimino, W.Allen, Sautet, Tavernier, Herzog ( tra gli altri) lo considerano un Maestro.
Alcuni di questi capolavori li vedremo nella retrospettiva che si terrà i giorni 23-25 marzo al Cinema Farnese di Roma (e più tardi in altre città italiane). Peccato che la grave crisi economica impedisca agli amici giapponesi di fornirci delle copie in pellicola dei film più rari del Maestro giapponese; i più calorosi ringraziamenti a Mondo Home Entertainment che in questi mesi ha messo in commercio una dozzina di film kurosawiani.
Questa formidabile iniziativa e la quinta riedizione della monografia (da me curata) per il “Castoro Cinema” conferma una popolarità che non fa che aumentare.
Associazione François Truffaut
presenta
Omaggio a Akira Kurosawa
nel centenario della nascita
23 MARZO 1910
in collaborazione con Cinema FARNESE – PERSOL, Mondo Home Entertainment,
Universal Pictures Italia s.p.a.,
Il castoro cinema, Officina Film Club, Cineteca D.W.Griffith,
e Ambasciata del Giappone a Roma, Istituto Giapponese di Cultura
Programma
23 marzo ’10
Ore 15.30
“I SETTE SAMURAI”
Edizione originale – durata 197’
per gentile concessione della copia in dvd da parte della Mondo Entertainment
(l’edizione commerciale in pellicola è stata anputata di più di un’ora, questa è la
ragione per cui lo presentiamo nell’unica versione disponibile)
Minacciati dai banditi, dei contadini ricorrono alla protezione di un gruppo di samurai,
questa solidarietà rivoluzionaria sconfiggera i nemici. Uno dei più impressionanti,
spettacolari, coinvolgenti film epici della storia del cinema, non a caso gli americani ne
hanno fatto un fortunato remake (i magnifici sette). Ingresso libero
Ore 19.00
“DERSU UZALA”
durata 140’
Appassionante, poetico film d’avventura nella Taiga Siberiana, ispirato alla figura di un
mitico cacciatore Gold ecologico antelitteram e alla sua profonda amicizia verso un
gruppo di esploratori Russi di inizio ‘900., uno dei più grandi successi internazionali del
cinema Giapponese. Premio Oscar nel 1980.
Ore 21.30
“RASHOMON”
durata 90’
“Ogni inquadratura di questo film reca il segno indelebile del genio” la definizione è di
Michelangelo Antonioni. Il problema del relativismo della verità, manipolata dall’egoismo
umano, in un grande film “pirandelliano” che non ha bisogno di presentazioni. Leone
d’Oro a Venezia nel 1951 e Premio Oscar. Il film che ha rivelato a tutto il mondo
l’originalità inconfondibile di un Maestro del cinema d’azione (il genere Samurai) ed al
tempo stesso dell’interiorità.
Il film verrà presentato da Aldo Tassone, massimo esperto Kurosawiano.
24 marzo ’10
Ore 16.00
“VIVERE”
1952, durata 143’
Sorprendente, umanissimo, il più emotivamente sconvolgente dei film kurosawiani. In
Vivere si ritrovano tre film in uno: Citizen Kane (la ricerca dell’identità di un uomo),
Umberto D. (la solitudine di un vecchio impiegato), Il cappotto (il ritratto al vetriolo del
mondo impiegatizio).
Mai uscito nelle sale italiane, lo presentiamo in Dvd. Ingresso libero
Ore 18.30
“RASHOMON”
durata 90’
“Ogni inquadratura di questo film reca il segno indelebile del genio” la definizione è di
Michelangelo Antonioni. Il problema del relativismo della verità, manipolata dall’egoismo
umano, in un grande film “pirandelliano” che non ha bisogno di presentazioni. Leone
d’Oro a Venezia nel 1951 e Premio Oscar. Il film che ha rivelato a tutto il mondo
l’originalità inconfondibile di un Maestro del cinema d’azione (il genere Samurai) ed al
tempo stesso dell’interiorità.
Ore 21.00
RAN,
1985, durata 163’.
Secondo splendido affresco rinascimentale del regista-pittore, molto liberamente ispirato
al Re Lear, Ran (Tumulto) è un affascinante-sanguinoso ritratto della follia del potere,
il testamento dell’ultimo grande regista epico contemporaneo. “Di capolavori come
questo ne escono uno ogni vent’anni” (Woody Allen).
25 marzo ’10
Ore 15.30
“CANE RANDAGIO”
1949, durata 122’.
Un capolavoro del Kurosawa regista della contemporaneità, tra espressionismo e
neorealismo. Il samurai Kurosawa si cimenta qui da par suo con il “noir” a sfondo
sociale, rivelandosi un sottile lettore di Simenon e un rivale di Hitchcock. Una novità
per le sale italiane, lo presentiamo in Dvd. Ingresso libero
Ore 18.00
RAN,
1985, durata 163’.
Secondo splendido affresco rinascimentale del regista-pittore, molto liberamente ispirato
al Re Lear, Ran (Tumulto) è un affascinante-sanguinoso ritratto della follia del potere,
il testamento dell’ultimo grande regista epico contemporaneo. “Di capolavori come
questo ne escono uno ogni vent’anni” (Woody Allen).
Ore 21.00
“DERSU UZALA”
durata 140’
Appassionante, poetico film d’avventura nella Taiga Siberiana, ispirato alla figura di un
mitico cacciatore Gold ecologico antelitteram e alla sua profonda amicizia verso un
gruppo di esploratori Russi di inizio ‘900., uno dei più grandi successi internazionali del
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