France Cinema 2008 saluta e ringrazia

francecinema-logoLa ventitreesima edizione del festival fiorentino è stata tra le più apprezzate dal pubblico: il cinema Odeon (700 posti) era pieno ad ogni spettacolo (più di ottomila spettatori in soli tre giorni di programmazione (non sono pochi per Firenze). La retrospettiva Carné-Prévert, la prima in Italia da cinquant’anni, è stata successivamente presentata con grande successo al Cinema Farnese di Roma; una decina di altre città l’avevano richiesta, ma si è dovuto dire di no. France Cinéma purtroppo ha dovuto chiudere la sua avventura più che ventennale.
Oltre alla retrospettiva, a Firenze sono stati presentati alcuni film della stagione: molto apprezzati Faubourg 36 di Christophe Barratier, presenti l’autore e l’interprete femminile Nora Arnezeder, e Un conte de Noël di Arnaud Desplechin, cui è andato il “Premio Sergio Leone 2008”, un incoraggiamento per un giovane cineasta di sicuro avvenire.
Uno speciale “Premio alla carriera” è stato attribuito a Marco Bellocchio, “il maestro-ricercatore più giovane, originale, inventivo del cinema italiano”. “Sono molto affezionato a questo Festival originale, fatto a misura d’uomo” ha detto Marco Bellocchio, “la chiusura di France Cinéma è una grave perdita per l’Italia”. Bellocchio e Desplechin, un abbinamento non casuale: ponte ideale tra Italia e Francia, France Cinéma chiude con un simbolico omaggio a due registi tra i più originali delle due cinematografie cugine.

La retrospettiva Carné-Prévert. La riproposta dei migliori film del celebre tandem è stata un “fenomenale regalo” hanno scritto i giornali, e il pubblico ha risposto con entusiasmo. In mancanza di Dvd italiani dei film del glorioso tandem, a Firenze e a Roma gli spettatori si sono gettati sul “prezioso” catalogo della rassegna, andato quasi subito esaurito, come era successo per le tre ultime edizioni del festival (Noiret, Malle).
Nella serata conclusiva della retrospettiva a Roma alcuni noti registi italiani sono venuti di persona a rendere in sala un affettuoso omaggio al più celebre tandem del cinema francese.
“Noi neorealisti dobbiamo molto a Carné e Renoir” ha esordito Carlo Lizzani. “Di quei film memorabili ci colpì la grande libertà dei temi e dei toni, la capacità di ricreare l’atmosfera irrequieta dell’epoca, la raffinatezza delle immagini… Ricordo che all’epoca la censura fascista era gravemente imbarazzata, non poteva censurare quei film, ma al tempo stesso aveva paura che i nostri giovani si innamorassero di quei personaggi maledetti”. Per Mario Monicelli “quel cinema del “rifiuto”, popolato di personaggi disperati e ‘maledetti’, fu per noi italiani, accecati dalla censura fascista, una grande novità, un’autentica sorgente di ispirazione. Dobbiamo moltissimo a maestri come Duvivier, Renoir, Carné”.
“Les enfants du paradis – ha aggiunto Paolo Taviani – lo vedemmo dopo la guerra insieme a Roma città aperta e Paisà, e c’è stato subito un grande amore. Con Paisà nasceva un’epoca nuova, e in un certo senso Les enfants du paradis chiudeva l’epoca precedente, ma rimanemmo emozionatissimi da quella grandiosa antichità, da quel romanticismo che si imponeva come modernità, nonostante le apparenze: non riuscivamo a conciliare questi due amori, da una parte il realismo di Rossellini, dall’altro il romanticismo esasperato, l’amore estatico del mimo Baptiste per Garance, il melò… Alba tragica, Il porto delle nebbie in un certo senso chiudono un’epoca; ma al tempo stesso quel romanticismo esasperato, quell’intensa angoscia (e nebbia) interiore che avvolgeva cose e personaggi era una sorta di pre-esistenzialismo, un modo diverso di fare cinema».
A proposito di Carné, Aldo Tassone ha citato Antonioni come un possibile allievo ideale. Il parallelo è piaciuto ai cineasti presenti in sala. Per Mario Brenta “quelle tematiche, quel senso del tragico, quella sorta di struggente ineluttabilità, la stilizzazione metafisica di quei film, si ritrovano più tardi in due maestri come Visconti (Ossessione) e Antonioni (Il grido)”.

“Io debbo la mia vocazione di attore e cineasta a Les enfants du paradis” confessava candidamente Maurizio Nichetti. “Le splendide pantomime di Baptiste Debureau (Jean-Louis Barrault) furono per me una rivelazione. Decisi di imitarlo, prima a teatro e poi al cinema; grazie Carné-Barrault”.
Grande entusiasmo dunque per Carné-Prévert anche a Roma. L’ultima provvidenziale retrospettiva di France Cinéma ha mostrato ampiamente che c’è un pubblico potenziale per dei classici come Alba tragica, Il porto delle nebbie, Drôle de drame, Hotel du nord… Cosa aspettano i nostri distributori a metterli in circolazione? Non è un po’ strano che di Carné esista in Italia un solo DVD, Les enfants du Paradis?

L’annuncio della chiusura definitiva di France Cinéma (per una serie di congiunture negative che non è il caso qui di ricordare) ha sollevato reazioni allarmistiche, non solo in Toscana ma in tutta la penisola. “Salvate France Cinéma!” hanno scritto numerosi giornali. Gli Assessori alla Cultura del Comune di Firenze e della Regione hanno insistito perché France Cinéma continui, magari sotto un’altra forma. “Lasciate almeno una finestra aperta su Firenze” ci hanno chiesto con insistenza da ogni parte. Tradizionale feudo anglo americano, la Toscana, tiene particolarmente a tenere vivi i rapporti con la cultura francese; in ventitrè anni d’attività France Cinéma è riuscito a fidelizzare un pubblico che si è infoltito negli anni, impossibile deluderlo, non mancheremo di tenere aperta una finestra su Firenze e continuare a difendere il cinema francese in Italia, sotto altre forme ( vedi progetto “Atelier Farnese”).
“È un ben triste giorno per gli appassionati di cinema, critici o semplici cinefili” ha scritto il Gazzettino di Venezia. “France Cinéma era un piccolo-grande festival, radicatissimo nella capitale dell’umanesimo, affollato di giovani, caposaldo dei rapporti tra cinema italiano e cinema francofono; una preziosa e piacevolissima esperienza di curiosità filmica, un’esperienza culturale irripetibile che ha lasciato il segno”. “France Cinéma ha attirato a Firenze la crema del cinema francese presentando delle esemplari retrospettive, sempre accompagnate da preziosi cataloghi riccamente illustrati e documentati, autentici volumi di riferimento da tenere con cura nella biblioteca» (La Repubblica, La Stampa).
“Ghiotte anteprime, sontuosi cataloghi, interessanti tavole rotonde, favolose retrospettive” (Corriere della Sera). “La chiusura di France Cinéma è un pessimo segnale” (Il Giornale). “Quando si spegne una manifestazione come questa si spegne un po’ tutto il cinema” (Cinema Zero).
L’autorevole rivista “Cinema Zero” di Pordenone, ha preso la singolare iniziativa di pubblicare una lettera aperta a Madame Carla Bruni-Sarkozy nella quale le chiede d’intervenire in favore di France Cinéma, “uno degli appuntamenti fra i più stimolanti, interessanti e appassionati della Penisola, un faro nella notte, l’unica manifestazione dove si respira vero cinema”. La stampa italiana ha ripreso ampiamente questa singolare lettera aperta, uno dei tanti segni di simpatia verso France Cinéma. In una lettera aperta pubblicata su “La Repubblica” il direttore Aldo Tassone ha segnalato il crescente disinteresse della città verso il cinema, e ha stigmatizzato la mentalità bottegaia della città e di troppi imprenditori toscani.
Prospettive: L’Atelier Farnese. L’ambasciatore di Francia a Roma fedelissimo spettatore di France Cinéma è preoccupato per il ristagno delle coproduzioni cinematografiche tra Italia e Francia. I buoni copioni fanno i buoni film: per incrementare la produzione l’ambasciatore ha messo a punto un’iniziativa che si ripropone di stimolare concretamene la scrittura cinematografica: “L’Atelier Farnese”. Cinque giovani sceneggiatori italiani e cinque francesi avranno la possibilità di collaborare insieme in incontri di gruppo – tra Parigi e Roma – sotto l’egida di noti esperti.
La Région Ile-de-France, il CNC di Parigi, la Sacd, la Regione Lazio si sono impegnati nella realizzazione di questo originale atelier sperimentale di scrittura cinematografica, altri enti si stanno interessando al progetto. A cui daranno un valido contributo gli organizzatori di France Cinéma, Aldo Tassone e Françoise Pieri.


di Aldo Tassone
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